"La masseria delle allodole", di Paolo e Vittorio Taviani
È l'aspetto letterario a prevalere, la cura dei particolari, la precisione con cui abiti ed edifici vengono ricostruiti. Ci sono descrizioni, non passioni, eleganza vuota, senz'anima. Non si può non riconoscere al film il merito di aver scavato nell'oscuro passato dell'umanità. Ma non basta
Lunghissimi anni separano il tragico eccidio del popolo armeno dalle crudeltà di oggi. La distanza offusca la visibilità, confonde le emozioni, arrotonda gli spigoli, schiarisce i contorni delle immagini. Così facendo il racconto perde corpo e vigore, si appiattisce, costretto a sopravvivere in un passato a sole due dimensioni. Una netta cesura interviene così a distinguere il presente dal tentativo di riportare alla luce l'esperienza vissuta da altre generazioni e non basta la consapevolezza. Non basta per ridare un volto alla polvere e voce a coloro che vorrebbero urlare. I pezzi non vanno più al loro posto. Rimangono scollati, separati, nonostante il tentativo di ricomporli. Sono i pezzi della Storia che si trasforma in narrazione, spogliandosi di quei colori vividi che un tempo poteva vantare.
Almeno questo accade al film dei fratelli Taviani, spaccato a metà, disposto su due piani che proprio non riescono ad aderire l'uno all'altro. Da una parte
Il teorema sta in piedi, tutte le operazioni sono state studiate nei minimi particolari. Il risultato finale è frutto di un ragionato dosaggio di pieni e vuoti, di rimandi interni. La struttura è elaborata, gli incastri ben progettati, secondo un dualismo che alterna pace e guerra, amicizia e tradimento, amore e odio. I passi dei bambini che corrono per casa, i passi della gente che accorre al funerale, gli stessi del popolo armeno, in cammino forzato verso la sua stessa morte. Le visioni mai chiare, sempre sbirciate, attraverso il lembo sollevato di un tendaggio, la serratura di una porta, gli spiragli che lasciano filtrare una luce irreale. Tutte anticipazioni, sottolineature continue di una verità tenuta nascosta, mai completamente rivelata, pronta a trasformarsi nella più nera delle tragedie.
Non si può non riconoscere a La masseria delle allodole il merito di aver scavato nell'oscuro passato dell'umanità, di aver costruito un ponte che mette in comunicazione le orribili crudeltà del passato con quelle di un'attualità purtroppo sempre in primo piano. Ma non basta.
Regia: Paolo e Vittorio Taviani
Interpreti: Paz Vega, Moritz Bleibtreu, Alessandro Preziosi, Angela Molina, Mariano Sigillo, Mohammad Bakri, Hristo Shopov
Distribuzione: 01 Distribution
Durata:
Origine: Italia/Bulgaria/Spagna/Francia 2007