inizioPartita. Per un Torrentz che chiude… (sul diritto d’autore nel videogaming)

Torrentz.eu ha chiuso i battenti. Prendiamo spunto da questa vicenda per una riflessione ferragostana sulla violazione del diritto d’autore, nel videogaming e oltre…

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Dopo la chiusura “forzata”  di Kickass Torrents, il cui presunto fondatore, Artem Vaulin, è stato arrestato non molto tempo fa in Polonia su mandato spiccato dalle forze dell’ordine targate U.S.A., molti appartenenti alla frangia dei torrentisti duri&puri si erano gettati giocoforza sul metamotore Torrentz.eu. Per chi non sapesse cos’è un metamotore, va detto che Torrentz.eu (o più semplicemente Torrentz) non è un vero e proprio search-engine per i file torrent, ma, piuttosto, un indagatore parassitario, capace di sfruttare altri servizi di ricerca per restituire una mole consistente di risultati (non originali), adeguati a ciò che si sta cercando. In pratica, digitando nell’apposito campo la specifica da ricercare, esso la inoltrava automaticamente a diversi search-engine/servizi di ricerca, autentici ma meno user-friendly, per visualizzare una lista completa dei file disponibili in rete. Questo consentiva ai suoi fruitori di risparmiare tempo, evitando le solite fastidiose seccature dovute ai milioni di pop-up che solitamente infestano certi siti, per non parlare dei virus che finiscono per appestare i malcapitati ed incolpevoli PC degli “scaricatori compulsivi”; insomma, per ciò che era inerente la ricerca di una determinata risorsa downloadabile dai torrent, faceva tutto lui… “sniffando” ed indicizzando per conto dell’utilizzatore i risultati di molti altri motori di ricerca, e scegliendo quelli più utili e sicuri.

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Peccato che ora anche Torrentz abbia chiuso i battenti, dopo ben 13 anni di attività. Apparentemente, il relativo sito-web è ancora attivo, ma, cliccando sul tasto “Search”, si ottiene solo un messaggio di addio: “Torrentz will always love you. Farewell.”. Che tradotto suona più o meno: “Torrentz vi amerà sempre. Addio.”.
Con probabile base in Finlandia, Torrentz era diventato uno degli snodi nevralgici della comunità torrent, proprio per la sua semplicità di utilizzo, che consentiva anche ad utenti poco esperti di trovare e scaricare film, serie TV, musica, giochi, libri e software utility. Il tutto senza spese, ma con risvolti illegali.
Ricordiamo infatti che, per la preminente giurisprudenza  attuale, risulta illegale la distribuzione di opere protette da diritto d’autore, senza il consenso dell’autore stesso o di chi detiene ed esercita tale diritto in sua vece avendone titolo (leggi “chi ha comprato e detiene i diritti di quell’opera”). Quindi, anche se in teoria il solo atto di scaricare delle risorse disponibili in rete non sarebbe illegale (…quand’anche fossero di origine “incerta”), viene certamente commesso un illecito da chi le rende disponibili online violando il diritto d’autore. Forse è proprio per questo motivo che “Flippy”, nick con cui è noto ai più il misterioso fondatore di Torrentz.eu, ha deciso di inattivare il portale, cioè per evitare di fare la stessa fine di molti suoi colleghi, compreso il Vaulin.

Va detto comunque che, qualsiasi software venga utilizzato per scaricare i file torrent, e più in generale considerando l’ampia categoria dei programmi P2P, ciò che si scarica lo si condivide anche: in pratica, pur essendone non del tutto coscienti, i fruitori di tali programmi effettuano non solo il download, ma anche l’upload di risorse, spesso violando il diritto d’autore. E commettendo perciò un atto illegale.

Pur se attualmente non vi è manifesta volontà di andare a colpire i singoli fruitori (tranne qualche rara eccezione), e le forze dell’ordine si concentrano soprattutto su chi gestisce i grandi flussi di dati piratati tramite i portali come Torrentz, non va minimizzato il rischio di avere problemi legali se si fa largo abuso del “download selvaggio” di risorse cui non si avrebbe titolo ad accedere.

E poi, diciamoci la verità, soprattutto per i videogame, è più bello collezionare un bel titolo con il packaging originale, per esibirlo sullo scaffale di casa e far venir l’acquolina in bocca a tutti gli amici hardcore-gamer, piuttosto che scaricarsi la ISO tramite torrent, per poi “sverginare” uno squifido e lattiginoso DVD anonimo, che magari poteva risultare più utile per salvare le foto dell’ultima festa di compleanno.

Insomma, per quel che ci riguarda, viva le collector’s edition …e non solo dei giochi, ma anche dei film, delle serie TV, ecc.! E magari muoviamo un po’ di più i glutei per andare a vedere qualche pellicola in anteprima al multisala!

Non ci si vuole certamente scagliare contro il P2P, ma chi ci sguazza dovrebbe farsi due conti per capire se ultimamente ne vale davvero la pena. “Flippy” docet! Ci rendiamo conto che si tratta di una conclusione provocatoria, ed esporla in questi termini può forse risultare arrogante, ma speriamo che la boutade susciterà qualche vostro commento intelligente e costruttivo, senza scadere nell’insulto o nel dileggio: fatevi sentire e diteci come la pensate a riguardo.

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    4 commenti

    • Cristina Heinnes

      Ma così non vi sembra di esagerare? Io mica li ho i soldi per comprarmi tutti i giochi originali; poi adesso costano una cifra soprattutto per console. Per PC costano meno, ma escono come porting solo dopo un fottio di tempo.

      • Enrico Rizzato

        Lo scaricare contenuti protetti da diritto d’autore attarverso i torrent, è, per dirla eufemisticamente, una procedura al di là del limite della legalità. Questo è un dato di fatto. Si può opinare sul fatto che i giochi originali costino troppo (e qui l’utenza e le riviste di settore dovrebbero farsi sentire), ma, perdurando l’abitudine al download selvaggio, i publisher videoludici potranno comunque accampare la scusa dei mancati introiti dovuti alle copie pirata: perciò niente calo dei prezzi.

    • Cristina Heinnes

      Lo so da sola che scaricare un gioco coi torrent è illegale. Però il prezzo di un gioco non è un particolare di poco conto e giuro che a me non interessano in particolar modo le collector’s edition. Anche i giochi in edizione standard costano parecchio. Non è per essere polemica, ma le riviste di videogiochi sono sempre pronte a dare addosso al P2P e a chi lo usa. Mai però nessuna che se la prenda con le grosse aziende per i costi troppo gonfiati dei giochi.Se ci fosse una petizione, la firmerei

      • Enrico Rizzato

        Capisco lo sfogo, e, personalmente, non do addosso al P2P più di tanto; la mia considerazione è diversa:dopo essersi fatti quattro conti in tasca,e visti i rischi che si corrono, è ancora conveniente ricorrervi? Tieni presente che è vero che i giochi in formato “fisico” costano parecchio,ma oramai ci sono molti servizi di download, tipo STEAM, che li offrono in versione digital download a prezzo quasi sempre ribassato rispetto alla versione fisica (sempre se non compri un prodotto in anteprima).