La ragazza dei tulipani, di Justin Chadwick

Un dramma in costume anacronistico, l’Amsterdam del 1600 sottoposta alla vertigine del XXI secolo, un dipinto incompiuto e galleggiante che non sa se diventare tragedia greca o action movie

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Qual è il punto d’incontro definitivo tra l’arte e il cinema? Forse l’equazione è più una continuità e il Cinema diventa l’espressione organica, dilungata, di una manifestazione pittorica ferma, conclusa, che tuttavia cerca di riprendere un pezzo sfuggente della realtà. La pittura, si sa, è arrivata molto prima del Cinema. Ma il detto “arte in movimento” scava sempre nella sua fonte primaria e torna spesso alla calma del dipinto, dell’acquerello, forse cercando un briciolo di passività, quel senso di chiusura, di finito, di sorriso perenne, sguardo fisso e paesaggio statico che anche se non si muove non perde mai i suoi colori, la sua natura, il suo fulgore.

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Nel suo quarto lungometraggio, La ragazza dei tulipani – tratto del romanzo omonimo di Deborah Moggach – il regista inglese Justin Chadwick (L’altra donna del re) riflette su questa alchimia, muovendo la sua narrazione tra inquadratura e dipinto, tra pellicola e olio, ritratto e mobilità, realtà e rappresentazione. Nell’Amsterdam del 1600 la giovane orfana Sophia (Alicia Vikander), cresciuta in un chiostro dalle suore – sotto la tutela della badessa personificata dalla sempre brillante Judi Dench – viene presa in matrimonio da un ricco e vecchio mercante, Cornelis Sadvoort (Christoph Waltz); anche se lui rappresenta l’unica via d’uscita a una vita di chiusura e preghiera, Sophia sente una sorta di devozione quasi religiosa nei suoi confronti. Ma quando Cornelis decide di farsi ritrarre con sua moglie, occorre l’incontro definitivo: quello tra Sophia e il giovane pittore Jan Van Loos (Dane DeHaan). Tutto sotto gli occhi nascosti e attenti di Maria (Holliday Grainger), la cameriera di Sophia. Anche se appartiene a un mondo del quale, secondo le regole delle favole, non potrebbe mai essere protagonista, Sophia diventa il narratore e il punto di vista centrale di una storia che fa parte del suo passato, costruendo allo stesso tempo una narrazione aliena e anche la sua propria vita.

Mentre il commercio di tulipani  diventa una febbre collettiva – e il ritratto della coppia

prende forma, per rendersi una prova silente di una storia nascosta e stridente, come in La ragazza dall’orecchino di perla – il film di Chadwick fiorisce all’improvviso, diventa instancabile, continua a spingersi oltre i canoni e rivela il suo atto rivoluzionario: raccontare una storia del passato, come se fosse girata nel presente. Un dipinto classico, appunto, di Amsterdam nel 1600 – con tutta la sua parsimonia, atmosfera bucolica, calma ed energia repressa – sottoposta a un ritmo frenetico, un racconto girato a 360 gradi, un Action cam fuori tempo. Una vecchia città in costruzione che sembra una Metropoli contemporanea, un mercato che diventa una versione settecentesca e ancora più spietata di Wall Street. Un dramma in costume che prende forza nel suo anacronismo, forse riconoscendo l’inevitabile sguardo del presente come l’unico e più onesto approccio possibile.

Da bulbo impenetrabile e di misure perfette, La ragazza dei tulipani prende una certa forza quando cambia all’improvviso le sue forme, come un caleidoscopio, allontanandosi della sospensione di un dipinto e diventando una figura organica, un mix tra dramma, intrigo, tragedia greca e action movie, includendo nella equazione pure una Cara Delevingne che sembra persa nel film così come il suo personaggio, e un Zack Galifianakis che, anche in un ruolo non protagonista che scatena l’azione centrale, non riesce a sviluppare tutta la sua solita potenza.

Tutto insieme, veloce, senza darci il tempo di fermarci a distinguere che c’è, come se guardassimo un quadro espressionista da lontano. Come una tela bianca che si dipinge, si cancella, diventa un’altra cosa sopra ma lascia sempre la traccia di quello che era all’inizio, trovando la sua combustione nel mix d’olio, colori e tessuti contrastanti. Una rappresentazione che può avvicinarsi a un ritratto fresco della realtà, ma anche essere soltanto un trucco dell’occhio, una menzogna destinata a essere scoperta.

Titolo originale: Tulip Fever
Interpreti: Alicia Vikander, Dane DeHaan, Judi Dench, Christoph Waltz, Zack Galifianakis
Regia: Justin Chadwick
Origine: USA, Gran Bretagna, 2017
Durata: 107′
Distribuzione: Altre storie 

 

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