L’era glaciale, di Chris Wedge e Carlos Saldanha

C’è la geniale irriverenza dei classici “eversivi” di Tex Avery e Chuck Jones, nel film d’esordio della Fox nel campo dell’animazione totalmente digitale; ma anche lo spirito d’avventura dei migliori prodotti Disney di nuova generazione

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C’è la geniale irriverenza dei classici “eversivi” di Tex Avery e Chuck Jones, nel film d’esordio della Fox nel campo dell’animazione totalmente digitale; ma anche lo spirito d’avventura dei migliori prodotti Disney di nuova generazione (e penso anzitutto a “Il re leone”). Sì, perché “L’era glaciale” di Chris Wedge e Carlos Saldanha riesce a trarre il meglio dalle molteplici fonti d’ispirazione che ne sono alla base, senza proporsi, per questo, come calco privo d’originalità.
Le gag visive divertentissime (esilarante, in particolare, il tormentone dello scoiattolo che, per tutto il film, tenta di nascondere sotto terra la propria ghianda), dosaggi accorti tra i diversi toni della narrazione (dalla comicità pura alla malinconia, dal dramma alla profonda commozione), la scelta di seguire la strada della deformazione caricaturale di alcuni personaggi (in controtendenza con la maggior parte dei cartoons computerizzati), l’indubbio fascino dell’ambientazione tra i ghiacci preistorici, la storia costruita come il più classico e irresistibile dei viaggi iniziatici (a metà tra western e road movie), non ultima la notevole colonna sonora di David Newman rappresentano tutti elementi indicativi della cura con la quale la Blue Sky – la divisione specializzata dei Fox Animation Studios – ha pianificato il proprio debutto nel lungometraggio animato digitale.
Certo, il design delle figure umane – come al solito, in questo tipo di produzioni – andrebbe assolutamente migliorato. E qualcuno potrebbe obiettare che il rapporto tra i due protagonisti – l’apparentemente burbero mammuth Manfred e l’inetto bradipo Sid – è quasi identico a quello tra l’orco e il ciuchino di “Shrek”: ma – a parte il fatto che il “buddy movie” è tra i generi più saldamente codificati del cinema hollywoodiano – “L’era glaciale” sfoggia una maggiore varietà d’interazioni e differenti alchimie tra i suoi tanti “attori” (bastino gli esempi della tigre dai denti a sciabola “rinnegata” e del neonato il cui ritrovamento fa da vero e proprio motore dell’azione) e tra questi e lo spettacolare paesaggio circostante.
Insomma, quello della Fox/Blue Sky è un film consapevole e affascinante, che – facendo propria la preziosa eredità di chi è venuto prima – prosegue nell’esplorazione (a suo modo innovativa) dei sentieri meno esplorati e delle zone d’ombra di quell’enorme territorio, dai confini ancora sconosciuti, che è l’animazione digitale.
Titolo originale: Ice Age
Regia: Carlos Saldanha, Chris Wedge
Sceneggiatura: Michael Berg
Montaggio: John Carnochan
Musica: David Newman
Scenografia: Brian McEntee
Voci: Ray Romano (Manfred), John Leguizamo (Sid), Denis Leary (Diego), Goran Visnjic (Soto), Jack Black (Zeke), Tara Strong (Roshan/Star), Cedric the Entertainer (Rhino), Stephen Root (Rhino/Start)
Produzione: Lori Forte per Blue Sky Studios/Fox Animation Studios
Distribuzione: Twentieth Century Fox
Durata: 81’
Origine: Usa, 2002

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