Il colore dei soldi, di Martin Scorsese

Tratto dal libro di Walter Tevis e sequel di Lo spaccone che all’epoca dell’uscita divise la critica. Oscar a Paul Newman come miglior attore protagonista. Lunedì 19 giugno, ore 23, La 7

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Ancora oggi mi chiedo quali siano i requisiti per diventare un professionista o anche solo un artista hollywoodiano. Come si sopravvive al conflitto costante fra espressione personale e imperativi commerciali? Che prezzo si deve pagare per lavorare a Hollywood?  Martin Scorsese

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Verde il colore del tappeto da biliardo, verde il colore dei soldi. Il film di Scorsese a metà degli anni ’80 spaccò letteralmente la critica e le accuse più ricorrenti furono quelle di opera “alimentare” fatta per compiacere le lobby del sistema dopo il fallimento di Re per una notte. Ma Il colore dei soldi non è una furba operazione di marketing, a 25 anni dal capolavoro di Rossen Lo spaccone, atta a tirare la volata a Paul Newman nei panni di Eddie Felson (l’attore vinse finalmente il suo Oscar nel 1987 come migliore attore protagonista). Anche se lo stesso Scorsese prese le distanze, dichiarando di avere girato molto velocemente su soggetto (il libro The Color of Money di Walter Tevis) e sceneggiatura (Richard Price) altrui, l’opera è un lucido compendio dell’atmosfera degli anni ’80 fatta di ambivalenze e contraddizioni, di vecchio e nuovo che si mescolano fino a invertire i ruoli.

il colore dei soldi paul newmanDa una parte l’esibizione del successo, l’ottimismo del desiderio, l’avidità come motore delle esistenze, la sessualità disinibita; dall’altra una certa stanchezza senile, la disillusione dietro il fuoco d’artificio dei sogni, la consapevolezza dell’importanza della fortuna nei destini umani, la faccia triste dell’America che dietro le manifestazioni muscolari nasconde una progressiva fragilità identitaria. Eddie Felson/Paul Newman rivede sé stesso da giovane incontrando il borioso Vincent Lauria (Tom Cruise) e la fidanzata Carmen (Mary Elizabeth Mastrantonio): tutta la prima parte del film si sviluppa attraverso l’alleanza tra Eddie e Carmen in maniera tale che il talento sportivo di Vincent si accoppi a furbizia e spirito imprenditoriale. E, attraverso la metafora del biliardo, si potrebbe traslare il discorso di Scorsese sul vecchio attore che insegna al giovane emergente i trucchi e i segreti del mestiere: basso profilo, falsa modestia, effetto sorpresa, capacità di osservazione e interpretazione delle mosse umane. Ma il triangolo amoroso si spezza quando Eddie si trasforma in Vincent e Vincent comincia a comportarsi come Eddie in un processo di maturazione che procede per rette inversamente parallele. Eddie ci prende talmente gusto che afferra la sua Balabushka e si tuffa nell’agone sportivo riassaporando sapori e odori delle vecchie sale da biliardo.

il colore dei soldi tom cruise mary elizabeth mastrantonioTutto il segreto del film è qui. Non è una parabola di redenzione come per il Jack La Motta di Toro scatenato, né il percorso decadente dell’ alienato Travis Bickle di Taxi Driver: Eddie e Vincent sono la stessa persona in diverse fasi della vita, specchio fedelissimo di un decennio che proprio mentre esibisce i suoi attributi si accorge intimamente del crollo dei propri ideali. La scena esemplificativa è quella di Eddie che ritornato a giocare a biliardo incontra il grasso Amos (Forest Whitaker) che assomiglia al classico pollo da spennare: ma l’apparenza inganna è il truffato sarà proprio il povero Eddie che commette lo stesso peccato di superbia di Vincent.

Memorabile lo scontro dei tre protagonisti sulle scale con un continuo scambio delle posizioni di dominanza: il passaggio di buste di soldi di mano in mano sembra un patetico atto di ignavia. L’abilità registica di Scorsese fa si che anche partite lente e noiose vengano vivacizzate da panoramiche a schiaffo, grandangoli, velocissime carrellate, riflessi rivelatori su una palla scura. La musica riflette la doppia anima del film: da un lato la pop music anni ’80 (Phil Collins e Robert Palmer su tutti), dall’altro il sound vellutato di Gil Evans, Eric Clapton e Mark Knopfler, fino al Va’ Pensiero di Verdi nella metaforica scena della prova delle nuove lenti da presbite.

Scorsese dice di essersi ispirato a Il sorpasso. Il colore dei soldi in realtà sembra più un resoconto di un America senza più punti di riferimento che per auri sacra fames è disposta a vendersi l’anima e tentare la fortuna. Del film di Risi manca la satira politica e la conclusione tragica: Scorsese propone invece un finale aperto in cui il protagonista è pronto a tornare in gioco con la solida certezza di Arthur Bloch: nessuna pianificazione, per quanto attenta, potrà mai sostituire una bella botta di culo.

Titolo originale: The Color of Money

Regia: Martin Scorsese

Interpreti: Paul Newman, Tom Cruise, Mary Elizabeth Mastrantonio, Forest Whitaker

Durata: 117′

Origine: Usa 1986

Genere: drammatico

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