LIBRI DI CINEMA – Le novità di agosto/settembre

“Il cinema americano dopo l’11 settembre”, “Il cinema muto italiano”, “Storia del cinema giapponese”, “Peter Greenaway”, “Una voce nel disastro. L'immagine dello scienziato nel cinema dell'emergenza”, “Ventuno per undici. Fare cinema dopo l’11 settembre”, “Le grand noir”

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CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

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IL CINEMA AMERICANO DOPO L'11 SETTEMBRE

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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Andrea Fontana                        

11 settembre 2001: due aerei di linea si schiantano contro le Torri Gemelle di New York, simbolo economico degli Stati Uniti. Poco dopo, un terzo aereo provoca un’esplosione su un lato del Pentagono. Uno shock visivo e traumatico per l’Occidente e per tutto il mondo. Come ha reagito il cinema a questo avvenimento epocale? Come ha assorbito il lutto di una  simile tragedia? Sono emerse posizioni critiche o di propaganda? Il volume tenta di rispondere a queste e ad altre domande, con analisi trasversali che toccano la serialità americana, il genere cinematografico, il contesto politico internazionale, il ruolo dell’immagine mass mediale. Attraverso l’analisi di numerosi film, si è giunti a delineare un percorso che dimostra quanto il cinema sia la più sincera espressione di un sentire collettivo. Nel libro sono presenti saggi di Giampiero Cama, Andrea Fornasiero, Federico Gironi, Guido Levi, Giona A. Nazzaro e Gianluca Pulsoni. Doppia prefazione di Renato Venturelli e Fabio Zanello.

[Morpheo edizioni – 18,00 euro]

 

 

 

 

 

IL CINEMA MUTO ITALIANO

Giampiero Brunetta

Il cinematografo arriva da noi nel 1896, a pochi mesi dall'invenzione dei fratelli Lumière, ma bisogna attendere il 1905 – con la proiezione romana del film che, in dieci minuti e sette quadri, ricostruisce la Presa di Porta Pia per festeggiare la nascita ufficiale del cinema italiano. Le nostrane "fabbriche delle films", come vengono chiamate, sono piccole imprese a conduzione familiare che cullano tuttavia ambizioni industriali. Nella scelta dei soggetti si attinge al meglio della letteratura, dell'arte e del teatro, e grandi nomi della cultura del tempo – uno su tutti, Gabriele D'Annunzio vengono coinvolti nell'ideazione di trame e musiche, o nella riduzione delle proprie opere. Le produzioni sono grandiose: "Quo Vadis?", "Marcantonio e Cleopatra", "Giulio Cesare", "Gli ultimi giorni di Pompei" e "Cabiria". Il cinema fa sognare, infiamma il patriottismo popolare alla vigilia della Grande Guerra, conquista il pubblico americano. Per le star italiane esplode l'età d'oro dell'adorazione universale.

[Laterza – 22,00 euro]

 

 

 

STORIA DEL CINEMA GIAPPONESE

Max Tessier

Il pubblico occidentale scoprì il cinema giapponese nel 1951 allorché Rashomon vinse il Leone d´oro a Venezia. Fu poi la volta di Mizoguchi, due anni dopo, e di Kinugasa a Cannes nel 1954 (il suo La porta dell´inferno stregò Cocteau per i «più bei colori al mondo»). 

A sessant´anni di distanza la nostra conoscenza del cinema del Sol Levante resta forse frammentaria, episodica, legata ai capricci e alle scelte dei festival e certo grazie ad alcuni autori consacrati dalla critica come Ozu, Oshima, Kurosawa e Imamura, o i contemporanei Kitano e Tsukamoto, ma quasi mai coglie la ricchezza di una cinematografia che ha saputo rinnovarsi costantemente sia dal punto di vista stilistico che dei contenuti, muovendosi tra il classicismo della tradizione e le sperimentazioni più ardite. 

Questo libro – che Lindau presenta in una edizione rivista e aggiornata – analizza il cinema nipponico in una prospettiva storica, sociale ed estetica, soffermandosi sia sulle vicende più note e studiate, sia sulle sue numerose zone d´ombra, dall'epoca d'oro degli anni '20 e 30', alla «nouvelle vague» nipponica degli anni ´60 fino alla nascita di quel nutrito gruppo di grandi autori quali Kiyoshi Kurosawa, Shinji Aoyama, Masahiro Kobayashi, Jun Ichikawa che sembravano aver definitivamente dischiuso le porte dell´Occidente al cinema giapponese. 

[Lindau – 15,00 euro]

 

 

 

PETER GREENAWAY 

Domenico De Gaetano

Peter Greenaway è uno degli autori più complessi, eccentrici e stimolanti del cinema contemporaneo. I suoi film sono esperienze «totali», in cui musica, letteratura, pittura, teatro e nuove tecnologie confluiscono in quello che è stato definito come un felice esempio di estetica neobarocca e di arte multimediale. Se le sue radici vanno ricercate nelle avanguardie americane ed europee di fine anni ´60, negli ultimi anni il suo cinema si è aperto sempre più a una contaminazione interdisciplinare dagli esiti spesso sorprendenti.

Il volume, completamente riveduto e aggiornato, ripercorre cronologicamente, per temi e scelte estetiche, l´intera carriera del geniale regista gallese: dai primi esperimenti narrativi autoprodotti all´inizio degli anni ´60 al vero esordio nel cinema, il film Windows (1975), sulle vite di 37 persone che nel 1973 morirono nel distretto di Wardour precipitando dalla finestra, fino al recente Nightwatching dedicato a Rembrandt.   

De Gaetano si sofferma anche sull´attività espositiva che ha conosciuto negli ultimi anni un forte impulso e che ha portato spesso il regista in Italia, soprattutto a Venezia e a Torino.

[Lindau – 18,00 euro]

 

 

 

UNA VOCE NEL DISASTRO

L'immagine dello scienziato nel cinema dell'emergenza

Alberto Brodesco

Capita spesso, al cinema, che il mondo sia colpito da una minaccia alla sua stessa sopravvivenza: come reagisce in questi casi la società? Quali dinamiche si mettono in moto, come si comportano le istituzioni e i cittadini, dove si va a cercare una soluzione? La rappresentazione del disastro imminente, della catastrofe annunciata, diventa l’enfatico emblema delle grandi o piccole crisi che il genere umano è costretto ogni giorno ad affrontare. Il riparo più immediato, la risposta oggettiva, l’“antidoto”, nel cinema dell’emergenza, è offerto sempre dalla scienza, anche se a volte è questa stessa – in una versione deviata – ad aver innescato la miccia del pericolo.
Attraversando capitoli fondamentali della storia del cinema – da Metropolis a Il dottor Stranamore, da Il dottor Jekyll a L’uomo invisibile, da Alien a Indipendence Day, da Mars Attacks! a The day after tomorrow – il volume analizza la costruzione popolare della figura dello scienziato nei racconti cinematografici indirizzati al pubblico di massa. Nella loro semplicità e incongruenza, gli stereotipi – spesso contraddittori e lontani dalla realtà – possono comunque illuminare l’evoluzione della percezione sociale di questo personaggio. Dallo scienziato distaccato dal mondo e chiuso nel suo laboratorio all’uomo d’azione protagonista nei momenti di emergenza, dal creatore di mostri allo scopritore di vaccini, dal cupo fanatico del sapere al simpatico ricercatore freak, da quello compromesso con la politica e il potere all’indipendente e garante del bene comune, le declinazioni di questo personaggio chiave del cinema di tutti i tempi, temuto e allo stesso tempo tutelato, oscillano comunque tra due estremi: tra il ruolo di distruttore e quello di salvatore dell’umanità.

[Meltemi – 14,00 euro]

 

 

 

VENTUNO PER UNDICI

Fare cinema dopo l’11 settembre

Leonardo Gandini e Andrea Bellavista

Con l'analisi di 21 film prodotti dopo i tragici fatti di New York, realizzata da altrettanti critici cinematografici, il volume analizza l'impatto culturale che l'11 Settembre ha avuto sul cinema americano e non, osservando un mondo in trasformazione che non parla sempre dell’11 settembre ma inevitabilmente ne è condizionato nel linguaggio, nei codici visivi, nelle trame narrative.
Si tratta di un evento che non ha termini di paragone e dunque di rappresentazione, caratterizzato da una dicotomia tra presenza e assenza. La presenza dei fatti, dell'evento, fatto di immagini di cronaca tanto drammatiche quanto gia' di per se cinematografiche, e l'assenza delle Torri, l'ombra che manca dopo il loro crollo, che disegna una cifra narrativa caratterizzata da quella che e' stata definita “la scrittura del trauma”. E' in questa ottica, con un filtro di analisi interamente fondato sull'articolarsi dei drammatici  fatti newyorchesi, che gli autori, coordinati da Leonardo Gandini e Andrea Bellavita, hanno scelto 21 film molto diversi e lontani dall'11 Settembre in se, in cui rilevare elementi narrativi e cifre espressive che da quel momento storico derivano.
[Le mani – 16,00 euro]

 

 

 

LE GRAND NOIR

Mauro Marchesini

Che François Truffaut sia un regista schierato dalla parte delle donne è cosa risaputa. Molto meno noto è il gesto misteriosamente femminile che amava filmare spesso, lo svenimento. Sono all’incirca una decina i mancamenti rintracciabili lungo la sua filmografia. Distribuiti attraverso cinque titoli chiave, tra Fahrenheit 451 e La signora della porta accanto, passando per Le due inglesi, Adele H. e L’ultimo metrò, essi brillano per intensità e spregiudicatezza. Il cineasta francese adorava complicarli. Ogni crollo diventava un inno alla forza (ma anche all’impotenza) dell’amore.

Ogni caduta esaltava e umiliava il corpo che la esprimeva.

Il presente saggio affronta le pellicole citate tentando di scomporre al rallentatore l’attimo fatale per poter capire il come-perché di una delle reazioni umane più ricche, intransigenti e spettacolari che si conoscano. Identificato di volta in volta con una straziante ferita, una performance erotica, un numero teatrale, una fuga dalla realtà, una prova di sadismo, uno stile di punteggiatura, in effetti il venir meno secondo Truffaut ricorda soprattutto un “brevissimo lungo addio” capace di promuovere un’insolita visita all’anticamera della morte.

[Le mani – 10,00 euro]

 

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    LIBRI DI CINEMA – Le novità di agosto/settembre

    “Introduzione all’estetica del cinema”, “La sceneggiatura”, “Le produzioni cinematografiche, il turismo, il territorio”, “Barry Lindon”, “Dizionario del western all’italiana”, “L’arte di guardare gli attori”, “Breve storia del divismo cinematografico”, “Tim Burton”, “Il doppio sogno di Stanley Kubrick”, “Il cinema dei fumetti”, “Scritti di cinema e di vita”
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    #SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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    THE OTHER SIDE OF GENIUS. IL CINEMA DI ORSON WELLES – LA MONOGRAFIA

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    INTRODUZIONE ALL’ESTETICA DEL CINEMA

     

    Dominique Chateau

    Dopo la grande stagione degli studi narratologici e semiologici, molti autori hanno sviluppato nei confronti del cinema un approccio di tipo estetico, secondo tre principali direttrici:
    la prima è quella dei classici studi sullo stile e la poetica di registi e opere, in rapporto allo sviluppo del cinema come arte; la seconda, di stampo più filosofico, indaga sulla teoria dell’arte e sui valori estetici che fondano, tra sensazione e ragione, il giudizio del gusto; la terza attiene all’ambito socio-antropologico, e studia il posto del cinema nella società e nell’industria culturale.
    Dominique Chateau, a fronte di una moltitudine di studi e autori che intendono collocarsi nel campo dell’estetica, compie un’utile sintesi e traccia un bilancio di oltre un ventennio di riflessioni sul cinema.

    [Lindau – 14,50 euro]

     

     


    LA SCENEGGIATURA

    Teorie, regole, modelli
    Anne Huet

    La sceneggiatura si colloca a monte di ciò che costituisce il cinema vero e proprio (le immagini e i suoni), e proprio per questo essa costituisce, se non la base, il punto di partenza della creazione cinematografica. Al centro di interessi professionali diversi e non sempre convergenti (di finanziatori, produttori, attori, registi e tecnici), è ormai da diversi anni divenuta materia di studio e insegnamento.
    Anne Huet analizza, in particolare, quattro pellicole appartenenti a scuole, nazionalità ed epoche differenti (Intrigo internazionale di Hitchcock, I quattrocento colpi di Truffaut, Eyes Wide Shut di Kubrick e Millennium Mambo di Hou Hsiao-hsien), mettendo in evidenza scelte e soluzioni di sceneggiatura che sono alla base di quattro diverse concezioni del cinema.
    Nella seconda parte, l’autrice riporta alcuni brani tratti da sceneggiature originali e testimonianze di autori illustri, e una lettera aperta all’apprendista sceneggiatore, vera e propria guida alle domande che è necessario porsi prima di iniziare a scrivere una sceneggiatura.

    [Lindau – 12,80 euro]

     

     

     

    LE PRODUZIONI CINEMATOGRAFICHE, IL TURISMO, IL TERRITORIO
    Francesco Di Cesare e Gloria Rech

    Il rapporto tra produzioni cinematografiche e territorio è sempre più oggetto di riflessione da parte degli operatori privati e pubblici, attivi nell’industria dell’audiovisivo, in quella turistica e nella più generale amministrazione territoriale. Si tratta di un fenomeno ancora poco conosciuto e indagato in modo scientifico, ma la cui importanza è ormai condivisa ampiamente dagli specialisti attivi in questi settori. Il libro – attraverso una ricognizione delle ricerche a livello internazionale, la presentazione di casi emblematici di iniziative adottate all’estero, l’ascolto di operatori qualificati e la realizzazione di indagini campionarie ad hoc – vuole fornire un contributo alla conoscenza del cosiddetto film-induced tourism e alcuni spunti per orientare le future scelte strategiche riferibili alle relazioni tra cinema, turismo e territorio, senza trascurare elementi empirici di stima delle ricadute economiche dirette, indirette e indotte che la realizzazione di prodotti audiovisivi può garantire ai sistemi locali interessati.

    [Carocci – 19,50 euro]

     

     

     

    STANLEY KUBRICK

    Barry Lindon

    Philippe Pilard
    L’autore rende omaggio al capolavoro del 1975 di Stanley Kubrick, adattamento del romanzo picaresco di William M. Thackeray (1852), con uno studio critico attento e appassionato, rigoroso e documentato sulla «ascesa e caduta di Redmond Barry».

    Dalla materia letteraria di origine alla concezione visuale del regista e del direttore della fotografia John Alcott, dalla lezione musicale degli arrangiamenti di Leonard Rosenman al lavoro di sottrazione narrativa e all’economia dei dialoghi, dalle accoglienze miopi di molta parte della critica angloamericana di allora – che si aspettava un nuovo Tom Jones (di Tony Richardson, 1963) – al ritratto anomalo e (ri)elaborato di Lady Lyndon, l’autore francese tocca con sensibilità e chiarezza i molteplici aspetti di un’opera d’arte ormai riconosciuta.

    [Lindau – 14,50]



     

     

    DIZIONARIO DEL WESTERN ALL’ITALIANA

    Marco Giusti

    Ha segnato un'intera stagione del cinema italiano, e non solo: tra gli anni Sessanta e Settanta il western all'italiana, battezzato "spaghetti western" dai colleghi americani è stato uno dei filoni di maggior creatività cinematografica capace di produrre capolavori che vanno ben oltre l'etichetta del genere. Oggi fra i suoi estimatori si contano registi del calibro di Quentin Tarantino. In questo volume un grande esperto e appassionato di cinema raccoglie tutto quello che c'è da sapere sui western all'italiana: i registi (da Sergio Leone a Enzo G. Castellari), gli attori (da Clint Eastwood a Franco Nero), i compositori che, come Ennio Morricone, hanno reso riconoscibile l'atmosfera del West con pochi accordi.

    [Mondadori – 18,00 euro]

     

     

     

    L’ARTE DI GUARDARE GLI ATTORI

    Manuale pratico per lo spettatore di teatro, cinema, televisione

    Claudio Vicentini

    Le tecniche di base, l’impiego degli oggetti, le azioni sottolineate, i clichè, gli effetti dell’immedesimazione e dell’imitazione, come si riconosce l’eco emotiva, perché è difficile entrare in scena, gli attori camaleonte, l’uso del trucco, le sensazioni fisiche, caratteristi e macchiette, personaggi comici e figure dell’orrore, come piangere, impallidire e arrossire senza essere per nulla emozionati, a cosa servono le risate registrate, il meccanismo dei tempi, giochi e trucchi della telecamera e della macchina da presa, effetti del doppiaggio, l’effetto di ridondanza, l’invenzione della recitazione passiva, il meccanismo finale dell’arte dell’attore.

    [Marsilio – 19,00 euro]

     

     

     

    BREVE STORIA DEL DIVISMO CINEMATOGRAFICO

    Cristina Jandelli

    Perché un attore diventa un divo? Quali sono i meccanismi di empatia che investono lo spettatore e come si prolungano fuori dallo schermo?

    Tra notizie biografiche di grandi star e analisi sui modelli, sulle forme di comunicazione e i processi mediatici, questo testo ci guida nel mondo complesso dei fenomeni divistici legati al cinema.

    Dagli anni in cui Marlene Dietrich o Rodolfo Valentino, Marlon Brando o Marilyn Monroe erano oggetto di venerazione collettiva, fino al cowboy di Hollywood presidente degli Stati Uniti e al terminator governatore della California, il ruolo e la presenza dei divi nella nostra cultura oggi risultano più considerevoli che mai.

    [Marsilio – 12,00 euro]

     

     

     

    TIM BURTON

    Antoine de Baecque

    Tim Burton è ormai considerato uno tra i registi più significativi del panorama statunitense contemporaneo. L’autore dei due Batman ha saputo dare forma nel tempo a un personale universo poetico, grazie a opere come Beetlejuice (1988), Edward mani di forbice (1990), The Nightmare Before Christmas (1993), Ed Wood (1994), Big Fish (2003), La fabbrica di cioccolato (2005), riuscendo a conciliare l’eccentricità del suo talento visionario con le ragioni di mercato dell’industria di Hollywood, il cinema di genere con l’opera d’autore. I film di Burton – spesso ispirati dalla grande letteratura gotica, rivisitata attraverso gli amati horror della Hammer – offrono una visione cupa e disperata, ma anche ironica e surreale, della realtà della vita americana, di cui raccontano gli aspetti più segreti, oscuri e grotteschi. In questo aggiornato saggio critico-biografico, tradotto in italiano dall’originale edizione francese Cahiers du cinéma, Antoine de Baecque ripercorre la vicenda umana e artistica del cineasta, ne analizza le opere e ne individua i temi e i motivi ricorrenti. Inoltre, attraverso il sapiente montaggio di una serie di conversazioni avute con il regista nel corso degli ultimi anni, alternate a interviste ai suoi attori feticcio (soprattutto Johnny Depp), Antoine de Baecque rintraccia aneddoti ed episodi biografici che sono alla base dell’ispirazione dell’autore californiano.

    [Lindau – 18,50 euro]

     

     

     

    IL DOPPIO SOGNO DI STANLEY KUBRICK

    Luigi Cimmino, Daniele Dottorini e Giorgio Pangaro

    L’analisi di uno dei film più controversi ed enigmatici di Kubrick. Una raccolta di saggi di studiosi di tutto il mondo dedicati alla lettura comparata di Eyes Wide Shut e di Doppio sogno di Arthur Schnitzler, da cui il film è tratto. È nascosto nel sottile gioco di scambi tra letteratura e cinema il senso profondo dell’ultimo film di Kubrick.

    [Il castoro – 18 euro]



     

     

    IL CINEMA DEI FUMETTI
    Dalle origini a Superman Returns

    R. Chiavini – A. Lazzeretti – L. Somigli, M. Tetro

    In una moltitudine di generi narrativi (poliziesco, fantascientifico, thriller…), i personaggi dei fumetti si sono sempre trovati a loro agio nel cinema. Questo libro illustra la storia dei comics attraverso le pellicole a loro dedicate: una lunga galleria di personaggi, di foto e di curiosità, che nella sezione delle schede si focalizza sulle 30 e passa produzioni cinematografiche più significative di tutti i tempi.

    [Gremese – 25,00 euro]

     

     

     

    SCRITTI DI CINEMA E DI VITA

    Elio Petri

    Oltre ad essere stato uno dei maggior registi italiani – premio Oscar a Hollywood, Palma d'oro a Cannes – Elio Petri ha partecipato al dibattito culturale che ha attraversato l'Italia dal dopoguerra agli anni Ottanta. In questa raccolta sono riuniti dei testi apparsi in riviste oggi difficilmente reperibili, quali "Città aperta" o "Nuova Cucina", nonché riviste di cinema più conosciute come "Cinema 60", "Cineforum", "Bianco e Nero". Altri testi su Sciascia o su Todo modo pubblicati in Francia sono inediti in italiano. Sono riproposti anche alcuni testi di critica d'arte e una lunga confessione a pochi mesi dalla morte.

    [Bulzoni – 20,00 euro]

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      LIBRI DI CINEMA – Le novità di agosto/settembre

      "Aki Kaurismaki", "L'ombra dell'autore", "Manuale di ripresa digitale", "Cinema digitale", "Remix-Remake", "L'uomo più felice del mondo", "Cronosismi", "Noir", "Breve storia del cinema comico in Italia", "In quel film c'è un segreto", "Kim Ki-duk", "Audrey Hepburn", "Metodologie di analisi del film", "Il Western", "Il neorealismo", "Il corpo del film"

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      AKI KAURISMAKI (Castoro n°222)

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      #SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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      Patrizio Gioffredi, seguendo il filo conduttore della passione del regista per la scrittura, per il racconto che nasce da un pretesto qualsiasi, per la centralità del personaggio in ogni sua storia, ripercorre l'intera filmografia e la sua carriera dagli esordi fino all'ultimo lavoro "Le luci della sera", in uscita il prossimo 7 dicembre nelle sale italiane e già presentato con successo all'ultimo Festival di Cannes.


      Kaurismäki ha dato vita ad un universo cinematografico caratterizzato da personaggi alla deriva, disorientati, all'interno di spazi periferici e desolati, e di un più grande incomprensibile mondo contemporaneo. E soprattutto lo ha saputo raccontare, in modo straniato e poetico, venando ogni sua storia di uno dei tratti più caratterizzanti dei suoi film, ovvero un umorismo surreale e disperato, senza patetismi e con un estremo pudore dei sentimenti. In questa prospettiva puramente cinematografica, Kaurismäki porta avanti un discorso di forte critica sociale. In ogni sua immagine è evidente l'inconciliabilità morale ed estetica del suo cinema, del suo universo, dei suoi personaggi nei confronti della contemporaneità ed insieme la condanna delle sue figure ad una solitudine rassegnata ai margini dello spazio, della città, del cinema stesso.


      [Castoro – 11,90 euro]


       


       


       


      A tutti noi è capitato e capita di considerare l 'autore come criterio di scelta e di valutazione, come una garanzia di qualità e di corrispondenza ai nostri gusti cinematografici. Tutto questo ci appare naturale, parte integrante del modo con cui scegliamo di vedere un film. Tuttavia, se volgessimo lo sguardo alla storia del cinema, alla critica e al dibattito teorico troveremmo ben presto indizi significativi di quanto di costruito, di culturalmente determinato ci sia dietro la nozione di autore e quanto essa stessa sia suscettibile di analisi storica, critica e teorica. È quanto L'OMBRA DELL'AUTORE. Teoria e storia dell'autore cinematografico di Guglielmo Pescatore si propone di fare, ricostruendo un percorso che appare tutt'altro che lineare in un secolo di cinema.


      [Carocci – 17,30 euro]


       


       


       


      MANUALE DI RIPRESA DIGITALE. Teoria e pratica della direzione della fotografia nel cinema digitale di Paul Wheeler costituisce una guida pratica per filmaker e operatori sul come affrontare e risolvere tutti i problemi tecnici posti dal passaggio dalla pellicola al digitale, dall'illuminazione del set e degli attori all'archiviazione del "girato". E al tempo stesso spiega con esempi concreti, tratti dall'esperienza dell'autore, tutti i vantaggi di una tecnologia infinitamente più agile e incisiva che, proprio per le sue caratteristiche, è in grado di contribuire in modo determinante all'innovazione del linguaggio cinematografico.


      [Audino – 19,50 euro]


       


       


       

      Qual è lo "specifico" del cinema digitale o D-cinema? Quali autori hanno usato le tecnologie informatiche a fini espressivi e non solo economici? Sono ancora valide le regole di un tempo per analizzare un film? Quali sono i teorici della nuova estetica? È già possibile scrivere una storia del cinema digitale? Basata su un metodo multidisciplinare e sui rapporti fra arte e neuroscienze, IL CINEMA DIGITALE. Teorie, autori, opere di Elio Girlanda cerca di rispondere a queste domande, fornendo una grammatica del linguaggio digitale, con un'antologia di autori, opere, teorie e linguaggi.


      [Audino – 15,00 euro]


       


       


       


      Remake, cover, riprese, ri-mediazioni, traduzioni: videogiochi (The Sims) costruiti come reality-show (Grande Fratello), videoclip ispirati alla pittura (Robbie Williams che cita Francis Bacon), opere d'arte costruite sull'arte (l'Ultima Cena di Andy Warhol). Film, come Matrix o Kill Bill, realizzati attraversando stili e generi: scenografie kung-fu, strutture narrative western, immaginario cyberpunk, ritmo da videogame; ma anche film costruiti su ripetizioni e variazioni progressive (Lola corre, Le cinque variazioni). REMIX-REMAKE, a cura di Nicola Dusi e Lucio Spaziante, è una raccolta di saggi sulle nuove forme di testualità mediatica, con un'attenzione particolare alle "pratiche di replicabilità" che stanno alla base di molti ibridi trans-testuali, per i quali non bastano le tradizionali categorie di genere.


      [Meltemi – 28,00 euro]


       


       

      L'UOMO PIÙ FELICE DEL MONDO è il libro in cui Francois Truffaut aveva deciso di presentare una selezione di quanto aveva scritto sul cinema in più di trent'anni, prima come critico e polemista per riviste come "Arts e Les Cahiers du cinéma", fino ai saggi degli anni Settanta e Ottanta in cui, ormai cineasta affermato, Truffaut traccia una galleria di ritratti di registi (Rossellini, Hitchcock, Orson Welles, Woody Allen), scrittori (André Gide, François Mauriac) e attori (Fanny Ardant, Julie Christie, Charles Aznavour, Gene Kelly): una testimonianza importante di chi ha vissuto dall'interno un periodo tra i più fecondi del cinema francese e mondiale.


      Il DVD comprende "I quattrocento colpi" e "La signora della porta accanto".


      [Minimum fax – 28,00 euro]


       


       


       


      Il tempo nel cinema contemporaneo è continuamente sottoposto a frammentazioni, distorsioni, moltiplicazioni. La cronologia del racconto viene sovvertita, la narrazione rinuncia alla linearità, alla consequenzialità e alla causalità in favore della pluralità e dell'indeterminatezza. Le strutture narrative si organizzano secondo modelli più aperti, irrisolti, a volte persino paradossali. CRONOSISMI. Il tempo nel cinema postmoderno di  Alice Autelliano, indaga il cinema d'oggi attraverso le teorie e le riflessioni intorno al concetto di postmoderno.


      [Campanotto – 15,00 euro]


       


       


       


      Il cinema noir nasce come variante del genere poliziesco, rispetto al quale sviluppa un linguaggio autonomo, focalizzato sugli aspetti psicologici del crimine. Con il film noir si sono cimentati alcuni tra i più grandi registi del cinema, da Howard Hawks a Fritz Lang, da John Huston a Truffaut, ma anche in anni più recenti Wim Wenders, Salvatores o Frank Miller, con esiti talvolta altissimi. NOIR di Gabriele Lucci é un dizionario che cerca di svelare tutti i segreti, riunendo le 100 pellicole più significative per la definizione di questo genere cinematografico. Dalla consueta struttura dizionariale per "lemmi" si è cercato di far emergere, oltre alla storia del Noir, i topoi, gli intrecci tematici, gli archetipi e modelli narrativi, le particolari tecniche filmiche e di regia.


      [Electa – 20,00 euro]


       


       


       


      Questa nuova edizione della BREVE STORIA DEL CINEMA COMICO IN ITALIA di Enrico Giacovelli è arricchita – rispetto al testo originario del 1998 – di un lunghissimo capitolo finale (1980-2006) che costituisce, con le sue oltre sessanta pagine, una piccola storia del cinema comico e della società italiana al tempo di Craxi e di Berlusconi. Accanto ai maestri del passato (da Totò a Sordi, da Risi a Monicelli, da Cretinetti a Franchi & Ingrassia), sfilano i registi e gli attori che hanno rappresentato, nel bene e nel male, la commedia e la farsa cinematografiche degli ultimi 25 anni: Maurizio Nichetti e Nanni Moretti, Gabriele Salvatores e Paolo Virzì, Massimo Troisi e Roberto Benigni, Gabriele Muccino e Ciprì & Maresco.


      [Lupetti – 16,00 euro]


       


       


       

      IN QUEL FILM C'È UN SEGRETO. Raccontare al cinema, raccontare il cinema di Mario Sesti è un libro che ci dimostra che, senza passare per linguaggi paludati e accademici, si può tornare a parlare di cinema: per capire le sue storie, per carpirne i segreti. Mario Sesti si mette a fianco dello spettatore e gli parla con il tono confidenziale di chi ha molto viaggiato nella storia del cinema e nella cinematografia del presente.


      "Tutti coloro che amano il cinema sono spesso buoni lettori che forse leggerebbero con piacere libri sul cinema capaci di parlarne con la stessa passione che suscitano i film. I libri di cinema, invece, sembrano parlare solo a esperti di film o a studiosi specializzati. L'idea è proprio quella di un libro che si rivolga a tutti e che sappia raccontare per quale ragione sedersi di fronte a un film, ad assorbirlo immobili per quasi due ore".


      [Feltrinelli – 12,00 euro]


       


       


       


      Un percorso attraverso l'analisi dei principali contenuti e delle forme che fanno del regista coreano un grande autore contemporaneo. KIM KI-DUK di Davide Morello sonda la violenza, l'istinto di morte, l'erotismo, la figura femminile e il tema del doppio che appartengono agli universi visivamente delimitati di Kim Ki-duk. Mondi chiusi in cui i personaggi sono prigionieri, dove reiterano i loro gesti, le parole e i silenzi, dove la ripetizione diviene principio narrativo e strutturale.


      [Cafoscarina – 12,00 euro]


       


       


       


      Nell'immaginario collettivo sarà per sempre la ribelle principessa Anna di "Vacanze romane", la frivola Holly Golightly di "Colazione da Tiffany", la buffa Eliza Doolittle di "My Fair Lady". Per milioni di donne in tutto il mondo rimarrà un modello di eleganza e un'icona di stile. Ma nella realtà, Audrey Hepburn è stata semplicemente "Audrey". Ed è proprio così che ci viene presentata in AUDREY HEPBURN, una biografia scritta da Donald Spoto: la bambina che durante l'occupazione nazista dell'Olanda, dove trascorse l'infanzia, sognava di danzare sulle punte; l'inquieta adolescente che muoveva i primi, incerti passi sui palcoscenici del West End di Londra; la giovane donna, approdata quasi per caso su un set e diventata nell'arco di pochi mesi una star internazionale.


      [Frassinelli – 18,00 euro]


       


       

      METODOLOGIE DI ANALISI DEL FILM, a cura di Paolo Bertetto, studia i modi in cui la cultura europea e americana hanno elaborato il processo interpretativo dell'analisi del film, ne illustra criticamente i presupposti concettuali e metodologici e vaglia alcune specifiche esperienze di lettura dei film. Il libro raccoglie saggi di diverso taglio metodologico e analitico, che spaziano dalla post-semiotica al rapporto tra cinema e "gender", dall'analisi iconologica alla ricostruzione dei modelli filosofici di ermeneutica e decostruzione applicati all'analisi dei film.


      [Laterza – 22,00 euro]


       


       


       


      "Le uniche due forme d'arte originali americane sono il jazz e il western", è solito dire Clint Eastwood. Tra tutti i generi ai quali Hollywood ha dato i natali il western è senza dubbio il più originale, generato dall'humus stesso dell'America, dai suoi personaggi, dai suoi paesaggi. Esso è presente sin dagli esordi del cinema americano e in tutta la sua storia. IL WESTERN. La faccia autentica del cinema americano di Clelia Cohen è il nono volume della serie "Strumenti/ Cahiers du Cinéma". Il libro è articolato in due parti: la prima ripercorre la storia del western, dalle sue origini fino agli anni recenti, soffermandosi sulle poetiche dei principali autori e sugli attori che con il western si sono identificati; la seconda presenta documenti, testimonianze, analisi di sequenze, e permette al lettore di approfondire l'argomento sia da un punto di vista tecnico che da un punto di vista critico.


      [Lupetti – 12,80 euro]


       


       


      Il Neorealismo è universalmente riconosciuto come uno «spartiacque» nella storia del cinema mondiale, un indirizzo estetico che ha cambiato il modo di intendere e fare il cinema.
      Non conta più di 90 film, prodotti fra il '45 e il '52, tuttavia ha influenzato in modo determinante il cinema internazionale. Né corrente, né movimento, fu estetica e al contempo scuola, con elementi fortemente caratterizzanti: storie quotidiane, un'ambientazione popolare, l'uso di attori non professionisti e di una scenografia "reale", una forte semplificazione del linguaggio ecc. In IL NEOREALISMO, Galimberti ne fa una ricostruzione puntuale, attenta sia alle questioni teoriche che alle personalità di registi, sceneggiatori, attori, oltre che alle opere.


      [Lupetti – 16,00 euro]


       


       


       


      Il corpo del film riunisce una serie di interventi differenti per oggetti interrogati e per prospettive di ricerca, accomunati tuttavia dal sentimento condiviso di essere di fronte ad un mutato indirizzo dell'analisi del testo filmico. Il cambiamento avvertito sta non solo nell'apertura e nella contaminazione metodologica, che il lavoro sul film ha favorito e incoraggiato negli ultimi anni, né risiede unicamente nella consapevolezza che sia necessario adottare una logica intertestuale che metta in crisi l 'autonomia e la discriminabilità del testo. Qui l'urgenza è quella di aderire ad un'idea di analisi che rivendichi una piena attenzione alla materialità e alla dimensione sensibile del testo, alle pieghe della sua consistenza, al corpo del film. In IL CORPO DEL FILM. Scritture, contesti, stile, emozioni a cura di Giulia Carluccio e Federica Villa sono affrontate questioni come la scrittura letteraria e quella per il cinema, il cinema popolare e la pornografia, l'idea di cinema barocco, il ritmo del film, la presenza dell'autore nel corpo del testo, la dimensione emozionale e figurale, la nozione di classicità.


      [Carocci  – 16,40 euro]


       

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        LIBRI DI CINEMA – Le novità di agosto/settembre

        "L'incanto del mondo. Il cinema di Miyazaki Hayao" di A. Antonini, "Sensi alterati" di G. Marrone, "Marco Bellocchio" di A. Aprà, "Il cinema sudcoreano contemporaneo e l'opera Jan Sun-woo" di D. Cazzaro e G. Spagnoletti, "Nuovo cinema (1965-2005). Scritti in onore di Lino Miccichè" di B. Torri, "Print the legend. Cinema e giornalismo" di G. Gosetti.

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        L'INCANTO DEL MONDO

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        #SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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        Il cinema di Miyazaki Hayao


        Anna Antonini


        Il principe costante Edizioni


        Nuova edizione (1ª edizione 2003)
        192 pagine – 14,00 euro


         


         


        Disegnatore, sceneggiatore e regista di anime, Miyazaki ha fondato insieme al collega e amico Takahata Isao lo Studio Ghibli, una realtà creativa e produttiva in cui talento artistico e perizia tecnica vanno di pari passo. Questo libro accompagna il lettore alla scoperta del suo mondo cinematografico. Un mondo fatto di fantasia e colori, di lavoro appassionato e rigoroso, di radici culturali e antiche tradizioni, di commistioni fra Oriente e Occidente, di idee sulla società e la politica. Un mondo che conquista i più piccoli ed è capace di parlare al cuore e alla mente degli adulti stupendo, divertendo, commuovendo, facendo riflettere, incantando per complessità e immediatezza. Un mondo in cui le paure, le speranze e le contraddizioni del regista giapponese smettono di essere meri dati biografici per trasformarsi nel potente racconto dell'animo umano.


         


         

        SENSI ALTERATI
        Droghe, musica, immagini
        a cura di Gianfranco Marrone
        Meltemi editore
        168 pagine – 16,00 euro


         


        A partire da una riflessione più ampia sulla corporeità e le sue configurazioni socio-culturali, il libro raccoglie alcuni scritti che indagano il nesso fra esperienze con droghe ed esperienze musicali e visive. Tale nesso viene esplorato in più direzioni: sia nel senso dei modi un cui le prime sono state "tradotte" nelle seconde (nelle canzoni pop, nei videoclip, al cinema), sia in quello delle somiglianze formali fra i due tipi di esperienza (lo "sballo"), sia in quello, ancora più profondo, delle subculture costituite sulla base di una programmatica "alterazione dei sensi" grazie alla droga e alla musica (hippy, psichedelia, punk, ecc.). Si tratta dunque di accostarsi a un universo tanto ampio quanto bistrattato – spesso affrontato in senso aprioristicamente moralistico (alla ricerca delle "motivazioni" psicologiche del tossicodipendente) o in senso ingenuamente entusiastico (come stile di vita liberatorio e rivoluzionario) – con gli strumenti della sociosemiotica. Il volume contiene saggi di Juan Alonso, Nicola Dusi, Gianfranco Marrone, Federico Montanari, Paolo Peverini, Lucio Spaziante.


         


         

        MARCO BELLOCCHIO


        a cura di Adriano Aprà


        Marsilio editori


        336 pagine – 22,00 euro


         


         


        Consacrato al suo debutto con I pugni in tasca, Marco Bellocchio ha dovuto faticare per liberarsi da quel successo inatteso e pericoloso. Ci è riuscito cimentandosi su più fronti: lo scatenamento visionario di Nel nome del padre, il militantismo documentaristico di Matti da slegare, il classicismo della finzione di Marcia trionfale, lo psicodramma de Il gabbiano. Passando in rassegna uno a uno tutti i titoli del cineasta piacentino, da Salto nel vuoto a Diavolo in corpo, da La condanna a Il sogno della farfalla, da Il principe di Homburg a La balia, a Buongiorno, notte fino a L'ora di religione e «…addio del passato…», il libro ripercorre la ricca e complessa attività di Bellocchio sia con tagli trasversali (la psicoanalisi, la politica, la religione, il lavoro sull'attore, il documentarismo), sia rileggendo con sguardo fresco ciascun film. Scritti di: Adriano Aprà, Sandro Bernardi, David Bruni, Laura Buffoni, Orio Caldiron, Gabriele Cavaggioni, Antonio Costa, Flavio De Bernardinis, Luciano De Giusti, Bruno Di Martino, Virgilio Fantuzzi, Sara Leggi, Dario Marchiori, Tullio Masoni, Luca Mazzei, Paolo Mereghetti, Emilio Morreale, Fabrizio Natalini, Stefania Parigi, Alberto Pezzotta, Patrizia Pistagnesi, Alberto Scandola, Giovanni Spagnoletti, Paolo Spaziani, Marco Vanelli, Roberta Vespa, Vito Zagarrio.


         


         


         

        IL CINEMA SUDCOREANO CONTEMPORANEO E L'OPERA DI JANG SUN-WOO


        a cura di Davide Cazzaro e Giovanni Spagnoletti


        Marsilio editore


        pp. 272, € 20,00


         


         


         


        Il libro, grazie al contributo di alcuni tra i critici e i saggisti più prestigiosi del paese asiatico, analizza le tendenze, le opere e le figure più rappresentative della cinematografia contemporanea proponendo anche un approccio sistematico all'opera di uno dei protagonisti indiscussi della «nouvelle vague» sudcoreana: Jang Sun-woo. Un innovatore controverso e provocatorio, in grado di riassumere e distanziarsi dalle molteplici tendenze della produzione locale e di mutare le forme e i soggetti del proprio narrare in modo coerente rispetto ai cambiamenti avvenuti nella società, nella cultura e nella storia del suo paese. Scritti di: Davide Cazzaro, Chung Sung-ill, Vincenza D'Urso, Gianluca Gibilaro, Huh Moon-yung, Jang Sun-woo, Kyung Hyun Kim, Kim Myoung-joon, Kim So-young, Nam Dong-chul, Darcy Paquet, Hyangsoon Yi, Yi Hyoin.


         


         


         

        NUOVO CINEMA (1965-2005)


        Scritti in onore di Lino Miccichè


        a cura di Bruno Torri


        Marsilio editore


        224 pagine – 15,00 euro


         


         


         


        Questa raccolta di saggi è dovuta a una duplice ragione, o meglio, a una duplice spinta emotiva. In primo luogo, vuole onorare Lino Miccichè, fondatore della "Mostra Internazionale del Nuovo Cinema" di Pesaro e figura di prima grandezza nel campo degli studi cinematografici e dell'organizzazione culturale. In secondo luogo, ma strettamente legato al precedente, questo libro vuole celebrare un felice anniversario: i quaranta anni della stessa Mostra, la cui prima edizione si svolse dal 29 maggio al 6 giugno del 1965. I saggi, tutti originali, compresi nel volume affrontano temi – dalle teorie filmiche alla politica cinematografica, dal Neorealismo alla Nouvelle vague, dalla nonfiction al digitale, dai modi di produzione ai rapporti tra cinema e televisione ad altro ancora – che avevano già trovato, in una qualche misura, analisi e approfondimenti a Pesaro durante le diverse edizioni della Mostra e delle manifestazioni collaterali, così come tutti gli autori dei saggi hanno avuto rapporti più o meno stretti con la Mostra stessa e, in particolare, con Miccichè, non solo sul piano dell'amicizia personale, ma anche su quello della collaborazione intellettuale e operativa. Scritti di: Adriano Aprà, Mino Argentieri, Paolo Bertetto, Ivano Cipriani, Cesare De Michelis, Pierpaolo Loffreda, Andrea Martini, Stefania Parigi, Veronica Pravadelli, Giovanni Spagnoletti, Giorgio Tinazzi, Bruno Torri, Vito Zagarrio.


         


         


         

        PRINT THE LEGEND


        Cinema e giornalismo


        a cura di Giorgio Gosetti e Jean-Michel Frodon
        Editrice Il Castoro
        304 pagine  – 23,50 euro


         



        Esce in edizione italiana, il volume monografico che ha accompagnato la retrospettiva Newsfront, dedicata al rapporto tra cinema e giornalismo, svoltasi nell'ambito del Festival di Locarno dello scorso anno diretto da Irene Bignardi.


        "Print the Legend" :  è un giornalista a pronunciare queste parole in L'uomo che uccise Liberty Valance, ma è uno dei maestri del cinema mondiale, John Ford, che gliele affida. In questa battuta è rinchiuso tutto il senso e il legame che unisce il cinema al giornalismo.
        "Print", stampa, atto definitivo che conclude il processo di entrambi, e "leggenda", cioè quel raccontare storie, importanti ed esemplari, che è uno dei fattori più importanti di costruzione dell'identità di ciascun individuo e della comunità in cui viviamo. Racconto che è proprio del cinema e che la stampa dal canto suo riempie di precise e accurate informazioni. In questo libro le relazioni tra cinema e giornalismo sono indagate da molteplici punti di vista: dai grandi film degli anni Cinquanta a Quarto potere, dalla messa in discussione dello statuto di verità dell'immagine e del ruolo del giornalista degli anni Sessanta alla nascita del genere documentaristico fino agli esempi odierni, dal cinema della realtà di Kiarostami alla rinascita del film inchiesta di Michael Moore.
        Print the Legend offre un quadro del mondo giornalistico visto attraverso la lente del cinema: un gioco di complesse rifrazioni che lasciano emergere l'urgenza di una riflessione più ampia su quale possa essere oggi il rapporto tra realtà e finzione, tra soggettività e oggettività dello sguardo, e in che cosa possa ancora consistere  "la verità" da indagare e la sua ricerca, in un contesto mediatico in cui l'immagine si è sempre più sovrapposta alla realtà fino a identificarsi con essa. I testi raccolti nel volume sono di CINEASTI (Abbas Kiarostami, Jean-Louis Comolli, Michael Moore), GIORNALISTI (Carl Bernstein, Rodolfo Brancoli, Stefano Della Casa), FILOSOFI (Marie-José Mondzain), CRITICI (Alain Bergala, Seymour Chatman, Serge Kaganski, Franco La Polla, Richard R. Ness, Jean-François Rauger, Michael H. Wilson, Jean-Baptiste Thoret).
        Ad arricchire il volume, un repertorio fotografico di 250 foto e una filmografia completa.

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