"La vita è una cosa meravigliosa", di Carlo Vanzina

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Il film si allontana sia dalle derive estreme di Olé e 2061 che dai tentativi industriali dei due 'cinecocomeri', riallacciandosi al discorso degli appunti di abbozzata satira di costume riconducibili in tempi recenti a In questo mondo di ladri e al lavoro tv su Un ciclone in famiglia. Il cinema dei Vanzina è un mestiere meraviglioso, splendidamente artigianale così come orgogliosamente legato a una dimensione “umana” del suo farsi

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nancy brilli gigi proietti vincenzo salemme la vita è una cosa meravigliosa carlo enrico vanzinaIl cinema è una cosa meravigliosa: quello dei fratelli Vanzina poi è sempre di più il reperto sopravvissuto di un mestiere che probabilmente non si fa più, o che a nessuno va di fare più – splendidamente artigianale così come orgogliosamente legato a una dimensione “umana” del suo farsi, gli attori amici, l’atmosfera “di famiglia”, i caratteristi che si portano addosso “la firma”.
Accantonato pare definitivamente allora il tentativo fatto con i due diseguali ‘cinecocomeri’ di rientrare in un’industria che ormai paradossalmente li ha resi quasi di nicchia, evidenziando la condivisa convinzione che “i Vanzina non hanno più un pubblico” (chi è andato a vedere Olé? o 2061?), Carlo ed Enrico sembrano intenzionati a rigettarsi una nuova volta in quel percorso di autoremix nostalgico che aveva dato alcuni risultati interessanti coi reiterati sequel dei greatest hits anni 80 di qualche anno fa. Sono infatti di prossimo arrivo Ti presento un amico, girato a Milano con Raoul Bova e Martina Stella, e si vocifera anche un reboot di Sotto il vestito niente. Comunque.
Con questo La vita è una cosa meravigliosa siamo dalle parti dell’abbozzata satira “di costume” portata avanti con modi d’altri tempi, un po’ come faceva l’interessante In questo mondo di ladri del 2004. Proprio quel film, rivisto oggi, appare come un preludio alla felice stagione recente dei Vanzina-TV, le quattro stagioni de Un ciclone in famiglia che, come già notavamo tempo fa, spesso hanno riservato le intuizioni più interessanti tra questi blandi appunti grottesco-sociali che soprattutto Enrico va segnandosi in sedi e forme variegate (oltre alle sceneggiature, le rubriche sui quotidiani, i libri-diario…).
Senza allora le derive estreme degli esperimenti cinematografici degli anni 2000, La vita è una cosa meravigliosa prosegue invece il discorso intrapreso proprio con gli episodi meglio riusciti de Un ciclone in famiglia: e anzi il finale del film con i parti incrociati sembra proprio riprendere una soluzione vista al termine di una delle stagioni della serie con Boldi, Mattioli e Buccirosso.
A questa vicenda di intercettazioni telefoniche e sentimentali, di furbetti del quartierino in fin dei conti innocui e simpatici, di riccastri lussuriosi di una Roma Bene che ormai si riesce a vedere solo in questi film, Carlo Vanzina aggiunge una gestione dei tempi quasi sempre impeccabile, che fa funzionare anche le gag più raffazzonate, un paio di belle aperture cinematografiche (addirittura un prologo e un epilogo in Sud Africa, una scena di folla ad un concerto a Berlino) che fanno respirare un film altrimenti sin troppo “da camera”, e soprattutto il solito strepitoso lavoro sugli attori e sui loro corpi, le facce, le movenze, le espressioni, lasciando a Proietti gli spazi da mattatore, a Salemme sequenze costruite apposta su canovacci di comicità napoletana classica, e a Brignano e Luisa Ranieri l’inaspettata possibilità di un romanticismo reale e spontaneo che colora di sentimenti il loro episodio. Il cinema è un mestiere meraviglioso.

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Regia: Carlo Vanzina
Interpreti: Enrico Brignano, Vincenzo Salemme, Gigi Proietti, Nancy Brilli
, Luisa Ranieri, Emanuele Bosi, Rodolfo Laganà, Maurizio Mattioli
Distribuzione: Medusa
Durata: 103'

Origine: Italia, 2010

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