Il crowdfunding per Oruba, doc sui migranti italiani in Cile

Oruba, del regista Daniele Stocchi, intende raccontare l’affascinante storia della comunità modenese emigrata in Cile nel 1904. Per finanziare il progetto è da poco partita una campagna crowdfunding.

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Oruba è il nome della nave su cui si imbarcarono dalle coste francesi, nel febbraio del 1904, ventitré famiglie contadine provenienti da Pavullo nel Frignano, piccolo comune dell’Appennino modenese, con direzione Cile. I migranti italiani avevano infatti impegnato i risparmi di una vita firmando un contratto con l’impresario Giorgio Ricci, loro compaesano, proprietario di una colonia del sud del Cile, che avrebbe dovuto dar loro in concessione diversi ettari di terra, bestiame, strumenti di lavoro e comode abitazioni. Ma una volta arrivati nella tanto sognata “Nueva Italia”, scoprirono che la loro Terra Promessa altro non era che un luogo sperduto tra fitti boschi inospitali e terra incoltivabile. Inoltre qui territori erano già contesi da nuclei di famiglie cilene e dai Mapuche, il popolo indigeno del posto, già relegato dal governo nelle riserve indiane.
I migranti italiani ribattezzarono allora il luogo con il nome di “Monte Calvario”, poi diventato Capitan Pastene, dal nome del primo navigatore italiano approdato sulle coste cilene. Superate le prime difficoltà, cominciarono a disboscare le terre per coltivarle, a creare dighe e mulini, collegarono la ferrovia alla città e fondarono una scuola. Oggi Capitan Pastene è un paesino di duemila abitanti dove l’agricoltura è diventata marginale, dove si vive di turismo e commercio, dove vengono consumati ed esportati in tutto il Cile i piatti tipici della cucina modenese e, soprattutto, dove sulla targa di Lumaco (il comune di cui Pastene è una frazione), campeggia la scritta “Comunità triculturale” salutata da una bandiera creata dall’unione delle tre comunità (modenesi, cilene e mapuche), a sancire l’ormai avvenuta integrazione tra i popoli.

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A scoprire questa secolare storia di migrazione ci ha pensato Antonio Parenti, sindacalista e politico pavullese, deceduto nel 2014, che negli anni ottanta, messosi alla ricerca di cognomi pavullesi sparsi nel mondo, rintracciò questa piccola enclave italiana ai piedi della Cordigliera. Da allora è nato un gemellaggio tra l’Italia e il Cile ricco di scambi e incontri, come quello in programma nel prossimo marzo 2019, in cui dodici studenti dell’Istituto Cavazzi partiranno per trascorrere due settimane a Capitan Pastene, per uno scambio interculturale promosso dalla Consulta degli Emiliano-romagnoli nel mondo in collaborazione con le autorità locali. Ad accompagnare la delegazione di studenti ci sarà Mario Parenti, figlio di Antonio, in questo viaggio sospeso tra passato e presente. È in questo contesto che nasce Oruba, con l’intenzione di riflettere sul ruolo della memoria e sul viaggio come strumento di conoscenza di sé stessi.
Autore del progetto Daniele Stocchi, regista del cortometraggio Stai sereno vincitore del Globo d’Oro 2018, ispirato dal suo viaggio in autostop per il Sud America, risalente a tre anni fa, in cui ha visitato sette paesi in poco meno di un anno e mezzo. Il Cile, racconta, è il paese in cui ha trascorso più tempo, dal quale è rimasto colpito per il fascino malinconico dei suoi paesaggi e per le sue contraddizioni. Il popolo cileno, infatti, a suo dire è da sempre alla ricerca della propria identità, divisa tra una rinnegata radice indigena e l’adesione alla cultura ad una cultura di matrice occidentale. Una discorso in cui neanche l’Italia fa eccezione, visto che si calcola che il numero di oriundi nel mondo (discendenti di migranti italiani), si attesti attualmente attorno agli 80 milioni. Il tema della migrazione, d’altronde, è oggi più che attuale che mai, e allora il viaggio degli studenti modenesi è sembrata a Stocchi un’occasione unica per offrire alle nuove generazioni un momento di riflessione e di confronto con il nostro recente passato.

Ad accompagnarlo in quest’avventura, la factory BluMagma (che ha già prodotto il suo Stai Sereno) e la giovane società di produzione Combo, nata nel 2016 a Bologna. Per coprire le spese vive delle riprese in Cile, però, è necessaria una somma cospicua. Per raggiungerla e quindi avviare il progetto Oruba in tempi rapidi è stato necessario intraprendere una campagna di finanziamento dal basso, che potete trovare direttamente QUI, avente l’obiettivo di 30.000 euro. Come spesso accade in simili iniziative, diversi sono premi in palio per gli eventuali donatori e proprio a loro è rivolto il promo (che potete visionare qui sotto), realizzato per aiutarli a comprendere quale sarà l’estetica e l’approccio alla materia documentata. Approccio che, da dichiarazioni, intende osservare i fatti con uno sguardo delicato e poetico.

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