Illegittimo, di Adrian Sitaru

Dialoghi serrati e una ambientazione prettamente domestica compongono lo scenario in cui si manifestano le geometrie esistenziali di Sitaru in un film che ruota stavolta attorno all’aborto e l’incesto

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Illegittimo è un film essenziale che, ancora di più di Fixeur, sembra avere l’esclusivo compito di ripercorrere le riflessioni morali, questa volta attorno al tema dell’aborto e dell’incesto. Protagonista una famiglia e una coppia di gemelli, Sasha e Romeo, innamorati che finiscono per aspettare un bambino frutto di questa passione incestuosa. Il padre, medico e vedovo e da sempre antiabortista, era stato accusato dai figli di essere stato un delatore contro le donne che abortivano durante la dittatura, questa volta sembra cambiare opinione, ma chi non vuole l’aborto alla fine sarà proprio la figlia incinta. Il figlio arriverà e le cose in famiglia sembreranno prendere un’altra piega. Una storia perfettamente paradigmatica per la poetica di Sitaru. Un racconto che mette a frutto una ennesima riflessione questa volta su un tabù ancestrale. Il film dipana, qui con un andamento da dramma familiare, i temi, offrendo le possibili soluzioni e rimarcando il rapporto amoroso tra il fratello e la sorella. I suoi dialoghi serrati e una ambientazione prettamente domestica compongono lo scenario in cui si manifestano le geometrie esistenziali di Sitaru. Illegittimo conferma, ancora una volta, quanto poco interesse l’autore abbia per una credibilità assoluta della storia. Il film al contrario diventa un percorso di elaborazione, un continuo confronto, come accade anche in Fixeur, tra il tema nella sua astratta essenza e poi nella sua reale e quotidiana manifestazione.
Gli argomenti, così grevi nella loro pura astrazione, assumono forme, ma soprattutto, suggeriscono soluzioni inattese nel loro manifestarsi ed è per questa ragione che il regista focalizza la sua attenzione sul generale impianto delle storie piuttosto che su una assoluta adesione ad una ineccepibile realtà. In questa elaborazione travagliata che trova soluzionenella linearità delle storie è quasi naturale conseguenza che i personaggi assumano un notevole spessore psicologico. Così Anca e Radu in Fixeur sono figure segnate, ciascuno dalle proprie vicende, allo stesso modo e più complessivamente per i personaggi di ilegitim. Il cinema di Sitaru cerca quindi un palcoscenico per dare forma e sfogo alla sua necessità di un argomentare dialettico, alieno da ogni razionalità, ma suggerito esclusivamente dalla riflessione sui fatti, un palcoscenico in cui le immagini e i dialoghi possano tradurre, su un piano reale e in termini precisi e quasi didatticamente comprensibili, le questioni etiche che kantianamente ci accompagnano come il cielo stellato sopra ciascuno di noi.

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Titolo originale: Ilegitim

Regia: Adrian Sitaru

Interpreti: Adrian Titieni, Alina Grigore, Robi Urs, Bogdan Albulescu, Cristina Olteanu

Distribuzione: Lab 80 Film

Durata: 85′

Origine: Romania/Polonia/Francia 2016

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