La vita di Adele

 di Abdellatif Kechiche 

 

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titolo originale: La vie d'Adèle
interpreti: Léa Seydoux, Adèle Exarchopoulos, Jeremie Laheurte, Catherine Salée, Aurelien Recoing
origine: Francia, Belgio, Spagna 2013
distribuzione: Lucky Red
durata: 179'

 

 

A quindici anni, Adèle (l'esordiente Adèle Exarchopoulos) non si pone domande: una ragazza dev'essere attratta dai coetanei maschi. Le sue certezze vacillano nel momento in cui conosce Emma (Léa Seydoux – La belle personne, Sister, Mission Impossible: Protocollo fantasma), una giovane donna dai capelli blu, che le fa scoprire il desiderio e le permetterà di affermarsi come donna e adulta. Di fronte allo sguardo del mondo esterno, Adèle cresce, inizia a conoscersi veramente, perdendosi e ritrovandosi…

 

Palma d'oro all'ultimo Festival di Cannes, dove ha conquistato all'unanimità la giuria presieduta da Steven Spielberg, riportando anche il premio ex aequo alle due protagoniste, La vita di Adele è il quinto lungometraggio del regista franco tunisino Adbellatif Kechiche, già apprezzato al Festival di Venezia dove aveva vinto il Leone d'oro alla Migliore Opera Prima nel 2000 con Tutta colpa di Voltaire e il Leone d'Argento nel 2007 per Cous Cous.

 

Il film era intitolato inizialmente Le bleu est une couleur chaude (il blu è un colore caldo) come il titolo della graphic novel di Julie Maroh da cui è tratto, ed è stato poi cambiato in La vie d'Adèle, dal nome della giovane protagonista Adèle Exarchopoulos. 

 

La Vita di Adele ha permesso al regista di coniugare diversi desideri: la voglia di mostrare il percorso di una giovane istitutrice che era nato ai tempi de L'Esquive (2003) e non era riuscito a portare a termine, assieme alla storia d'amore passionale raccontata dalla Maroh.  Riguardo alla scelta delle sue interpreti, il cineasta ha detto di aver incontrato per prima Léa Seydoux : "Trovo che in Léa ci sia qualcosa dell'animo arabo.  Ho saputo più tardi da lei che aveva dei fratellastri arabi. Léa ha un modo di affrontare la vita, una consapevolezza che tutto passa che ha a che vedere con il nomadismo, l'erranza, qualcosa che rientra nell'ordine della malinconia, che noi chiamiamo « mektoub »". Quanto a Adèle Exarchopoulos, è stata scelta fuori dai casting, poi il regista l'ha invitata in una caffetteria: "ha ordinato un dolce al limone e vedendo il suo modo di mangiare mi sono convinto che era l'interprete giusta. Lei è totalmente sensuale, il suo modo di muovere la bocca, di masticare… la bocca è un elemento importantissimo nel film."

 

Kechiche e la sua protagonista Adèle hanno descritto il film come una storia d'amore, senza toni militanti sulla questione omosessuale. "Volevamo raccontare un sentimento, una coppia.  Se dovessi fare un discorso sull'omosessualità, la filmerei come qualunque altra storia d'amore, con tutta la bellezza che comprende". Kechiche, che ha la doppia nazionalità francese e tunisina, spera che il film faccia "del bene alla gioventù tunisina", sottolineando la necessità di una rivoluzione sessuale nel Paese. 

(F. P.)
 

 

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