I Mercenari 3 – The Expendables, di Patrick Hughes

jason statham e wesley snipes in I mercenari 3

Forse l'episodio più interessante e complesso proprio perchè suggerisce un ricambio generazionale. La squadra di Barney Ross rischia di essere troppo in là con gli anni. Vertigine autobiografica assoluta, in quanto ci accorgiamo presto come questo film racconti proprio di un figlio, caro Sly, tu che pochi anni fa hai avuto la disgrazia di perderne uno

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jason statham e wesley snipes in i mercenari 3Ci siamo. Andare a vedere I mercenari 3 è ormai come ritrovarsi piacevolmente in famiglia al pranzo della domenica. In realtà è tutto il cinema di Stallone ad aver assunto una consistenza filologica e mediatica intima, privata. Giunta al terzo capitolo la saga triplica cast e ambizioni autoriali –  sì non conosciamo altra parola per identificare l'anima così personale di questo progetto ideato da Sylvester Stallone e generato a sua volta come ultimo residuo teorico dei lucidissimi Rocky Balboa e John Rambo. Ancora una riflessione sui corpi e sul tempo. Un film sulla memoria (del cinema e di chi lo realizza).

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Dentro/fuori la vita. Il gioco è scoperto sin dall'inizio, quando la squadra di Stallone va a salvare il prigioniero Wesley Snipes (new entry della saga, insieme a Banderas, Gibson e Harrison Ford) e per farlo arrrivano a far scontrare un treno direttamente contro un penitenziario. Qualche minuto dopo uno della truppa chiede al personaggio interpretato dall'attore di colore il motivo per cui era detenuto:  "Evasione fiscale!" è la finta risposta di Snipes. Certo. Il cinema è la vita, secondo il magnifico Stallone revisited di questo nuovo secolo. Ma l'autoironia e l'umorismo disseminato nei monologhi di ogni star ("Erano anni che non mi divertivo così" confessa alla fine l'agente Cia di Harrison Ford) cedono il passo a una fragilità e una nostalgia altrettanto dirette e sincere ("Siamo il passato!").

sylvester stallone in i mercenari 3E allora ecco che I mercenari 3 diventa forse l'episodio più interessante e complesso proprio perchè suggerisce un ricambio generazionale.  La squadra di Barney Ross rischia di essere troppo in là con gli anni per annientare il cinismo e l'arrivismo senza scrupoli dell'ex-expendable Conrad Stonebanks (che non poteva non avere la faccia bastarda di Mel Gibson, ovvero il divo più cattivo e nemico di Hollywood dei nostri tempi). Per questo si aggiungono l'esperto di tecnologia, il marine, il giovane antieroe che ha le fattezze dell'idealista e che forse diventerà un figlio acquisito. Vertigine autobiografica assoluta, in quanto ci accorgiamo presto come questo film racconti proprio di un figlio caro Sly, tu che pochi anni fa hai avuto la disgrazia di perderne uno.

Se c'è  una verità è che Hollywood dovrebbe essere eternamente grata a Stallone. Perchè è l'unico uomo di cinema che ancora oggi riesce a trattare l'industria come un capofamiglia che bada a fratelli, figli, allievi (gli spettatori?) e con i quali condivide il piacere dello spettacolo. I Mercenari 3 è una liturgia meravigliosamente anacronistica e allo stesso tempo attuale e consapevole nel raccontare il fluire di un crepuscolo sempre più incombente, crristallizzato, eterno. Sly non può morire. E con lui questi compagni di viaggio riesumati da un Purgatorio privato che li rende più umani degli umani. Super-umani. Forse per questo il film dà la sensazione di essere un esorcismo collettivo contro la morte, dove ogni esplosione e colpo d'arma da fuoco diventa l'effetto speciale di una festa che non vorrebbe mai finire. Soprattutto se a organizzare il party è uno dei nostri padri.


Titolo originale: The Expendables 3
Regia: Patrick Hughes
Interpreti: Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger, Jason Statham, Harrison Ford, Mel Gibson, Terry Crews, Dolph Lundgren, Antonio Banderas, Kellan Lutz, Randy Couture, Victor Ortiz, Kelsey Grammer, Glen Powell Jr., Ronda Rousey, Wesley Snipes
Origine: USA, 2014
Distribuzione: Universal
Durata: 126'

 

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