Il padre della sposa, di Vincente Minnelli

In Minnelli l’eleganza della forma è sempre un antidoto ad ogni malinconia. Spencer Tracy memorabile, Liz Taylor e Joan Bennett personaggi femminili moderni. Stasera, h 21.15, Studio Universal

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“Perché l’organizzazione del matrimonio di Kay doveva essere complessa come una grande campagna elettorale?”. Edward Streeter, Il padre della sposa (Donzelli Editore 2012)

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In America nel 1949 Il Padre della Sposa fu uno dei libri più venduti: la penna era di Edward Streeter ex reporter del Buffalo Express e i disegni illustrativi del grande Gluyas Williams, uno dei più famosi cartoonist del tempo. Vincente Minnelli nel 1950 propone una versione cinematografica autoironica ispirandosi alla commedia di Hawks (La Signora del Venerdi) e di Cukor (Scandalo a Filadelfia) e servendosi di un trio d’eccezione: Spencer Tracy veste la parte del burbero dal cuore tenero Stanley T. Banks; Liz Taylor è la figlia teenager Kayin procinto di convolare a nozze; Joan Bennett è la moglie Ellie, vero deus ex-machina di tutta il baraccone pre-matrimoniale.

La forza del film è nel punto di vista sardonico del patriarca Stanley, la cui voce narrante accompagna le nevrosi di un imminente matrimonio. Mentre la macchina da presa scivola lievemente sui resti di una festa fino a fermarsi sul corpo sfinito di Spencer Tracy, sentiamo raccontare in flashback le vicende che hanno portato il ciclone in casa Banks. Il ritratto della famiglia media americana è condotto con grande sensibilità e con piglio satirico: la predilezione del padre per la figlia, le sue gelosie morbose, le paure irrazionali che lo svegliano nel cuore della notte, il pragmatismo matriarcale di Ellie che fa da mediatrice tra le perplessità economiche del marito e la passione d’amore della figlia.
Oltre alla gigantesca bravura di Spencer Tracy, il film deve essere ricordato per le due

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figure femminili che vanno in controtendenza rispetto alla commedia americana del tempo.
Liz Taylor e Joan Bennett propongono due personaggi di grande spessore, con molte sfumature caratteriali molto più vicine alla realtà rispetto a certe proiezioni del desiderio maschile come la Judy Holliday di Nata Ieri (1950) o la Marilyn Monroe del successivo Gli Uomini preferiscono le bionde (1953). Non è un caso che man mano che i preparativi delle nozze vanno avanti, il povero Stanley viene lateralizzato e ridotto a semplice pagatore di conti salati.
L’effetto sorpresa viene ben reso da Spencer Tracy con battute fulminanti (i duetti marito-moglie sono memorabili), movimenti scomposti del corpo, occhiatacce, versi. Irresistibili le scene di Stanley che prova a indossare il suo vecchio tight con esiti imbarazzanti o nel retro-cucina a preparare cocktails ai commensali dimenticandosi di pronunciare il suo discorso. Le contrattazioni con il maestro di cerimonie Mr Massoula (un flemmatico Leo G. Carroll) e le prove in chiesa al ritmo della marcia nuziale tra umidità e sternuti, completano un quadro comico alla Jerome K. Jerome: l’oscar del grottesco lo vince il regalo agli sposi di una miniatura della Venere di Milo con orologio incorporato nel ventre.
Vincente Minnelli inserisce pure una scena onirica creata da Salvador Dalì sul modello di quella del 1945 per Io ti salverò di Hitchcock, dove materializza l’incubo di un padre che a livello subconscio resiste al matrimonio della figlia sprofondando nel pavimento che porta all’altare.

Commedia leggera che mette in risalto vizi e virtù della classe media americana con elegante ironia, Il Padre della sposa fu un enorme successo e generò un sequel Papà diventa Nonno (1951), una serie tv (1961-1962) e un remake nel 1991 con Steve Martin e Diane Keaton.
L’happy ending finale è in linea con lo stile dei primi anni 50: nella confusione del ricevimento Stanley cerca disperatamente un ultimo abbraccio alla figlia ma è consapevole che se le vuole veramente bene deve avere il coraggio di lasciarla libera. Spencer Tracy e Joan Bennet ballano sulle note di Goodnight, sweetheart, goodnight mentre la macchina da presa si allontana con un pudore reverenziale. In Vincente Minnelli l’eleganza della forma è sempre stata un antidoto ad ogni residuo di malinconia.

Titolo originale: Father of the Bride
Regia: Vincente Minnelli
Interpreti: Spencer Tracy, Joan Bennett, Elizabeth Taylor, Leo G. Carroll
Origine: USA, 1950
Genere: commedia
Durata: 92′

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