La donna elettrica, di Benedikt Erlingsson

I diritti della Natura dovrebbero essere di pari importanza di quelli dell’uomo. Halla si mostra impavida contro le istituzioni, accompagnata dal complesso musicale che la segue sulla scena

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Avere un’opinione forte, un’idea o un ideale da seguire è una delle più forti attrattive della forza di volontà di una persona. Ti porta a rischiare la vita, a metterti contro i più potenti, in una battaglia continua che rischia di prevaricare, a livello d’importanza, la tua vita personale. In una sorta di metamorfosi, tutto il resto rischia di non avere più senso, di essere solo una copertura.

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La donna elettrica (Woman at War), l’ultimo film di Benedikt Erlingsson, racconta la storia di una donna di quarant’anni, sola e incredibilmente forte. In Islanda, così come in tutto il resto del mondo, le multinazionali stanno distruggendo l’ambiente, ma Halla (Halldora Geirhardsdottir) non si limita a protestare o a discutere intorno a tavole rotonde, lei cerca di sabotare le multinazionali con la propria sola forza e ingegno. Halla ha ormai deciso di dedicare la sua vita a questo, mentre durante il giorno fa l’insegnante di canto. Finché una sorpresa ormai inaspettata le scombussola la vita, e di conseguenza la sua missione rischia di passare in secondo piano.

Così come nel precedente Storie di cavalli e uomini, anche stavolta il regista cerca una fortissima connessione con la natura, che diventa quasi la seconda protagonista di questa storia avvincente. L’autore infatti, ha deciso di inclinare la sua carriera cinematografica proprio sull’argomento, convinto del fatto che i diritti della Natura dovrebbero essere considerati di pari importanza di quelli dell’uomo. La donna si mostra impavida contro le forti istituzioni e proprio come una guerriera, lotta, da sola, contro ciò che tutti ritengono ingiusto ma nessuno è disposto a contrastare.

È molto interessante l’uso che viene fatto della musica, che diventa completamente diegetica, facendo comparire e interagire sempre i musicisti con gli attori. Un complesso di musicisti e talvolta da un coro di donne ucraine vestite con abiti della tradizione. Questo elemento ha radici antichissime. Infatti nell’antica Grecia si credeva che le persone creative fossero accompagnate da un daimon (essere per metà divino e per metà umano), che conferiva all’uomo coraggio e forza per superare le proprie imprese. La musica diegetica in questo film sembra avere la stessa funzione, essendo anche capace di aggiungere comicità e divertimento per lo spettatore.

 

Titolo originale: Woman at War
Regia: Benedikt Erlingsson
Interpreti: Halldóra Geirharðsdóttir, Jóhann Sigurðarson, David Thor Jonsson, Magnús Trygvason Eliasen, Omar Gudjonsson, Jörundur Ragnarsson
Distribuzione: Teodora Film
Durata: 101′
Origine: Islanda, Francia, Ucraina, 2018

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