"Il futuro" – Incontro con la regista Alicia Scherson e Nicolas Vaporidis

Alicia Sherson
Dopo essere stato selezionato nel prestigioso concorso del Sundance Festival e aver girato l'Europa, arriva finalmente anche in Italia Il futuro. Prima co-produzione tra il Cile e l'Italia, il film di Alicia Scherson, oltre ad un cast d'eccezione, vanta l'illustre primato di essere la prima pellicola tratta da Romanzetto Canaglia di Roberto Bolaño, scrittore di culto prematuramente scomparso. Alla conferenza stampa romana della pellicola, insieme alla regista sono intervenuti anche gli interpreti del film, tra cui Nicolas Vaporidis nella doppia veste di attore/produttore. Grande assente la star Rutger Hauer.

 

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Alicia ShersonDopo essere stato selezionato nel prestigioso concorso del Sundance Festival e aver girato l'Europa, arriva finalmente anche in Italia Il futuro. Prima co-produzione tra il Cile e l'Italia, il film di Alicia Scherson, oltre ad un cast d'eccezione, vanta l'illustre primato di essere la prima pellicola tratta da un'opera di Roberto Bolaño, scrittore di culto prematuramente scomparso. Alla conferenza stampa romana della pellicola, insieme alla regista sono intervenuti anche gli interpreti del film, tra cui Nicolas Vaporidis nella doppia veste di attore/produttore. Grande assente la star Rutger Hauer.

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Da straniera come hai vissuto la città di Roma?

Alicia Scherson: Io non conoscevo Roma nemmeno da turista. Per me era un luogo immaginario, una città cinematografica che potevo costruire con la mia immaginazione grazie ai film di Fellini, Pasolini o Antonioni. Quando ho letto il romanzo pensavo che fosse più facile sostituire l'ambientazione e portarla in Cile o in Messico. Pensandoci sopra, insieme al produttore, abbiamo deciso che la scelta migliore fosse girare in Italia, a Roma. Sono venuta in città con il libro di Bolaño e seguivo i luoghi descritti da lui. Alla fine ho cercato di riportare sullo schermo la sua Roma, un luogo di periferie e di orfani. Non è sicuramente una descrizione da documentario. 

Nicolas come sei stato coinvolto nel progetto? 

Nicolas Vaporidis: Sono stato coinvolto nel modo classico, attraverso provini e incontri. Il film mi ha permesso di conoscere l'opera di Roberto Bolaño e mi ha fatto entrare in un progetto internazionale, insieme a Rutger Hauer. Quando mi è stato chiesto se ero disponibile a diventare anche produttore associato del film non mi sono tirato indietro e ho messo tutto quello che potevo. Il film ci ha regalato grandi soddisfazioni. Siamo stati al Sundance e in tutto il mondo abbiamo ottenuto ottime recensioni. Da attore italiano è un motivo d'orgoglio. Finalmente abbiamo dimostrato che anche in Italia e possibile avere modo nuovo di fare Cinema.

Ha avuto difficoltà ad adattare il romanzo?

Alicia Scherson: Conoscevo Roberto Bolaño da lettrice. Quando ho deciso di fare un film su un suo libro mi sono imposta per essere il più fedele possibile. La pellicola segue la struttura e i personaggi del libro. La sfida piu grossa è stata rendere materiale l'atmosfera del romanzo. Bolaño usa poche parole e crea mondi unici. L'obiettivo è stato rendere sullo schermo, attraverso le mie scelte, quelle atmosfere. E' stata un'esperienza unica.

Ci parli di Rutger Hauer. Come è nata l'idea del suo casting?

Alicia Scherson: Per il ruolo di Maciste c'è stato un casting difficile. Fisicamente il personaggio è molto caratteristico, ricoperto com'è da un'aurea mitica di grande star. L'idea di Hauer ci è venuta all'improvviso e ci è sembrato subito perfetto. Non è stato complicato coinvolgerlo. Rutger è un attore molto creativo e disponibile. Non è un attore facile ma sul set è perfetto, conosce tutto alla perfezione. Lavorare con lui è stato una grande occasione. 

Da romano come ti sembra la nuova Roma raccontata Alicia?

Nicolas Vaporidis: La Roma di Alicia è diversa, affascinante. Il suo sguardo straniero ha trovato dei luoghi che noi romani non siamo abituati a vedere. A differenza di Paolo Sorrentino che ha mostrato Roma come la conosciamo tutti, Alicia ha trovato dei luoghi segreti. Penso alle scene sul Tevere, vicino al gazometro o dietro Cinecittà. La sua Roma è un misto tra periferie e antichità. Da spettatore è stata una novità assoluta.

Non avete sentito la responsabilità di adattare un autore di culto come Roberto Bolaño?
Alicia Scherson:
Noi cileni conosciamo e amiamo Bolaño da prima del 2007, quando c'è stato il boom della sua opera per la riscoperta degli americani. Ora è una specie di rockstar mondiale. Il nostro progetto è partito prima di questo fenomeno e quando ci abbiamo lavorato sopra ci siamo forzati a non considerarlo.

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