"Jersey Girl", di Kevin Smith

Un film efficace e sorprendente che elabora il lutto in sottrazione ma facendo avvertire sulla pelle il persistente dolore come lo straordinario Moonlight Mile di Silberling ma anche una pellicola di prorompente intensità sul rapporto padre/figlia. Il cinema che non ti aspetti da Kevin Smith, la più sfavillante sorpresa d'inizio stagione.

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Vira decisamente in direzione mélo il cinema di Kevin Smith. Dopo i ritratti compiaciuti e sopravvalutati di Clerks, le sperimentazioni strampalate di Dogma e Generazione X, con Jersey Girl il regista sembra ripartire da quegli squarci sentimentali di In cerca di Amy che fino ad oggi era stata l'opera più convincente. Il film in effetti parete con quel respiro da commedia grottesca propria del suo cinema con alcuni bambini di una classe che leggono illoro tema. Poi arriva il turno di una bambina Gertie e si apre un flashback lunghissimo che riporta indietro di 10 anni e precisamente al 1994 e comincia a raccontare la storia dei suoi genitori. All'epoca suo padre Ollie Trinke (Ben Affleck) è un publicist di successo nel mondo discografico ed è felicemente sposato felicemente con Gertie (Jennifer Lopez). La donna però muore durante il parto. L'uomo, sconvolto dal dolore, vede appena la presenza della figlia. Se ne occupa invece il padre dell'uomo, che lavora nel New Jersey come addetto alle macchine spazzaneve e pulisci-strade. Ollie poi viene anche licenziato durante una conferenza stampa quando tratta male i giornalisti i deride Will Smith (definito "il principe di Bel-Air") che all'epoca non aveva ancora raggiunto la notorietà come attore cinematografico. Da questo momento il corpo del protagonista è come imprigionato dentro uno spazio, dal quale tenta faticosamente di uscire per ritornare a New York e avere nuovamente l'occasione di ritornare a svolgere la professione che aveva prima.

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Guardare il film come una collaborazione della coppia Ben Affleck-Jennifer Lopez (anche protagonisti del pessimo Amore estremo di Brest) è totalmente fuorviante, così come appare depistante leggerla e confrontarla con l'opera precedente di Kevin Smith. Jersey Girl è infatti un film istintivo, che esce sinceramente da dentro (è infatti dedicato al padre scomparso), che propone momenti di sfavillante comicità come nella sequenza della conferenza stampa in cui Ollie, costretto a portare con sé la bambina in fasce, perde la testa e insulta sia un gruppo di giornalisti inferociti sia Will Smith. Ma la pellicola è soprattutto un melodramma disordinato e coinvolgente, che riscalda gradualmente il New Jersey con un'intensità simile a quella con cui Robert Benton guardava la cittadina di North Bath in La vita a modo mio, che lascia i personaggi in preda alle loro istintive emozioni. Jersey Girl lavora sulle ellissi ma anche sulle stasi temporali, riduce al minimo i movimenti di macchina e cattura gli sguardi come quelli traOllie e Maya, una commessa di un negozio di noleggio di home video con cui scatta il colpo di fulmine, le tensioni, le intimità e le complicità nascoste. Un film efficace e sorprendente che elabora il lutto in sottrazione ma facendo avvertire sulla pelle il persistente dolore come lo straordinario Moonlight Mile di Silberling ma anche una pellicola di prorompente intensità sul rapporto padre/figlia in cui l'accoppiata composta da Ben Affleck e dalla bravissima Raquel Castro – una bambina di 10 anni qui al suo primo film – ha un affiatamento simile a quello tra Ryan e Tatum O'Neal in Paper Moon e a Dustin Hoffman e Justin Henry in Kramer contro Kramer. In un cast che vede, oltre a Liv Tyler nel ruolo di Maya e una veloce apparizione di Matt Damon nei panni di un addetto alle pubbliche relazioni, arriva poi Will Smith che incrocia Ollie mentre si trovano in sala d'aspetto ad attendere un importante manager. Ci si aspetta lo scontro comico, ma invece la loro conversazione scivola sulla famiglia e soprattutto sui figli e su quanto la loro si senta la loro assenza quando non si sta con loro. Una direzione ancora una volta sotterranea, imprevedibile quella di Jersey Girl, un film d'amore vero tra padre e figlia che esplode in un ballo finale che esplode nella testa e ci altera lo sguardo in un film capace di squarciarti e di entrarti dentro. E lo fa con maggiore forza perché proprio è quello che dal cinema di Kevin Smith non ti aspetti.


 


Titolo: Jersey Girl


Regia: Kevin Smith


Interpreti: Ben Affleck, Liv Tyler, Jennifer Lopez, Raquel Castro, George Carlin, Jason Biggs, Will Smith


Distribuzione: CDI


Durata: 102'


Origine: Usa, 2004

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