LIBRI DI CINEMA – Le novità di Agosto – Settembre

Alejandro González Iñárritu, Suspense! Il cinema della possibilità, The best man – Le campagne elettorali viste da Hollywood, Cinema e storia: Anni Cinquanta, L’arcipelago deserto.

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Alejandro González Iñárritu – Metafisica e metacinema

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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Fabio Morici

 

Alejandro González Iñárritu si è imposto all’attenzione mondiale fin dal suo esordio:Amores perros, la sua opera prima, riceve subito la nomiation agli Oscar come Miglior Film Straniero. Poi 21 grammi, babel, Biutiful, Birdman, Revenant: i suoi film hanno sempre ottenuto candidature e premi a livello internazionale. Il suo è un cinema intenso fatto di personaggi tormentati, storie difficili narrate in modo complesso. Racconta la solitudine, il dolore, il decadimento interiore, la violenza, la vendetta, il senso di colpa, l’espiazione, la

inarrituredenzione. Iñárritu ci mostra come gli individui si comportano quando sono spinti al limite, come affrontano la paura, la tragedia, la morte. Un’indagine profonda dell’essere umano, un viaggio ai confini dell’esistenza.

[Sovera Edizioni – pp. 156 € 14,00]

 

 

 

Suspense! Il cinema della possibilità

Damiano Cantone e Piero Tomaselli

 

cantone_tomaselliChe cos’è la suspense? Come funziona? A che cosa serve? Si potrebbe sostenere della suspense quello che Agostino diceva a proposito del tempo: “Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più”. Tutti sappiamo a cosa ci si riferisce quando si parla di un film o di un libro di suspense ma, non appena proviamo a spingerci un po’ più in là del suo mero funzionamento tecnico-narrativo (un dispositivo drammaturgico che tiene lo spettatore con il fiato sospeso in attesa che qualcosa di imprevisto si riveli), ci accorgiamo che essa è particolarmente refrattaria all’ingabbiamento concettuale, un meccanismo sfuggente e opaco, privo di chiari appigli teorici. L’idea di Cantone e Tomaselli è che la suspense trovi nel medium audiovisivo (nel cinema, ma anche nella serialità televisiva e nel videogame) il suo terreno più fertile proprio perché l’immagine in movimento la declina in una sua specifica forma storico-ermeneutica, relativa ai diversi ambiti mediatico-culturali nei quali essa si esercita: la suspense si sostanzia più a partire dalla peculiare dimensione esistenziale e storica del soggetto-spettatore che attraverso le tecniche diegetico-narrative utilizzate per metterla in funzione. Nel compiere la loro indagine i due autori hanno considerato un corpus di circa 1000 film di detection, con un ventaglio molto ampio di riferimenti (da Lynch a Cronenberg, da Antonioni a Bong, da Tsukamoto a Carpenter), individuando e analizzando 30 “Stimmung” narrative, figure catalizzatrici e acceleratrici di suspense nella misura in cui riescono a innescare un feedback/transfert esistenziale con lo spettatore.

[Orthotes Editrice – pp. 382 € 23,00]

 

 

 

The best man – Le campagne elettorali viste da Hollywood

Luca Mencaccige6rejbnvujq_s4-mb

 

Chi conquista la presidenza degli USA è sempre il migliore dei candidati? Questa domanda ha sempre angosciato studiosi, commentatori e semplici cittadini, e neppure i dibattiti o le primarie hanno contribuito a far chiarezza. La più grande democrazia del mondo sembra soffrire il diluvio di immagini, parole e dollari che si riversa sulla campagna elettorale. Ma la corsa per la Casa Bianca è pur sempre il più importante spettacolo prodotto dalla politica americana. Non a caso, accanto alle classiche analisi di Tocqueville & Co., è oggi il cinema una delle chiavi privilegiate per interpretare cosa succede sul palcoscenico delle elezioni americane. Percorrendo l’intera produzione cinematografica di Hollywood che abbia a tema la competizione elettorale, questo libro ci racconta in maniera brillante e puntuale come lo show business abbia descritto, spiegato e finanche influenzato il meccanismo che dovrebbe portare al potere “The Best Man”.

[Rubbettino Editore – pp. 240 € 14,00]

 

 

 

Cinema e storia 2016. Anni Cinquanta  – Il decennio più lungo del secolo breve

dagradaElena Dagrada

 

Nella storia del cinema italiano gli anni Cinquanta si impongono come il decennio più lungo del secolo breve. Cominciano, infatti, già nel 1948 e si prolungano compatti fino alle soglie del 1960. Da un lato, intrecciano la storia del cinema con quella della neonata Repubblica italiana, che vede concretarsi i risultati più significativi del laborioso processo di ricostruzione post-bellica proprio nel 1948, quando la parabola del neorealismo conosce la consacrazione ufficiale e al tempo stesso registra le prime avvisaglie di una crisi destinata a monopolizzare il dibattito critico – e non solo quello – per tutti gli anni Cinquanta. Dall’altro, a fronte di un inizio anticipato così denso e coeso, l’intero decennio procede all’insegna dei complessi scenari della Guerra Fredda, le cui ripercussioni condizionano variamente la politica interna e la gestione politica della cultura. È in questo clima rovente che prende avvio il faticoso cammino verso il miracolo economico, accompagnato dalle prime avvisaglie di una modernità nostrana e dall’emancipazione di un pubblico che al neorealismo preferisce da sempre melodrammi, commedie e soprattutto i divi d’oltreoceano.Questo numero di «Cinema e Storia» cerca di restituire la complessità di una stagione culturale che occupa un posto centrale nella storia dell’Italia repubblicana, la cui eredità è a ben vedere ancora viva e quanto mai attuale.

[Rubbettino Editore – pp. 280 € 16,00]

 

 

 

L’arcipelago deserto. Il cinema sperimentale giapponese

Beniamino Biondi
Sebbene in Giappone la nascita del cinema sperimentale e Underground non sia recente – biondiessa risale a un film assurdo e singolare come Kurutta ippeji (1926) di Teinosuke Kinugasa – soltanto nei primi anni Sessanta si chiarisce il percorso di una vocazione che, dopo un lungo travaglio teorico interiore, diviene consapevole dei propri mezzi espressivi e del significato insito nei suoi archetipi concettuali. Sono gli anni della nouvelle vague nipponica e molti registi, indipendenti e non, seguono la via della sperimentazione e della ricerca formale dando vita a una vera e propria rivoluzione estetica. I registi d’avanguardia oltrepassano la logica diegetica per giungere a una concezione strutturale del cinema come sistema di relazioni semantiche, testando il libero uso dei materiali e spingendo la ricerca verso la realizzazione di un formalismo puro – caratterizzato dalla disposizione iconica del materiale espressivo – che veicola la loro critica sociale. Da Takahiko Iimura, precursore dello sperimentalismo, al cinema politico di Motoharu Jōnouchi; da Yoji Kuri, simbolo della controcultura, al talento visionario di Nobuhiko Obayashi; dal cinema multimediale di Yoko Ono al maestro del surrealismo Katsu Kanai; dal controverso Kazuo Hara a un inedito Donald Richie, attraverso il cinema radicale di Toshio Matsumoto e Shūji Terayama fino al patriottismo suicida di Yukio Mishima. Questo libro racconta una storia lunga mezzo secolo, dove il cinema diventa occasione di rinnovamento culturale, per svincolarsi da una tradizione incapace di parlare alle nuove generazioni.

 [Audino Editore – pp. 128 € 15,00]

 

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