La storia dell’amore, di Radu Mihaileanu

Con la stessa delicatezza di una fiaba moderna, Mihaileanu riporta in vita passioni antiche, sentimenti che sanno sopravvivere alle tempeste della vita e uomini in grado di mantenere le promesse

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La storia dell’amore inizia con un bacio. Un’istante di tenerezza rubato in uno scatto, in cui il volto degli amanti si percepisce appena, ma il destino del loro amore è inciso a chiare lettere sull’albero che li nasconde. Quest’albero non esiste più, così come il villaggio in cui cresceva, ma quel momento è ancora vivo nella memoria di chi l’ha vissuto, nonostante siano passati quasi quarant’anni. La ragazza nella foto è Alma, la donna più amata del mondo, colei che con una risata sapeva portare gioia nel cuore di Léo e dagli la forza di sporavvivere a qualunque cosa. La guerra li ha separati, portandoli ai due capi del mondo, ma la speranza di riabbracciarsi li ha tenuti in vita, facendoli viaggiare, crescere e scrivere opere meravigliose, come “La donna più amata del mondo”, il libro che Léo ha dedicato alla sua Alma e che a distanza di decenni continua a far sognare.
070284.jpg-r_1920_1080-f_jpg-q_x-xxyxx Dalla Polonia degli anni Trenta alla New York dei giorni nostri, il romanzo di Léo, continua a raccontare la vera natura dell’amore e ad impressionare giovani donna come Alma, che non riesce ad accontentarsi degli amori superficiali consumati alla velocità di internet, e cerca nel passato quei sentimenti profondi che nel presente non riesce a trovare. La sua storia si intreccia con quella di Léo e del suo prezioso manoscritto in una dimensione in cui i piani temporali si intersecano e si rincorrono, alla disperata ricerca di un indizio che aiuti Alma a rimettere insieme tutti i tasselli della storia più romantica del mondo e a comprendere la vera natura dell’amore grazie al magico potere della scrittura. 

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Ed è proprio dalla pagina che è nato il film di Radu Mihaileanu, ispirato al romanzo La storia dell’amore di Nicole Krauss, e poi abilmente trasformato in immagini, musica e parole. Raccontato con la stessa delicatezza di una fiaba moderna, La storia dell’amore di Radu Mihaileanu riporta in vita passioni antiche, sentimenti che sanno sopravvivere alle tempeste della vita e grandi uomini in grado di mantenere le promesse. Quasi come Alma, la giovane protagonista del film, Mihaileanu cerca di rispondere alla grande crisi emotiva del prente con gli esempi del passato, in cui l’amore per l’altro non era fagocitato dall’amor proprio e anche le grandi tragedie della vita non erano mai abbastanza forti da spazzare via l’amore. Così come i protagonisti del film anche Mihaileanu, figlio di un giornalista ebreo deportato nei campi di concentramento, non è certo estraneo alle tragedie, visto che ha vissuto sulla sua stessa pelle le drammariche conseguenze della dittatura comunista in Romania, del nazismo, dello stalinismo e dell’emigrazione. Ma l’esempio che ha tratto dalla sua esperienza e da quella di suo padre prima di lui, è che l’amore per la gente e per la vita è l’antidoto più potente per salvarsi dalle acque in tempesta.la_storia_dellamore_mark_rendall_gemma_arterton3
Il suo cinema è sempre stato legato alla dimensione politica, basti pensare a Train de vie, la storia di un villaggio ebreo che organizza un falso treno di deportazione per sfuggire al genocidio, o a Vai e vivrai, che narra il trasferimento degli ebrei etiopi in Israele negli anni Ottanta, o al più recente La sorgente dell’amore, una favola femminista contemporanea in cui le donne di un villaggio musulmano si rivoltano e organizzano uno sciopero dell’amore per ottenere dagli uomini il riconoscimento dei loro diritti. Ma sebbene la storia sia costantemente al centro dell’attenzione di Mihaileanu, al primo posto nel suo cinema c’è sempre l’uomo, con la sua straordinaria capacità di reagire alle avversità, di morire e di rinascere grazie a una forza sconosciuta e di attraversare le epoche indenne, sempre diverso eppure sempre uguale a se stesso. La storia dell’amore prosegue il percorso di ricerca del cineasta rumeno sulle potenzialità infinite dell’essere umano, e a ritmo di una fiaba d’altri tempi culla lo spettatore in un sentimento genuinamente positivista, che accende un bagliore di speranza su un presente in cui prevale l’oscurantismo dei sentimenti.

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