L’Italia del Miracolo

Con Il miracolo la nostra Narrativa cine-televisa è riuscita a intercettare quel magma putrescente e iper-vitale che ribolle dentro le stanze nascoste della nostra società, tra folklore e fanatismo

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Apparizioni mariane, icone sacre che piangono sangue umano, miracoli scenografici e giovani pastori dai poteri taumaturgici. Finalmente la Narrativa cine-televisa nostrana è riuscita a rivolgere lo sguardo oltre, andando a intercettare quel magma putrescente e iper-vitale che ribolle dentro le stanze nascoste della nostra società, in una miscela che tra fanatismo religioso, folklore millenari(stic)o e resistenza antropologica, ha in realtà da sempre contraddistinto la natura del nostro Paese. Il popolo Italiano, persa per strada la funzione mediale di una Chiesa impegnata tra scandali e potere (e un Papa troppo “razionante” per essere considerato affidabile), ha cercato rifugio nel sangue dei santi e nei santini di Padre Pio, negli oroscopi e nei Per Grazia Ricevuta, in un posticcio populismo spirituale e nei santoni delle cure alternative. Il 2018 è l’anno della vittoria schiacciante delle istanze più irrazionali e “pure” della nostra Società, il momento in cui cambia per sempre la percezione che noi Italiani abbiamo di noi stessi. La parabola illuminista (appoggiata su una mal riposta superiorità morale) dei partiti progressisti, così affannati di trasformare il nostro Paese in un popolo civile, degno delle migliori democrazie occidentali, si è schiantata contro il cuore di pietra, violento, profondo e malato, di un popolo povero e arrabbiato che, dietro i paraventi del No-Vax, del razzismo da social e dalla vanesia ostentazione di ignoranza, nasconde la degenerazione di un rapporto verso il Sacro e il Soprannaturale che da spiritualità e diventa devozione ossessionata e ossessiva. 

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E’ raro che la nostra industria narrativa-cinematografica si accorga per tempo dei mutamenti socio-antropologici che la circondano. Questa volta, tra i soliti periferia-movie sulle “borgate romane” e divertite commedie regionali, è riuscita a realizzare alcune opere che, tra palcoscenici internazionali (Lazzaro Felice e Troppa Grazia) e il successo pompato della pay tv hanno (e avranno) l’occasione per aprire gli sguardi su questa resistenza morale. Più che i film di Zanasi e Rohrwacher, ancora “nascosti” dentro il genere della la commedia intelligente o del realismo magico, è la serie tv Sky Atlantic Il miracolo ad avere il coraggio (fortuito?) di fotografare il ritratto più desolante di questa nuova (o vecchia) realtà. Nata da un’idea del romanziere Niccolò Ammaniti (che esordisce dietro la macchina da presa, aiutato dai più esperti Francesco Munzi e Lucio Pellegrini) Il miracolo è una storia “nera” che dai piani più alti delle istituzioni (il disperato Premier Guido Caprino alle prese con il Referendum sull’Euro) fino all’umanità più misera  (il calabrese Alessio Praticò alle prese con una missione degna del Primo Testamento) racconta quello che è e sarà l’Italia nei prossimi anni.

L’arrivo della statuina di Maria Vergine sgorgante infinito sangue umano, come ben intuisce il prete disgraziato Tommaso Ragno, giunge a noi in un momento preciso, un attimo prima dell’inizio della Fine. Non per salvarci, però. Per dannarci definitivamente. Come un bubbone che esplode, la Madonna sanguinante è lo schiaffo che arriva per svegliarci dalle nostre pretese occidentali, civili, morali, e ricordarci la Miseria da dove veniamo e soprattutto che siamo.
Nel 2010 Sandro Veronesi con il suo XY usava un altro miracolo terribile e terrificante per metterci davanti alla irrazionalità dell’esistenza, dove alla follia e all’incomprensione l’unica ancora di salvataggio era aggrapparsi alla nostra ragione umanizzata. Otto anni dopo anche questa ultima salvezza si è dissolta nel rosso delle lacrime sante e nel bianco del sorriso di Stato del personaggio più equilibrato, che furbamente, sceglie di abbandonarsi al delirio tarantolato di questa nuovo Ancient Regime. Che l’Apocalisse abbia inizio.

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