Si è spento l’altro ieri a Milano a 78 anni (la città dove era nato il 16 febbraio 1938) il saggista e critico cinematografico Lorenzo Pellizzari. Redattore di Cinema nuovo, diretto da Guido Aristarco, all’inizio degli anni ’60, ne era poi uscito nel decennio successivo fondando con Adelio Ferrero e Guido Fink Cinema & Cinema che ha diretto dal 1977 al 1981. Storica firma di Cineforum (ricordato da Fabrizio Tassi nell’appassionato e commuovente articolo nell’edizione on-line della rivista), aveva collaborato anche con Duel e curato, tra le altre cose, la mostra fotografica Hollywood anni Trenta per la Biennale di Venezia del 1982, la retrospettiva su Alberto Cavalcanti per il Festival di Locarno del 1988, le collane “Biblioteca Cinema per Longanesi e “La nobile arte” per Falsopiano. Recentemente, per Artdigiland, si era occupato della riedizione di L’avventura di uno spettatore. Italo Calvino e il cinema (2015) e pubblicato Il mio Zavattini. Incontri, persone, sopralluoghi (2012) e Il calendario del cinema: 365 giorni tra persone, film, momenti di riguardo (e senza riguardo) ovvero L’altra faccia della luna (2016) e la sua militanza critica è fortemente testimoniata dal suo volume Critica alla critica. Contributi a una storia della critica cinematografica italiana edita da Bulzoni del 1999. Alcuni suoi saggi sono poi presenti in Storia del cinema mondiale diretta da Gian Piero Brunetta per Einaudi.

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Appassionato e collezionista – ha proprio donato quest’anno al Centro Culturale San Biagio di Cesena la sua fototeca privata, con circa 15.000 foto di cinema – aveva anche fondato nel 1978 il Premio Adelio Ferrero riservato ad aspiranti giornalisti saggisti e critici cinematografici e nel 2002 tra i creatori di Ring! Festival della critica cinematografica che si svolgevano entrambi ad Alessandria.

Ho avuto nel corso degli anni con lui pochi incontri, ma la sua presenza è stata per me sempre molto viva ed attiva. L’avevo conosciuto proprio in occasione del Premio Ferrero nel 1992. Avevo partecipato con la recensione di Chiedi la luna di Giuseppe Piccioni, che era illeggibile. Ovviamente e giustamente non aveva avuto nessun riconoscimento. Ma alla fine della premiazione mi prese da parte. Gli chiesi se dovevo lasciar perdere e continuare a scrivere di sport e invece lui mi ha spinto ad andare avanti dandomi dei preziosi consigli sull’approccio e la lettura del film. Mi aveva quindi invitato a partecipare di nuovo al premio e mi ripresentai due anni dopo con un saggio su Aki Kaurismäki. Non vinse niente neanche quello ma, in quel caso, un passo avanti era stato fatto perché ero stato richiamato per partecipare al Premio e lui era contento di rivedermi. Anche in quell’occasione, pur vedendo dei miglioramenti, mi aveva dato altri consigli.

Era davvero un piacere vederlo quando ci si incontrava durante le riunioni di Cineforum. Parlavamo di cinema, ma anche di Inter e di politica. Ed è stata anche tra le mie prime amicizie social su Facebook. In privato ci si confrontava e mi sollecitava a guardare sempre con curiosità e attenzione ogni notizia, ogni fatto e di reinterpretarlo secondo una nostra coscienza critica.

Ci mancherà Lorenzo Pellizzari. Con un modo di fare critica attento, puntiglioso e appassionato. Quello che allora mi ha spinto a tentare questa avventura. E se oggi faccio questo mestiere, lo devo anche a lui.

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