Il drago invisibile, di David Lowery

Remake di un classico anni 70. Non siamo dalle parti delle magnifiche altalene emotive dei film Pixar, ma Il drago invisibile fa il suo dovere e piazza due o tre momenti di sincera adesione emotiva

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Un viaggio, un incidente, la perdita. Un bambino è solo nella foresta, senza genitori, non ha scampo… sino a quando interviene un “racconto” a salvarlo. Sì perché come dice il caro vecchio Mr. Meacham interpretato da Robert Redford (e chi meglio di lui?): il passato di tutti noi sono le “storie”, e quel passato ci salverà se riusciremo ancora a credere nella potenza dei sentimenti autentici che ha generato. Ecco, questo film è semplice e lineare come un racconto della buonanotte. Remake del classico Disney Pete’s Dragon del 1977 (affidato al giovane regista dell’interessante indie Senza santi in Paradiso) questa versione del 2016 punta più sul lato favolistico e di racconto-di-formazione rispetto ai siparietti comici e goliardici dell’originale. Chi è Pete? È il bambino ora divenuto adolescente, sopravvissuto alla foresta grazie all’incontro con Elliot: il drago invisibile che solo lui può vedere, un amico protettivo ma che esige protezione dall’avidità umana e dal disboscamento della foresta.

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Un film con un target ben preciso, evidentemente, ma che sa affascinare chiunque con un’intelligente “dosaggio” nell’uso degli archetipi classici in un’esperienza retrò che cozza con l’incredibile verosimiglianza del Drago invisibile creato in CGI. È come se l’universo narrativo della Pixar abbia contagiato anche i fantasy in live action, riportandoli alla radice prima del “prodotto Disney per bambini”. I boschi, le creature fantastiche, il ragazzo selvaggio allevato dalla natura, l’amicizia con un amico invisibile. E poi una bella e giovane madre ideale (Bryce Dallas

Il drago invisibile2Howard), una famiglia che sta nascendo, un bruto assettato di denaro che mette a repentaglio l’armonia e un vecchio canta storie che tiene viva la potenza del Mito.

Insomma non siamo certo dalle parti delle magnifiche altalene emotive dei film Pixar, si avverte un po’ troppo spesso la sensazione del déjà vu, ma Il drago invisibile fa il suo dovere e piazza due o tre momenti di sincera adesione emotiva, presupponendo ancora uno spettatore affabulato che cerchi solo il caldo abbraccio dell’infanzia. Quello di un amico drago, concettualmente molto simile al Bing Bong di Inside Out, che ci salva e ci dà l’addio nel momento della crescita restando come una calda ombra (in)visibile. L’ombra delle tante “storie da raccontare”, direbbe sicuramente il grande Robert Redford.

 

Titolo originale: Pete’s Dragon
Regia: David Lowery
Interpreti: Oakes Fegley, Bryce Dallas Howard, Wes Bentley, Robert Redford
Distribuzione: Disney
Durata: 102′
Origine: Usa 2016

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