LETTE E… RIVISTE – Il signore di Matrix

Lotta tra bene e male, riferimenti a fiabe, leggende e mitologie celtiche, prestiti dalla Bibbia e dalla filosofia. Il mensile "Synopsis" esplora due sceneggiature – "Matrix" e "Il signore degli anelli" – che hanno fatto del sincretismo globalizzato una formula miliardaria.

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Il 23 giugno 1999, all'alba di una nuova era, le nostre vite di cinefagi sono capovolte per sempre. Neo, detto "l'eletto", e tutta la sua banda, pronti a rovesciare il mondo delle macchine, si gettano sui nostri schermi. Matrix, primo episodio di una trilogia ciberfuturista, realizzato dai fratelli Wachowski, è fin dalla sua uscita scagliato al numero 1 del box office e bollato come "nuova generazione dei film del XXI secolo" dal produttore Joel Silver e altri, e "film d'azione intellettuale" dai suoi due autori. Effetti speciali inediti, immagini altamente stilizzate, scene d'azione epiche cosparse di humour, una sceneggiatura complessa che gioca su diversi livelli di narrazione: reale e virtuale, filosofico…con numerosi riferimenti alle favole, alle mitologie e a religioni altre – buddista, giudeo-cristiana…il tutto per 65 milioni di dollari di budget, 200 milioni di dollari di incasso negli Stati Uniti…Uno stile gotico-hard-rock incrociato con un marketing elettrico alla Joel Silver (Arma letale) fanno di questo film un avvenimento nella storia del cinema e da subito un punto di riferimento. Impossibile immaginare una sceneggiatura ormai in grado di rivaleggiare con Matrix. A parte senza dubbio una storia universalmente conosciuta, il libro più letto (dopo la Bibbia) nel mondo anglosassone e che conta 100 milioni di lettori nel mondo, la il cui adattamento è tanto difficile da realizzare quanto illimitata è l'immaginazione del suo autore. 15 Dicembre 2001: un nuovo shock dunque. Il cineasta, sceneggiatore, produttore Neozelandese Peter Jackson fa uscire il primo episodio della trilogia del Signore degli anelli, scritto da John Ronald Reuel Tolkien nel 1955: La compagnia dell'anello.

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Produrre una trilogia


Erano dieci anni che Peter Jackson aspettava questo momento. Tre anni sono stati necessari lui e a sua moglie, Frances Walsh, per partorire una sceneggiatura la cui principale difficoltà consisteva nel semplificare senza snaturare la storia, per soddisfare in un colpo solo fan e non iniziati. Con questa scelta, Peter Jackson riporta sulla breccia un genere allora in bilico tra desuetudine e ermetismo: il fantasy eroico. In quindici mesi gira simultaneamente i suoi tre episodi. All'uscita, i risultati del primo episodio sono tali che Jackson può permettersi, per gli episodi successivi, di riscrivere delle scene giudicate troppo poco chiare e rigirarle successivamente, talvolta solo per inserirvi una riga di dialogo. E questo grazie a un modello di produzione, un'indipendenza di spirito al servizio della sceneggiatura, e di conseguenza del film. Una maniera di produrre del tutto diversa da Matrix. In effetti, caso raro nella storia delle superproduzioni cinematografiche mondiali, il progetto del Signore degli anelli è stato lanciato da uno sceneggiatore-produttore fan dell'opera di Tolkien, e non da una major di Hollywood. Tutto si svolge in Nuova Zelanda, dove Peter Jackson impone il suo modo di operare. In parte produce il film con la sua compagnia Wignut Film Limited, e New Line Cinema finanzia e si incarica della distribuzione. In totale, un budget di quasi 400 milioni di dollari, 915.000 metri di pellicola, 20.602 figuranti, 19.000 costumi, 48.000 tra armi e armature, 2.400 tecnici, 1.600 paia di piedi da Hobbit, 600 piani di effetti visivi per il primo episodio, 800 per il secondo, 6.000 metri quadrati i superficie per gli studi della Weta Workshop…e un anello per ghermirli e nel nulla incatenarli! Tutta la Nuova Zelanda si mobilita per le riprese di questa epopea dove tutto è fabbricato sul posto senza fare appello all'industria hollywoodiana. La scommessa è vinta. Il pubblico abbocca all'amo di questa saga "medievalizzante", tra il racconto di fate in chiave glamour e l'epopea barbara. Il secondo episodio, Le due torri, uscito il 19 dicembre 2002, conferma il successo del primo con 910 milioni di dollari di incasso.


Identico successo per Matrix Reloaded, il cui risultato artistico è però giudicato molto debole dalla critica. Quest'ultimo incassa 730 milioni di dollari e diviene così il 13mo maggior successo della storia. per questo episodio e per il successivo, Matrix Revolutions, il budget è moltiplicato per quattro (tra i 150 e i 300 milioni di dollari), per due film "big", secondo la lapidaria ma esplicita definizione di Joel Silver.

Personaggi marketizzati?


Al di là dei mezzi tecnici e degli effetti speciali rivoluzionari, che in seguito sono stati largamente copiati, le sceneggiature esistono grazie a dei personaggi saggiamente costruiti, sul piano fisico e morale, per soddisfare tutti i pubblici. Da un lato, si sceglie un "eletto", attore "passé" ma sexy, e, all'epoca, non ancora segnato da alcun ruolo di culto: Keanu Reeves, immerso nel cuore di un immaginario sado-maso cuoio&latex insieme a qualche bomba del sesso (Carrie Ann Moss e Monica Bellucci). Dall'altro, dei personaggi fortemente connotati: un uomo-bambino, "eletto" innocente, Elijah Wood, alias Frodon; un adulto segreto, sexy e puro, Viggo Mortensen, il misterioso Aragon; alcune donne forti e intelligenti, Cate Blanchett la bionda, Liv Tyler la bruna. Da questi personaggi si snodano le identità dei due film, Matrix sessualmente trash, Il signore…universalmente puro e molto poco sessuato. Peter Jackson non ha cambiato nulla del libro di Tolkien in materia. Allora nessuna scena torrida prevista per il terzo atto, Il ritorno del re. Quanto a Matrix Revolutions, l'orgia iniziata nel secondo episodio, nella grotta-cattedrale, lascia prevedere un fuoco d'artificio…


 

Vocabolario, riferimenti e temi universali comuni per due sceneggiature di successo


Così come il tema fondatore di queste due trilogie -la lotta del bene contro il male- è identico, anche i riferimenti fanno richiamo alle stesse fonti: fiabe, leggende, mitologie celtiche, antiche…il campo lessicale è quello della Bibbia e della filosofia. Matrix moltiplica i prestiti permettendo raffronti tanto con il passato (mitologia) quanto con l'avvenire (struttura del videogioco). Il suo protagonista è agghindato con una sottana, gli si porgono offerte come a una divinità antica. Si chiama Neo -che significa "nuovo"- anagramma di One [uno] ma anche di Noè. Allora, come su di un'arca, lui e il suo equipaggio circolano su una nave, il Nabucodonosor, dal nome di un antico imperatore babilonese. È anche il titolo di una pittura di William Blake che rappresenta un uomo gigante che avanza a quattro zampe dentro una grotta. L'inferno porta il nome di una donna, Persefone (Monica Bellucci), figlia di Demetria e Zeus e sposa di Ade, dio degli inferi. Morfeo (il dio del sonno) è il personaggio che possiede la fede, che annuncia la venuta del Messia…ma molti altri nomi evocano tutte le più svariate culture, come quella del Giappone con Mifune, di Israele con Jacob, dell'alto medioevo francese con il Merovingio, dell'antico Egitto con Osiride e Niobe (regina di Tebe), della Grecia antica con Icaro (il mito di Icaro)… tutti sono controllati dall'Architetto, riferimento supremo a Dio. Quanto al peggior nemico di Neo, questo è l'agente Smith, il nome più diffuso negli stati Uniti, ma anche il nome che prendono in prestito i realizzatori americani quando si rifiutano di firmare il loro film in caso di disaccordo con i loro produttori. Infine, c'è l'Oracolo, riferimento alla divinità di Delfi, le cui informazioni dalle interpretazioni molteplici e talvolta contraddittorie determinano i destini. Questo melting pot spiritual-culturale genera degli archetipi (il Merovingio/ francese ama il buon vino, le vivande e il sesso!), vegliando dunque affinché nessun pubblico nel mondo venga trascurato e attira talvolta delle critiche severe rispetto al gusto dei fratelli Wachowski, tra cui quella di uno dei loro cineasti preferiti, David Cronemberg che così commenta la su visione di Matrix: "Il suo look è atroce, è infantile, si ha l'impressione che sia stato fatto per dei bambinetti di otto anni. E so che i fratelli Wachowski conoscono i miei film e professano a mio riguardo una certa ammirazione, non ho perciò troppa voglia di parlarne male…". Per altri, tra cui Yannick Dahan, della rivista Positif, occorre guardare "al di là" dei film, la dove Matirx diventa un'entità sconcertante, "l'espansione di uno stesso universo su una diversità di sostegni artistici".

 Un marketing sulle sceneggiature future

Occorrerà aspettare due anni prima di sapere finalmente che ne è stato di Neo e i suoi compagni. Fino a quel momento, le sceneggiature di Reloaded e Revolutions sono rimaste segretissime. Del resto, non sono state rivelate agli attori prima di un paio di settimane dalle riprese.


Ogni esemplare dello script porta in filigrana il nome del proprietario, così da poter rintracciare eventuali pirati. E tutti coloro che hanno avuto la fortuna di vederlo prima dell'uscita sono tenuti a mantenere il segreto attraverso dei contratti specifici. Perché, se gli script devono restare segreti, occorre gestire l'attesa, non fare dimenticare storia e personaggi da qui all'uscita dei film. contate su Joel Silver, il produttore "bulldozer" del film, per tenere il pubblico in esercizio. Siti internet regolarmente alimentati da delle nuove immagini, inserzioni pubblicitarie, estratti, dispiego di locandine parecchi mesi prima dell'uscita di Matrix Reloaded, coperture da parte delle riviste…video giochi come Enter the Matrix per i quali gli attori hanno altresì girato delle scene e che regalano ai giocatori quasi un'ora di esclusività. Esiste anche una serie di cortometraggi Animatrix che fa appello a tutti gli stili d'animazione (tradizionale, manga, immagini sintetiche), elaborati dagli studi Warner, distillati gli uni dopo gli altri, mese dopo mese, sul web, realizzati dai giapponesi Kawajiri, Maeda, Watanabe, Morimoto e scritti con i fratelli Wachowski. La vera sceneggiatura Matrix consiste nel mangiare, vestirsi, vivere Matrix.


Per Il signore degli anelli, per quanto possa dispiacere allo Studio New Line, Peter Jackson non esita a riempire lui stesso i siti internet d'informazione sulle riprese progressive di ogni film. Tuttavia, c'è anche un gusto del segreto, non certo sulla storia, che chiunque può leggere nei libri di Tolkien, ma sulla realizzazione di questa storia. Se alcuni videogiochi consacrati agli eroi del Signore sono usciti, sono soprattutto i dvd a svolgere un ruolo primario. Infatti, piuttosto che far uscire solo un dvd per film, due cofanetti sono stati pubblicati a qualche mese di distanza. Il secondo, con il marchio "collector", è il più completo. Ma prima dell'uscita in sala dell'ultimo volume, New Line Cinema organizzerà una ri-uscita mondiale dei due primi episodi, il 5 e il 12 dicembre. Un'operazione promozionale il cui momento culminante sarà il 16 dicembre con la diffusione della Compagnia dell'anello alle 15 (ora locale), poi delle Due torri alle 19, e infine Il ritorno del re in anteprima alle 23…una vera maratona!


 


l'articolo è di Stéphane Carrel, dal n.28 di Synopsi (Ottobre/Novembre 2003)

 


"Perché non esistono film senza storia". Con questo motto Synopsis inizia nel 1998 il suo viaggio all'interno di quello che accade prima che arrivi il film. Passione per la parola e per l'immagine come principio guida del bimestrale francese riuscito nell'intento di portare oltralpe quello che in America è largamente diffuso e in Italia manca in campo editoriale non elitario: una rivista interamente dedicata ai lavori di sceneggiatura. Tutt'altro che accademica o riservata ai professionisti, Synopsis apre prospettive meno convenzionali al lettore più o meno comune, rimanendo in un' area tematica di facile approccio con discreta ricchezza di contenuti. L'attenzione per l'immagine scritta non è confinata alla sala ma si estende alla televisione (quando, in Italia, la sceneggiatura televisiva acquisterà un minimo di dignità e magari ci libereremo dall'attuale invasione di fiction diffuse senza criterio selettivo in quanto modello di consumo "basso?"). E ovviamente al DVD, patria per eccellenza di tutto ciò che costituisce il "prima" e il "dietro" di un film. Il digitale ha preso ancora più piede nella nuova edizione del giornale, lanciata quest' anno, che ha mantenuto le rubriche più informative dedicate a chi cerca suggerimenti pratici sul piano lavorativo. Interessante il sito, dove è possibile leggere alcuni degli articoli pubblicati.

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