La bugia bianca, di Giovanni Virgilio

Il tema è affrontato dall’esordiente regista con delicatezza e sensibilità pur essendoci alcune ingenuità

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Veronika è una ragazza modello: le sue giornate sono scandite tra le lezioni di violoncello, che segue con costanza e passione, e l’università, dove si incontra con Katrina, il suo esatto opposto, una giovane vitale e trasgressiva, sempre pronta a lanciarsi in nuove avventure, alla ricerca costante di stimoli. Veronika e Katrina vivono con le loro famiglie in un paesino bosniaco non ben specificato, che nasconde una serie di segreti e non detti, ed entrambe scopriranno sulla loro pelle quanto le “bugie bianche”, ossia dette a fin di bene, non facciano altro che nascondere sotto al tappeto scomode verità che si vorrebbero cancellare per sempre.

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Con La bugia bianca, Virgilio affronta con delicatezza e sensibilità gli effetti di una guerra devastante come quella della Bosnia Erzegovina, mostrandoci la graduale presa di coscienza di una giovane donna, che dovrà strappare un velo di ipocrisie per “toccare con mano” ciò che vi si nasconde sotto, scoprendo che la violenza ha un’onda d’urto che si rifrange negli anni. Premettendo che il regista è riuscito nell’ardua impresa di girare un film con un budget minimo, e già per questo è apprezzabile e degno di stima, e che inoltre affrontando le terribili conseguenze del conflitto serbo-bosniaco ci obbliga a confrontarci con le immagini di una guerra recente ma già dimenticata, focalizzandosi su un capitolo particolarmente oscuro, ossia quello degli stupri di massa perpetrati come arma, di bisogna purtroppo constatare che l’opera prima di Virgilio è incrinata da alcune ingenuità, a partire dal look inverosimile delle protagoniste, che sembrano appartenere agli anni ’90 piuttosto che ai giorni nostri, proseguendo con le loro caratterizzazioni troppo nette e stereotipate, la cui improbabilità è rinforzata dai dialoghi, che troppo spesso appaiono finti e costruiti, fino alla trama stessa, che segue un bisogno quasi pedissequo di completezza assoluta, ed in tal modo rende ogni personaggio del film, anche se secondario, portatore di un differente ricordo traumatico e nascosto collegato alla guerra, come a voler coprire tramite questo catalogo di memorie di traumi passati, la più vasta gamma possibile di atrocità, seguendo un fine più documentaristico e scolastico che non cinematografico. Ciò nonostante, vi sono delle rare epifanie, dei momenti sospesi nei quali percepiamo l’inquietudine del sospetto nel volto di Veronika, quando le cupe verità, che già sente dentro di sé, le si affacciano attorno come nuvole oscure.

Regia: Giovanni Virgilio
Interpreti: Francesca di Maggio, Federica De Benedittis, Carmen Giardina, Isabel Russinova
Distribuzione: ASAP Cinema Network
Durata: 88′
Origine: Italia, Bosnia-Herzegovina 2015

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