La terra degli orsi, di Guillaume Vincent

Nonostante qualche momento di meraviglia il documentario resta chiuso nella sua struttura sin troppo lineare preferendo spiegare e ribadire concetti invece di lasciar parlare le immagini

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Purtroppo non bastano degli animali e dei paesaggi naturali per dar vita a un bel documentario. Serve anche una certa dose di emozioni che creino empatia tra il pubblico e l’opera che sta guardando. La terra degli orsi di Guillaume Vincent, a parte rari episodi, non riesce in questo intento, proponendo un modello classico di racconto.

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Una voce narrante piuttosto didascalica – quella originale appartiene a Marion Cotillard, a noi è toccato l’irruento Flavio Insinna – si limita a descrivere con tono sempre serio e vocaboli nobilitanti il ciclo degli orsi bruni che popolano la penisola della Kamčatka, un territorio selvaggio nell’estremo est della Russia. Qui, dopo aver trascorso un lungo e soporifero letargo, una mamma e i suoi tre cuccioli si risvegliano affamati; per loro, e per i loro simili, inizia un viaggio non privo di pericoli che li condurrà verso la fonte principale di sostentamento: i salmoni. Durante la primavera, infatti, questi pesci raggiungono laghi e torrenti per deporre le uova e morire. Il documentario evidenzia bene il legame tra preda e predatore, soffermandosi sulla forza e la determinazione di entrambi, sull’istinto di sopravvivenza che li spinge ogni anno a intraprendere lo stesso percorso, consapevoli del destino incerto che li attende. Ed è affascinante come le diverse abitudini delle due specie si incontrino quasi apparentemente e garantiscano il tradizionale flusso di un ecosistema.

Nonostante, come dicevamo, qualche momento di meraviglia La terra degli orsi resta chiuso nella sua struttura sin troppo lineare, anzi circolare, preferendo spiegare invece che mostrare, ribadire concetti invece di lasciar parlare le immagini, oltremodo eloquenti. Vincent non si discosta da un realismo di maniera che è pur sempre apprezzabile se paragonato a un altro recente documentario sugli orsi, Bears appunto, che porta l’impronta Disneynature. Almeno in questo caso non siamo costretti ad assistere a fastidiosi siparietti comici che tentano di umanizzare una figura solitaria, imponente e dotata di grazia come l’orso.

Titolo originale: Terre des ours

Regia: Guillaume Vincent

Distribuzione: The Space Cinema

Durata: 87′

Origine: Francia 2014

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