Le distese potrebbero essere quelle di Il prigioniero del Caucaso. Il respiro avventuroso quello di Mongol che, nel descrivere l'ascesa al potere di Gengis Khan, possedeva già delle derive fantasy. Ha spesso guardato contemporaneamente da due parti il cinema di Bodrov, verso il genere statunitense senza però intenzionalmente farsi contaminare dal blockbuster (e in questo caso è un limite) e verso il cinema d'autore europeo. Forse Il settimo figlio, tratto dal romanzo omonimo di Joseph Delaney, è proprio il film dove le due istanze potevano trovare un punto di incrocio e invece si è accentuata la contraddizione tra loro. Il Maestro Gregory (Jeff Bridges) aveva imprigionato anni prima la feroce strega Madre Malkin (Julianne Moore) che però, dopo essere riuscita a sfuggire, è ora assetata di vendetta e minaccia l'umanità. Stanco e disilluso, si ritrova così nella situazione di fronteggiarla e vede addestrare il suo nuovo apprendista, l'inesperto Tom Ward (Ben Barnes), figlio di un contadino che dovrà imparare ad affrontare fantasmi e mostri.
 

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La magia dark del romanzo si polverizza in effetti tra bambine indemoniate, giochi di luce sulle montagne, mutazioni di corpi in pipistrello. Il settimo figlio è come un horror che non possedeva con sé sufficiente materia per renderlo compiuto, dove Bodrov si vuole appropriare di codici e meccanismi visivi che però guarda a distanza. Nelle sue potenzialità 3D cerca la profondità ma invece dà l'impressione spesso di mantenersi piatto, con una stancante omogeneità evidente nel vuoto in cui i due protagonisti in fuga guardano dall'alto, prima di buttarsi in acqua. Il rischio è di rendere meno efficaci i momenti più incalzanti, come per esempio, quello della cascata.

Forse non guarda verso il futuro il fantasy di Bodrov, anzi lo nega. Il suo essere superato potrebbe paradossalmente diventare motivo di qualche interesse. Il suo immaginario però sembra allinearsi temporalmente con La storia infinita di Petersen, oggi proprio due spanne più avanti nel modo di far sentire le vertigini rispetto a Il settimo figlio che vola confusamente in alto senza direzione né emozione. E l'utilizzo di Jeff Bridges e Julianne Moore segue questa linea. Dove il primo, con il suo modo di parlare sbiascicato, mostra un così poco interesse al personaggio (e Bodrov, a sua volta, nei suoi confronti), come se Il settimo figlio fosse solo una di quelle tappe della sua carriera da saltare e dimenticare velocemente. L'attrice invece esalta la cattiveria della fanatica rfeligiosa del remake di Carrie. Ma anche lei è una strega di cartone. Dove restano soltanto le espressioni di una figura che non acquista mai la consistenza della malvagia.

Titolo originale: Seventh Son

Regia: Sergej Bodrov

Interpreti: Jeff Bridges, Ben Barnes, Julianne Moore, Olivia Williams, Djimon Hounsou, Alicia Vikander

Distribuzione: Universal

Durata: 102'

Origine: Usa 2014

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