inizioPartita. Heartstone: Sussurri degli Dei Antichi e la politica della Blizzard

Cosa si nasconde dietro la nuova espansione della casa di World of Warcraft, e al film in arrivo sul gioco? Non solo Heartstone ma anche tutti i nuovi progetti della Blizzard in una sola panoramica

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Heartstone: Heroes of Warcraft è un gioco di “carte” collezionabili digitali che, in poco tempo, ha saputo brillantemente imporsi sul mercato del F2P (Free to Play). Ha raggiunto oltre 20 milioni di giocatori in meno di un anno e continua a macinare record.
Blizzard ha deciso di lanciare sul mercato, solo qualche settimana fa, una sua nuova espansione, denominata Heartstone: Sussurri degli Dei Antichi (che, ovviamente, non sono quelli di Nipos, di Radio Deejay). Se ne sentiva davvero il bisogno? O sono solo i game-designer della Blizzard a sentire la necessità di una svolta radicale?

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La risposta più immediata è un ovvio “si”, anche se non ci è ben chiaro a quale tra le due domande. Il gioco, rispetto agli esordi, è notevolmente cresciuto, diventando maturo. Ma non ha dimenticato l’esigenza di avvicinare sempre nuovi gamer, che spesso si trovano a disagio nell’affrontare i giocatori esperti. Non solo molti newbie (principianti) si trovano a competere con i player veterani, ma lo debbono fare utilizzando mazzi appena costruiti, magari poco performanti. Ecco perciò che la Blizzard tenta di porre rimedio a questa frustrante situazione con una nuova modalità standard, che pone l’accento soprattutto sui mazzi base e che, quindi, permette a tutti gli estimatori del titolo una nuova esperienza di gioco, sicuramente più dolce e meno traumatica per i gli avventori dell’ultimo minuto.
La nuova espansione, tuttavia, si concretizza in un momento molto delicato per il producer di World of Warcraft. Il parco dei titoli in via di sviluppo si sta allargando a macchia d’olio; tra poco esce il primo film (Warcraft: L’Inizio) ambientato nell’universo narrativo di WoW, ed incentrato sulla prima guerra tra orchi e umani; poi uscirà Overwatch, uno sparatutto sotto molti aspetti piuttosto innovativo. Il tutto mentre trapelano le prime notizie sulla morte del progetto Titan (un’evoluzione di WoW), direttamente dal game-designer Jeffrey “Tigole” Kaplan.
Se le carte digitali di Heartstone stanno ancora cavalcando l’onda lunga di WoW, il main product sta soffrendo un fisiologico calo di nuovi adepti. Si sono fatti avanti molti nuovi competitor, più recenti, con game-engine innovativi e maggiori libertà per quel che riguarda le dinamiche del gameplay. Tutte cose che WoW non si può permettere.
Per fronteggiare tutto ciò, a fine Agosto verrà lanciata una nuova espansione denominata World of Warcraft: Legion, con la quale alla Blizzard sperano di riacquistare i giocatori persi, invogliandoli a raggiungere il livello 110.

Ad ogni modo, si ha l’impressione che tutte le produzioni videoludiche del noto publisher stiano convergendo a livello di marketing in un “nexus” dove il gamer possa trovare tutto ciò che lo soddisfi, a qualsiasi genere appartenga (…in effetti Overwatch completa il quadro).
Abbiamo, in effetti:

  • World of Warcraft (un classico MMORPG fantasy, con tutte le sue espansioni);
  • Heartstone: Heroes of Warcraft (un gioco di carte collezionabili virtuali, anch’esso con ambientazione fantasy e con le proprie espansioni);
  • Diablo (un action-RPG fantasy di caratura storica);
  • Starcraft (fantascienza e strategia in tempo reale);
  • Overwatch (uno sparatutto vecchio stile in sintonia con i Multiplayer Online Battle Arena).

Il lavoro della Blizzard non è casuale: sta stringendo i giocatori in un universo sempre più completo e per molti versi chiuso, con un potente ventaglio di opzioni. Questo purtroppo va a discapito di nuove idee e progetti davvero innovativi (come forse era Titan).
Per ora abbiamo molta, moltissima carne al fuoco: c’è da sperare che, con il passare del tempo, non ne rimanga solamente il puzzo di bruciacchiato. In particolare, i riflettori sono puntati sulla pellicola, in uscita il 1° Giungo di quest’anno: si spera non si riveli un enorme fiasco, come già è successo per altri lungometraggi di ispirazione videoludica.

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