La rinascita di una speranza. DC: Rebirth

Con Lego Batman in sala troviamo necessario parlare della Dc: Rebirth, la nuova rinascita editoriale nata per ripianare i torti e le forzature di un ciclo appena concluso e rilanciare i suoi eroi.

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Like the legend of the phoenix
All ends with beginnings 

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Quella del reboot è un’operazione diffusa da sempre nella storia del fumetto americano. Già prima che Hollywood decidesse di ricorrere assiduamente alla possibilità del “ripartire da capo”, le grandi case editrici di comics avevano “restartato” le loro collane e le storie dei loro supereroi svariate volte. Costretti a riconnettersi con i nuovi gusti dei lettori e rimodernare eroi nati negli anni quaranta, magari cambiandogli sesso, età, razza, religione o orientamento sessuale, la Marvel o la Dc hanno spesso optato per l’opzione del reset (soluzioni quasi mai definitive e drastiche visto che, il più delle volte, gli albi continuano a mantenere intatta la numerazione originale e i personaggi conservano il proprio spirito).

I grandi esperti  vi potranno elencare tranquillamente le svolte, parlandovi dell’ Ultimate Universe Marvel, della Crisi sulle terre infinite o di Flashpoint, elencandovene pregi e difetti, perdite nostalgiche ed efficaci novità. Recentemente, per motivi diversi, le due grandi case del fumetto hanno deciso di rilanciare, restaurando tutte le proprie collane principali. Se la Casa delle idee con Marvel Now ha lanciato una piccola rivoluzione forte dei successi cinematografici dei suoi personaggi più o meno iconici (si agli incassi che hanno raccolto Deadpool e I Guardiani della Galassia, eroi di nicchia), la Dc, invece, si è ritrovata quasi costretta al grande passo del reset. Le cose dal punto cinematografico, come sappiamo tutti, non vanno molto bene (dalla pessima accoglienza di critica e fan alla continua fuga di registi e di sceneggiatori, pronti a scappare millantando la scontata scusa delle solite divergenze creative) ma a preoccupare i vertici della casa editrice è stato l’esito commerciale del fatidico The New 52, l’ultima grande iniziativa globale che doveva creare un grandioso dream team di cinquantadue collane.

Dopo il già citato Flashpoint, il cross-over che, partendo dalle vicende intorno viaggio nel passato di Flash/Barry Allen, ha visto coinvolte tutte le storyline, la Dc si è ritrovata a ricalibrare i propri personaggi, creando un nuovo universo narrativo dove tutti i supereroi  e i supervillain (pur mantenendo praticamente invariate le loro origini) si sono ritrovati più giovani e quasi tutti alle prime armi. Questa svolta ha svecchiato molti eroi, anche avvicinando nuovi lettori agli albi, ma ha portato anche a scelte decisamente audaci come quella di ripensare di nuovo le origini di Batman (operazione già egregiamente riuscita nel fondamentale Anno Uno di Frank Miller),

DC Rebirthrealizzando con un tiepido Anno Zero, dove un giovane Bruce Wayne ancora senza maschera si ritrova a pensare come salvare la sua Gotham . Tra le tante collane, però, quella del Cavaliere Oscuro a cura di Scott Snyder (la serie di cui è smodatamente appassionato chi scrive) grazie all’esperienza The New 52 ha regalato anche tante perle, come uno dei migliori Joker degli ultimi anni (protagonista di due saghe magnifiche, fonti d’ ispirazioni per la performance ingiustamente criticata di Jared Leto) e addirittura un commissario Gordon nei panni, tecnologici di un nuovo uomo pipistrello. I successi di Batman, purtroppo, non sono stati replicati da molte delle altre 51 serie e, tra chiusure, rilanci e nuovi esperimenti (su Wikipedia è facile trovare le testimonianze dei tentativi) la DC si è ritrovata quasi di fronte ad una scelta obbligata

Dopo un rimpasto aziendale che ha visto anche la promozione di Geoff Jones a presidente della DC Entertainment, ecco la casa editrice inaugurare da giugno la tanto attesa Dc: Rebirth, la nuova rinascita per ripianare i torti e le forzature del ciclo appena concluso e, in qualche modo, riprendere da dove ci si era lasciati nel 2011. A gennaio la Rw Edizioni ha portato in Italia i nuovi volumi, aprendo la nuova fase con l’albo speciale Rebirth, dove lo stesso Johns riallaccia le file del multiverso Dc e getta le basi per le prossime avventure di tutti i personaggi. Da questo punto, infatti, nelle prime serie già pubblicate in Italia (Batman, Superman, Lanterna Verde, Wonder Woman e Flash, le altre come Suicide Squad e Justice League arriveranno nei prossimi mesi) vediamo i nostri eroi ritornare alle atmosfere e alle situazioni dello scorso decennio (il liberal Green Arrow, la ormai semidivina Diana Price e il ritrovato, classico, Uomo d’Acciaio) o impegnarsi contro i nemici di sempre (Hal Jordan ritrova Sinestro come Aquaman è pronto a confrontarsi con la sua nemesi Manta Nera). Altri, invece, sono costretti ad affrontare nuove minacce, con storie che sembrano veramente pronte ad alzare definitivamente il livello. Flash e Batman, ad esempio, già dai primi numeri, sono i due eroi che si ritrovano dentro le storyline più ambiziose, dalle potenzialità più impressionanti. Non è un caso che la coppia si sia praticamente presa sulle spalle il peso dell’intero Rebirth, guadagnandosi almeno per adesso, il ruolo protagonista anche del rivoluzionario crossover che condizionerà la vita di tutti i Dc Heroes per i prossimi anni. Oltre al mero obiettivo economico, Rebirth, infatti, ha scelto di fondarsi su una trovata narrativa che ha scatenato l’entusiasmo di milioni di lettori. Con buona pace di Alan Moore e Dave Gibbons, autori chiamati in causa sin dal primo volume speciale, il piano organizzato dai creativi della Dc, pur tradendo i limiti di una scelta assurda fatta dettata disperazione, rivela la commovente follia, anche arrogante, di chi è disposto ad azzardare oltre il tollerabile pur di far divertire i propri lettori.

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