Il vincente, di Luca Magri

Opera prima del regista, mostra la discesa nel baratro e la dipendenza dal gioco in modo confuso. Con ambizioni autoriali tra Melville, Wagner/Visconti e l’uso del bianco e nero

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Il rumore e la visione del mare. Quasi il desiderio di fuga da uno spazio sicuro e chiuso, dominato dal protagonista Antonio, interpretato dallo stesso regista Luca Magri. Quasi uno sfondo polar di un cinema invece chiuso nei propri confini, soffocato dai dialoghi (“Sei un vincente!”) che ne limitano anche una potenziale rabbia implosa.

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Antonio è un giovane benestante di Parma che ama la bella vita e soorattutto giocare a poker. È mantenuto dal padre che lo spinge a trovarsi un lavoro e lo costringe a frequentare un gruppo terapeutico. Convinto di fare fortuna con le vincite al gioco, non frequenta più la solita compagnia ma si unisce a un gruppo di balordi. La sua vita sembra avere una svolta dopo l’incontro con Dalia, una gallerista. Ma è solo un’illusione.

C’è lo sfondo dell’immagine di una vita di provincia. I locali, la Mercedes, l’alba. Lo scopo principale è però quello di raccontare la dipendenza dal gioco d’azzardo. Luca Magri, al suo esordio dietro la macchina da presa dopo esperienze da attore (tra cui quelle con i fratelli Mazzieri e in tv nelle serie Don Zeno – L’uomo di Nomadelfia e Capri) ha però la mano molto pesante nel mostrarla, con esibite scene madri come in una puntata di Incantesimo. Il vincente mostra la discesa nel baratro in modo estremamente confuso. Non bastano i controcampi tra il tavolo e le slot machine al bar. Ciò che è assente è proprio la tensione durante la partita. Antonio domina sugli altri personaggi e non c’è quello stato di malata attesa che invece segnava Regalo di Natale di Pupi Avati. In più, nella dichiarata cinefilia – tra 007 ad Alain Delon che forse richiama Jean-Pierre Melville evidente probabilmente nell’uso del bianco e nero – ci sono delle stonature ed esibizioni autoriali come la musica di Wagner che sottolineava Morte a Venezia di Visconti. Forse un’altra cronaca di una perdizione. Tra Aschenbach e Antonio. Il mare, l’acqua e la spiaggia sono la fine. Oppure un nuovo inizio. Tanti spunti poco sviluppati. E indistintamente mescolati. Di un film che forse aveva bisogno di andare in sottrazione e non essere così sopra le righe.

Regia: Luca Magri

Interpreti: Luca Magri, Maria Celeste Sellitto, Michele Buttarelli, Marco Iannitello, Nina Torresi

Distribuzione: Avila Entertainment
Durata: 90′

Origine: Italia 2015

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