Amityville Horror è uno di quei film che continua a resistere al tempo nonostante il suo modesto valore e le critiche di molti fans dell'Horror. Di sicuro si tratta di un'opera che ha saputo assorbire influenze disparate, ponendosi al crocevia tra il filone "esorcistico" e quello delle case maledette, che all'epoca erano molto in voga. Il primo dei due generi risulta infatti evidente nella figura del prete, interpretato con sanguigna convinzione dal sempre grande Rod Steiger; quello delle "case" invece si era già fatto notare con Ballata macabra di Dan Curtis (recentemente uscito in una pessima edizione DVD della CDE) e di lì a poco sarebbe esploso con lo Shining di Kubrick, contaminando poi anche il cinema italiano con le opere di Lucio Fulci (si vedano L'aldilà e Quella villa accanto al cimitero).

L'aspetto più straniante, però, risiede nella scelta di conciliare le caratteristiche tipiche di questi generi "puri" con un realismo che pone l'accento sul disagio del capofamiglia George Lutz, oppresso dalla crisi economica. Un aspetto, quest'ultimo, già rimarcato da Stephen King nel suo celebre saggio "Danse Macabre" e che effettivamente rende il film una satira dell'America alla fine anni Settanta, quando l'ossessione per la "casa di proprietà" attanagliava molte famiglie.

La mescolanza di realismo e soprannaturale, però, non spinge il regista Stuart Rosenberg a perseguire la strada del racconto ambiguo (alla Rosemary's Baby, giusto per tracciare un possibile riferimento "alto"), ma a scegliere, più meccanicamente, una tempistica fondata sull'anticlimax, dove ogni momento "forte" viene sempre interrotto bruscamente e ogni più convinta deviazione nel soprannaturale è lasciata cadere, producendo incongruenze di sceneggiatura e un ritmo altalenante.

Un peccato, perché il materiale di partenza è senz'altro notevole: la casa del film è infatti genuinamente inquietante, con quelle finestre che sembrano occhi, mentre il cast comprende anche due ottimi volti della Hollywood anni Settanta come James Brolin (Capricorn One) e Margot Kidder (Superman). Senza dimenticare la splendida e terrorizzante nenia infantile di Lalo Schifrin che caratterizza la colonna sonora.

Alla luce di queste pecche sorge dunque inevitabile chiedersi cosa abbia determinato il successo della storia, articolatasi – è bene ricordarlo – lungo un ciclo durato otto film e che ha prodotto anche una serie di romanzi. A tal proposito giunge opportuna questa Edizione Speciale DVD della Mgm, che, attraverso una ricca dotazione di contributi extra, si premura proprio di guidare lo spettatore in un dettagliato percorso lungo la mitologia di Amityville. In questo modo è possibile conoscere i retroscena del film, con interviste a Brolin e alla Kiddar, ma soprattutto si riesce ad avere un'idea chiara della storia di George e Kathy Lutz, alla base del film e del romanzo originario. Due featurette (provenienti dalla library del canale satellitare History Channel) ragguagliano a dovere gli spettatori sulla "vera" casa maledetta, sulla sua storia e indagano anche sulla reale sostanza dei fatti occorsi ai Lutz: una vicenda che a distanza di trent'anni vede scienziati e ricercatori divisi su cosa sia realmente successo, in un alternarsi di congetture circa la natura demoniaca dell'abitazione e la possibilità che tutto sia stato ordito per sfruttare a fini economici la credulità popolare.

In questo modo appare chiaro come il film di Rosenberg si ponga come tassello di un più ampio fenomeno parapsicologico e mediatico, che finisce inevitabilmente per porre in secondo piano qualsiasi valutazione artistica sulla pellicola. A chiusura dell'interessante viaggio possiamo anche apprendere dei particolari sull'imminente remake, destinato a perpetrare un mito che, grazie a questo DVD, può continuare a essere rivissuto collettivamente dal televisore di casa propria.