Il tesoro della Sierra Madre, di John Huston

Uno dei massimi capolavori del regista, nel 1949 Oscar miglior regia , migior attore non protagonista e migliore sceneggiatura non originale. Sabato 9, Cine Sony, ore 12.55

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Fred Dobbs è un vagabondo senza lavoro. Conosce un vecchio cercatore d’oro e inizia a lavorare sodo seguendo, con lui e un altro uomo, un nuovo filone. In poco tempo raccolgono una discreta fortuna, ma Dobbs vuole tenersi tutto per sé: colpisce il compagno e fugge. Viene però assalito da dei banditi messicani che lo uccidono per rapinarlo, ma, ignorando il valore di quella polvere gialla, la buttano via per tenersi gli attrezzi e le cavalcature. Sopraggiungono due altri cercatori, ma un uragano ha lacerato i sacchetti e disperso al vento il tesoro. Ai due non resta che scoppiare in una travolgente risata.

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Uno dei massimi capolavori di John Huston,  nel 1949 Oscar miglior regia , migior attore non protagonista (Walter Huston, padre di John) e migliore sceneggiatura non originale (John Huston). Adattamento dell’omonimo romanzo di B. Traven, pubblicato nel 1927. Pochi oggi ricordano B. Traven, ma tra gli anni quaranta e i sessanta fu una misteriosa celebrità. Considerato all’epoca uno dei massimi narratori americani, i suoi libri furono tradotti un po’ ovunque, uno di questi trasformato in successo cinematografico da John Huston. Praticamente nessuno tuttavia, neanche il regista, ebbe modo di conoscerlo. La sua identità divenne oggetto di infiniti gossip, inchieste sparse per il globo alla ricerca di una soluzione che, fino a oggi, è

il tesoro della sierra madrerimasta sconosciuta. Traven è stato riconosciuto via via in un agente di Stalin, in un marinaio amburghese, in una giornalista messicana e identificato come Berick Traven Torsvan, Esperanza Lopez Mateos, Hai Croves, e che sia sfuggito a una condanna a morte per il suo coinvolgimento con la clandestinità anarchica in Baviera. Arrogante, alcolista e scialacquatore, però dotato di spirito d’avventura e grande genialità, perennemente irrequieto ma con l’aura di eterno ribelle anticonformista, cacciatore con l’ossessione di abbattere un elefante, ex-soldato – è stato un tenente dell’esercito messicano -, ex-giornalista, ex-pugile, la passione per la pittura, cinque mogli ed un amore sconfinato per l’Irlanda; questo è stato John Huston al di là del suo cinema e della traccia che ne ha lasciato ai posteri.

Tutto ciò si evince anche in questa opera, perché John Huston, nella sierra madre si ritrova con quella sua presunta discontinuità ed una sostanziale mancanza di cifra stilistica, che ha sempre glissato con gran classe riconducendola nell’alveo delle proprie qualità : “Io non mi sento un regista con un suo stile”. “I disperati” Traven Huston e Bogart, insieme, paragonabili solo con quelli di Rapacità di Eric von Stroheim, viatico memorabile per Giungla d’asfalto con cui si dirà una parola definitiva sul genere nero.

Titolo originale: The Treasure of the Sierra Madre
Regia: John Huston
Interpreti: Humphrey Bogart, Walter Huston, Tim Holt, Barton McLane, Harry Vejar
Durata: 126’
Origine: USA 1948
Genere: western

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