LIBRI DI CINEMA – Le novità di agosto/settembre
“Il cinema americano dopo l’11 settembre”, “Il cinema muto italiano”, “Storia del cinema giapponese”, “Peter Greenaway”, “Una voce nel disastro. L'immagine dello scienziato nel cinema dell'emergenza”, “Ventuno per undici. Fare cinema dopo l’11 settembre”, “Le grand noir”
IL CINEMA AMERICANO DOPO L'11 SETTEMBRE
Andrea Fontana
11 settembre 2001: due aerei di linea si schiantano contro le Torri Gemelle di New York, simbolo economico degli Stati Uniti. Poco dopo, un terzo aereo provoca un’esplosione su un lato del Pentagono. Uno shock visivo e traumatico per l’Occidente e per tutto il mondo. Come ha reagito il cinema a questo avvenimento epocale? Come ha assorbito il lutto di una simile tragedia? Sono emerse posizioni critiche o di propaganda? Il volume tenta di rispondere a queste e ad altre domande, con analisi trasversali che toccano la serialità americana, il genere cinematografico, il contesto politico internazionale, il ruolo dell’immagine mass mediale. Attraverso l’analisi di numerosi film, si è giunti a delineare un percorso che dimostra quanto il cinema sia la più sincera espressione di un sentire collettivo. Nel libro sono presenti saggi di Giampiero Cama, Andrea Fornasiero, Federico Gironi, Guido Levi, Giona A. Nazzaro e Gianluca Pulsoni. Doppia prefazione di Renato Venturelli e Fabio Zanello.
[Morpheo edizioni – 18,00 euro]
IL CINEMA MUTO ITALIANO
Giampiero Brunetta
Il cinematografo arriva da noi nel
[Laterza – 22,00 euro]
STORIA DEL CINEMA GIAPPONESE
Max Tessier
Il pubblico occidentale scoprì il cinema giapponese nel 1951 allorché Rashomon vinse il Leone d´oro a Venezia. Fu poi la volta di Mizoguchi, due anni dopo, e di Kinugasa a Cannes nel 1954 (il suo La porta dell´inferno stregò Cocteau per i «più bei colori al mondo»).
A sessant´anni di distanza la nostra conoscenza del cinema del Sol Levante resta forse frammentaria, episodica, legata ai capricci e alle scelte dei festival e certo grazie ad alcuni autori consacrati dalla critica come Ozu, Oshima, Kurosawa e Imamura, o i contemporanei Kitano e Tsukamoto, ma quasi mai coglie la ricchezza di una cinematografia che ha saputo rinnovarsi costantemente sia dal punto di vista stilistico che dei contenuti, muovendosi tra il classicismo della tradizione e le sperimentazioni più ardite.
Questo libro – che Lindau presenta in una edizione rivista e aggiornata – analizza il cinema nipponico in una prospettiva storica, sociale ed estetica, soffermandosi sia sulle vicende più note e studiate, sia sulle sue numerose zone d´ombra, dall'epoca d'oro degli anni '20 e 30', alla «nouvelle vague» nipponica degli anni ´60 fino alla nascita di quel nutrito gruppo di grandi autori quali Kiyoshi Kurosawa, Shinji Aoyama, Masahiro Kobayashi, Jun Ichikawa che sembravano aver definitivamente dischiuso le porte dell´Occidente al cinema giapponese.
[Lindau – 15,00 euro]
PETER GREENAWAY
Domenico De Gaetano
Peter Greenaway è uno degli autori più complessi, eccentrici e stimolanti del cinema contemporaneo. I suoi film sono esperienze «totali», in cui musica, letteratura, pittura, teatro e nuove tecnologie confluiscono in quello che è stato definito come un felice esempio di estetica neobarocca e di arte multimediale. Se le sue radici vanno ricercate nelle avanguardie americane ed europee di fine anni ´60, negli ultimi anni il suo cinema si è aperto sempre più a una contaminazione interdisciplinare dagli esiti spesso sorprendenti.
Il volume, completamente riveduto e aggiornato, ripercorre cronologicamente, per temi e scelte estetiche, l´intera carriera del geniale regista gallese: dai primi esperimenti narrativi autoprodotti all´inizio degli anni ´60 al vero esordio nel cinema, il film Windows (1975), sulle vite di 37 persone che nel 1973 morirono nel distretto di Wardour precipitando dalla finestra, fino al recente Nightwatching dedicato a Rembrandt.
De Gaetano si sofferma anche sull´attività espositiva che ha conosciuto negli ultimi anni un forte impulso e che ha portato spesso il regista in Italia, soprattutto a Venezia e a Torino.
[Lindau – 18,00 euro]
UNA VOCE NEL DISASTRO
L'immagine dello scienziato nel cinema dell'emergenza
Alberto Brodesco
Capita spesso, al cinema, che il mondo sia colpito da una minaccia alla sua stessa sopravvivenza: come reagisce in questi casi la società? Quali dinamiche si mettono in moto, come si comportano le istituzioni e i cittadini, dove si va a cercare una soluzione? La rappresentazione del disastro imminente, della catastrofe annunciata, diventa l’enfatico emblema delle grandi o piccole crisi che il genere umano è costretto ogni giorno ad affrontare. Il riparo più immediato, la risposta oggettiva, l’“antidoto”, nel cinema dell’emergenza, è offerto sempre dalla scienza, anche se a volte è questa stessa – in una versione deviata – ad aver innescato la miccia del pericolo.
Attraversando capitoli fondamentali della storia del cinema – da Metropolis a Il dottor Stranamore, da Il dottor Jekyll a L’uomo invisibile, da Alien a Indipendence Day, da Mars Attacks! a The day after tomorrow – il volume analizza la costruzione popolare della figura dello scienziato nei racconti cinematografici indirizzati al pubblico di massa. Nella loro semplicità e incongruenza, gli stereotipi – spesso contraddittori e lontani dalla realtà – possono comunque illuminare l’evoluzione della percezione sociale di questo personaggio. Dallo scienziato distaccato dal mondo e chiuso nel suo laboratorio all’uomo d’azione protagonista nei momenti di emergenza, dal creatore di mostri allo scopritore di vaccini, dal cupo fanatico del sapere al simpatico ricercatore freak, da quello compromesso con la politica e il potere all’indipendente e garante del bene comune, le declinazioni di questo personaggio chiave del cinema di tutti i tempi, temuto e allo stesso tempo tutelato, oscillano comunque tra due estremi: tra il ruolo di distruttore e quello di salvatore dell’umanità.
[Meltemi – 14,00 euro]
VENTUNO PER UNDICI
Fare cinema dopo l’11 settembre
Leonardo Gandini e Andrea Bellavista
Con l'analisi di 21 film prodotti dopo i tragici fatti di New York, realizzata da altrettanti critici cinematografici, il volume analizza l'impatto culturale che l'11 Settembre ha avuto sul cinema americano e non, osservando un mondo in trasformazione che non parla sempre dell’11 settembre ma inevitabilmente ne è condizionato nel linguaggio, nei codici visivi, nelle trame narrative.
Si tratta di un evento che non ha termini di paragone e dunque di rappresentazione, caratterizzato da una dicotomia tra presenza e assenza. La presenza dei fatti, dell'evento, fatto di immagini di cronaca tanto drammatiche quanto gia' di per se cinematografiche, e l'assenza delle Torri, l'ombra che manca dopo il loro crollo, che disegna una cifra narrativa caratterizzata da quella che e' stata definita “la scrittura del trauma”. E' in questa ottica, con un filtro di analisi interamente fondato sull'articolarsi dei drammatici fatti newyorchesi, che gli autori, coordinati da Leonardo Gandini e Andrea Bellavita, hanno scelto 21 film molto diversi e lontani dall'11 Settembre in se, in cui rilevare elementi narrativi e cifre espressive che da quel momento storico derivano.
[Le mani – 16,00 euro]
LE GRAND NOIR
Mauro Marchesini
Che François Truffaut sia un regista schierato dalla parte delle donne è cosa risaputa. Molto meno noto è il gesto misteriosamente femminile che amava filmare spesso, lo svenimento. Sono all’incirca una decina i mancamenti rintracciabili lungo la sua filmografia. Distribuiti attraverso cinque titoli chiave, tra Fahrenheit 451 e La signora della porta accanto, passando per Le due inglesi, Adele H. e L’ultimo metrò, essi brillano per intensità e spregiudicatezza. Il cineasta francese adorava complicarli. Ogni crollo diventava un inno alla forza (ma anche all’impotenza) dell’amore.
Ogni caduta esaltava e umiliava il corpo che la esprimeva.
Il presente saggio affronta le pellicole citate tentando di scomporre al rallentatore l’attimo fatale per poter capire il come-perché di una delle reazioni umane più ricche, intransigenti e spettacolari che si conoscano. Identificato di volta in volta con una straziante ferita, una performance erotica, un numero teatrale, una fuga dalla realtà, una prova di sadismo, uno stile di punteggiatura, in effetti il venir meno secondo Truffaut ricorda soprattutto un “brevissimo lungo addio” capace di promuovere un’insolita visita all’anticamera della morte.
[Le mani – 10,00 euro]