"Il suo nome è Tsotsi" di Gavin Hood

Se il ritmo incalzante dell'azione fa di questo film una riuscita gangster story, il suo buonismo e la sua sottile ipocrisia , impediscono che esso possa essere davvero considerato un esempio chiaro del 'genere'.

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Tsotsi vuol dire 'gangster' nello slang delle comunità nere e dei ghetti del Sud Africa. Ricalca gli stilemi del gangster movie americano, questo film candidato, non a caso, al premio Oscar come miglior film straniero. Una storia di gratuita e inumana violenza quella raccontata da Gavin Hood, che ha per protagonista un ragazzo la cui vita è segnata indelebilmente dal dolore e dalla povertà. Nel suo passato la causa e quasi la giustificazione delle azioni presenti. Nel presente la possibilità di una redenzione futura. Se il ritmo incalzante dell'azione, accompagnata da un commento musicale azzeccato e coinvolgente, fa di questo film una riuscita gangster story, il buonismo e la sottile ipocrisia con cui, non solo questo film, ma gran parte del cinema contemporaneo parla dei neri e del mondo in cui vivono, impediscono che esso possa essere davvero considerato un esempio chiaro del 'genere'. Troppe spiegazioni, troppo buon cuore, troppo sofferenza per cui si finisce per provare pietà. Alla violenza, quella vera, non c'è giustificazione, o almeno non così facile. E, soprattutto, per un personaggio come quello di Tsotsi, presentato inizialmente come il più impietoso dei carnefici, non può esserci riscatto, a meno di non cadere in un fastidioso patetismo. Cosicché la scelta finale di Tsotsi finisce per apparire essa stessa troppo poco ragionata, troppo semplicemente riducibile, su un piano puramente narrativo, all'ottenimento di un sospirato happy-end strappalacrime.  C'è però un efficace gioco di doppi e rispecchiamenti e rendere pregnante l'intero racconto. Tsotsi rivede se stesso bambino nella vittima che ha scelto per un puro gioco di casualità e fato. Rivede i suoi drammi e i suoi traumi infantili. Riconsegna sé stesso alla normalità, fino ad allora neppure immaginata, di una vita 'dignitosa', restituendo la sua vittima alla famiglia cui l'aveva sottratta, al futuro sereno che la sorte gli ha assegnato nel momento stesso in cui è venuta al mondo. Se poi quello di Tsotsi è il riscatto di un intero popolo, emancipato da violenza ed emarginazione, allora questo è uno di quei sogni 'a occhi aperti' che il solo il cinema ci consente di fare.    

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Titolo Originale: Tsotsi


Regia: Gavin Hood


Interpreti: Presley Chweneyagae, Terry Pheto, Kenneth Nkosi, Mothusi Magano, Zanzo Ngqobe


Distribuzione: Mikado


Durata: 91'


Origine: Gran Bretagna/Sudafrica, 2005

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