LIBRI DI CINEMA – "Terrence Malick. Cinema tra classicità e modernità" di Andrea Fornasiero
Approfondita raccolta di saggi, in quattro grandi sezioni che esplorano la pluralità inesauribile delle voci del cinema di Malick, attraverso filosofia, musica concreta, movimenti di macchina e composizione della luce, e la sua poetica come una riflessione sulla violenza e sulla guerra che va al di là della rappresentazione delle ferite, per quanto dolorose, e della morte, comunque atroce, per raccontare una condizione esistenziale. Con una particolare e lodevole attenzione alla segnalazione di traduzioni discutibili realizzate in fase di doppiaggio, che ribaltano completamente il senso dei suoi testi originali. Una curata edizione di Le Mani Microart’s.
TERRENCE MALICK. CINEMA TRA CLASSICITÀ E MODERNITÀ
Andrea Fornasiero
Edizioni Le Mani Microart’s
Finito di stampare nel mese di novembre 2007
Pag. 416 – 20 euro
Il libro si compone di quattro grandi sezioni:
L’uomo e il suo cinema racconta l’uomo Terrence Malick come qualcuno che non ha circondato deliberatamente di fascinoso mistero la sua persona (e dunque le sue biografie) ma che si è sottratto sempre, come è noto, all’obbligo di sovrapporla ai suoi film, rilasciare dichiarazioni, interviste, comparsate. Una sorta di rifiuto filosofico di farsi possedere da un’immagine, piuttosto che, banalmente, di concederla o meno alla stampa… Si raccontano anche il suo amore per la filosofia, il contatto di pensiero con Martin Heidegger (e la leggenda, sempre ironicamente né smentita né confermata da Malick “se tutto questo è mai accaduto, risale a quando avevo ancora vent’anni, quindi ho il diritto di non ricordare ” di un incontro con il filosofo in carne e ossa), i suoi viaggi tra Nepal, Grecia e Scozia, il suo lavoro sul set attraverso le voci dei suoi collaboratori, che raccontano una sua attitudine profondamente lirica – Emmanuel Lubezki “Terry ha creato un’atmosfera che ha fatto di noi dei pescatori, in cerca di momenti nel flusso del tempo e della vita” e meravigliosamente anarchica – Jack Fisk, che racconta un regista pervaso da una sorta di intenzionale volubilità, disposto a buttare all’aria il piano di lavorazione e a decidere dove girare anche solo in base – letteralmente alla disposizione delle nuvole in cielo.
L’ascolto e la visione affronta dettagliatamente l’uso della fotografia, dei movimenti di macchina e delle musiche, da quella colta – Orff, Satie, Wagner, Mozart, il Carnevale degli animali – alle partiture realizzate da Morricone e Hans Zimmer, per finire con una sezione particolarmente interessante dedicata alla musica concreta (dalle lame delle trebbiatrici de I giorni del cielo ai canti di uccelli ormai estinti, al vento, ai tuoni e al frinire degli insetti di The New World, che formano quel sorprendente continuum oceanico di suoni naturali – dalle raccolto con un meticoloso lavoro di ricerca, che non è contrappunto all’azione, né commento, né sostituto delle immagini, ma essenza stessa, sospesa e avvolgente, della pellicola, fuoriuscendo persino dalla sua struttura, nascendo ancora prima del prologo e vivendo di vita propria prima dei titoli di coda) – “il silenzio completo non esiste, perché il mondo non si arresta”, commenta l’autore.
Che cos’è questa voce che parla dentro di me?
John Smith in The
L’autore prende di petto quella che è considerata una delle caratteristiche precipue del cinema di Malick, la voce over, ricordando però come non sia mai stata prevista in fase di sceneggiatura – cogliendone l’aspetto di monologo interiore lacerante, sbrigliato, lanciando un interessante paragone col cinema di Kar Wai Wong, e affermando che non esiste uno stile malickiano di voice over, e che questa voce, che muta la sua funzione da film a film, non abbia una vera e propria funzione narrativa in senso classico: nella protagonista di Badlands è spesso scollata dalla realtà, impregnata di fantasie, eppure immediata: lo stesso Malick definisce Holly una innocent abroad – termine coniato da Mark Twain per definire un un particolare tipo d’innocenza dovuta all’ignoranza delle regole della società; in The New World diventa ode, preghiera, con utilizzo equivalente a quello della musica; ne
Il sangue sull’erba è un viaggio nelle poetiche di Malick, arricchito da un excursus su quanti hanno contribuito all’elaborazione del conflitto bellico tra americani e giapponesi, evidenziando spesso la differenza tra l’assenza di retorica del cinema malickiano, la sua raffigurazione della brutalità e del degrado a confronto con film di altri autori più idealisti e o sfacciatamente impregnati di retorica dell’eroismo; si aggira tra i suoi protagonisti maschili, tutti capaci di uccidere, divisi tra fuga e massacro, descrivendo la sua come una riflessione sulla violenza e sulla guerra che va al di là della rappresentazione delle ferite, per quanto dolorose, e della morte, comunque atroce, per raccontare una condizione esistenziale. Una parte affascinante di questa sezione si concentra sull’orchestrazione da parte di Malick di una sinfonia dei quattro elementi, acqua, aria, terra e fuoco, da non considerare ingenuamente panteistica, un “lasciar parlare il mondo” in cui vita, morte, trascendenza si fondono, anche nel film considerato dalla maggior parte della critica eccessivamente romantico e manierista, The New World, per il quale si suggerisce una lettura in chiave di esperienza lirica e sensuale, di intenso piacere emotivo.
Le opere e la sua genesi analizza con attenzione i quattro film di Malick anche in relazione al cinema espressionista, a quello americano contemporaneo, e alle opere d’arte – dalle foto documentaristiche, alle sceneggiature originali, ai romanzi, che ne hanno ispirato il cuore, le suggestioni, le tematiche; e per Badlands sceglie una forma originale di comparazione tra sinossi del film e vicenda di cronaca nera a cui si ispira, i due goffi feroci serial killers adolescenti Starkweather e Fugate:
“[…] I suoi personaggi, e questo è particolarmente vero in Badlands, mantengono il loro mistero. Ci appaiono portatori di una sensibilità distante, il loro comportamento è a tratti assurdo, quasi ridicolo, altrove è invece terribile e disumano: è questa la loro natura innocente e corrotta, gentile e malvagia al tempo stesso, che il film rappresenta senza mai svelare […]
In conclusione, il testo offre filmografia, una bibliografia dalla quale, si precisa, sono stati esclusi volutamente alcuni libri su Malick contenenti testi indebitamente sottratti, senza alcuna citazione, dalle rassegne web di Alberto Farassino, mentore dell’autore, e un dono finale: una mappa-indagine sulla pluralità di voci che compongono la trama tremendamente umana e sofferta del flusso di coscienza collettivo in La sottile linea rossa.
INDICE
Alla grande ombra di Farassino p. 9
Prefazione di Nuccio Lodato
Introduzione p. 13
Domande e risposte
L’UOMO E IL SUO CINEMA
I La difficoltà di fare cinema p. 19
La vita e le opere di Terrence Malick p. 19
Prima del cinema: tra filosofia e giornalismo p. 19
Le prime sceneggiature p. 21
Badlands p. 25
I giorni del cielo p. 28
Il ventennio sabbatico p. 32
Il difficile ritorno alla regia p. 34
La sottile linea rossa p. 37
Un indipendente a Hollywood p. 40
The New World p. 42
II Malick al lavoro
I collaboratori raccontano il regista sul set p. 47
Gli anni 70 p. 47
Nuove tecnologie, stesse ossessioni p. 53
Nuove frontiere p. 62
L’ASCOLTO E
III Ricordi, domande e preghiere
Le voci narranti p. 72
Holly p. 72
Linda p. 80
Witt, Bell, Staros e la compagnia Charlie p. 88
La principessa, l’esploratore e il colono p. 101
IV Partiture di note e rumori
Il sound design p. 106
Musica colta p. 106
Musica originale p. 112
Musica popolare p. 120
Musica concreta p. 124
V Tra pittura e fotografia
La composizione e la luce p. 135
Una fiaba iperrealista p. 135
Silhouette alla luce dorata p. 141
Giardini dell’Eden p. 149
VI Lo scorrere del racconto
Montaggio e movimenti di macchina p. 157
Quel che diventa cenere p. 157
Una sinfonia inversa p. 163
Guerra e Pace p. 170
Scivolando tra due mondi p. 177
IL SANGUE SULLA TERRA
VII Assassini, soldati e coloni
La rappresentazione della violenza p. 184
Poetiche della violenza p. 184
L’omicidio e la fuga p. 195
Terrore, orrore, follia e torpore p. 199
Il caos della battaglia p. 206
VIII Il volto del nemico o non esiste una “buona guerra” p. 213
Battaglie nella giungla p. 213
Elaborazione di una guerra p. 223
Il senno di poi p. 231
IX I quattro elementi
Un cammino tra le colonne portanti del cosmo p. 242
Terra p. 242
Aria p. 249
Fuoco p. 252
Acqua p. 256
X Tutte le forme della natura
Il ciclo della vita p. 263
Bestie randagie e d’allevamento p. 263
Di uomini e di locuste p. 272
Un’impenetrabile cattedrale verde p. 277
Come un albero p. 281
LE OPERE E
XI Badlands. La banalità del male p. 286
Dalla cronaca alle pellicola p. 286
Nessuna nostalgia per gli anni ‘50 p. 292
Volere una vita come James Dean p. 298
Persi nel mondo p. 304
XII I giorni del cielo. In balia del vento p. 308
In fuga verso l’arcadia p. 308
Fuori dai generi: il western e il melodramma p. 312
Il destino delle masse e dei signori p. 321
XIII La sottile linea rossa: Il veleno verde della guerra p. 328
Tra paradiso e inferno p. 328
La sottile linea rossa tra il romanzo e i suoi adattamenti p. 334
Vinti e vincitori p. 350
Unanswered questions p. 359
XIV The
Un’eroina tra due mondi p. 370
The New Words p. 377
Un canto di vita in morte p. 383
I personaggi de La sottile linea rossa p. 395
Una mappa nel flusso di coscienza collettivo
Filmografia p. 400
Bibliografia p. 403
Indice dei nomi e dei film p. 407