Last Stop Before Chocolate Mountain, di Susanna della Sala

Bombay Beach, un luogo dimenticato nel tempo, dove l’arte riesce a guarire gli animi di chi è rimasto. Il documentario ha vinto tre premi al Festival dei Popoli, ed è in sala dal primo dicembre

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Il documentario è nato da un’esperienza di vita personale e il suo percorso creativo è stato un lungo processo durato quattro anni. Last Stop Before Chocolate Mountain rappresenta per me un luogo universale e metaforico in cui ci mettiamo a confronto con noi stessi, risvegliando il nostro impulso creativo, nel miraggio di una liberazione individuale. Il film racchiude l’anelito collettivo, disperato e gioioso al tempo stesso, verso l’accettazione e il senso di appartenenza.

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San Francisco, Los Angeles, San Diego e poi Bombay Beach, una terra completamente differente dallo sfarzo delle grandi mete della California. Bombay Beach è un luogo a sud della California conosciuto per il suo lago tossico. Meta turistica tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta di artisti quali Frank Sinatra, i Beach Boys e Bing Crosby, adesso città abbandonata a causa di un disastro ambientale e sanitario. C’è chi però non ha intrapreso la via più semplice, chi ha deciso di restare dando vita ad una piccola comunità dove l’arte, non solo guarisce gli animi, ma rende Bombay Beach un luogo magico, una via per una rinascita.

Con Last Stop Before Chocolate Mountain, vincitore di tre premi all’ultimo Festival dei Popoli, Susanna della Sala documenta ed esplora le cause che hanno portato al tracollo di questa città fantasma, attraverso le voci di alcuni outsider del posto: una matriarca britannica, un rapinatore di banche in pensione, un artista in fuga da Los Angeles e un principe italiano. La regista italiana scopre un universo straordinario, dove tutto ciò che è “non allineato” diventa una forma di espressione di sé stessi, un mezzo per poter vivere insieme in un territorio privo di leggi. In questo percorso di ricerca si raccolgono i ricordi del passato e si riflette su un possibile cambiamento per questa crisi ambientale che interessa l’intero pianeta Terra.

La creazione, da parte di questa eccentrica comunità, di un festival artistico annuale, la Biennale di Bombay Beach, ha iniziato ad attirare nuovamente dei visitatori, artisti, intellettuali, organizzatori di eventi e appassionati vengono attirati dalla vitalità del posto.
Last Stop Before Chocolate Montain non è una risposta alla possibile crisi, ma è una dimostrazione che dalle rovine di ciò che siamo stati si può ripartire.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.3
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Il voto dei lettori
3.5 (4 voti)
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