Lo sguardo di Orson Welles, di Mark Cousins

Cousins dichiara di non aver concepito l’ennesimo prodotto agiografico, da maneggiare con cura. In parte, il regista e critico irlandese c’è riuscito, dividendo il lavoro in tre atti più un epilogo

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Dear Orson…

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Un documentario, quello di Mark Cousins, che vuole essere una lettera d’amore, una dedica viscerale votata all’arte (non solo cinematografica) di Orson Welles, come ci ha raccontato.

Attraverso premesse stuzzicanti e originali (l’uso di bozze, schizzi e disegni realizzati da Welles stesso) Cousins ha dichiarato di non aver concepito l’ennesimo prodotto agiografico rivolto all’ennesimo mostro sacro di turno, da maneggiare con cura, ovviamente. E, in parte, il regista e critico irlandese c’è riuscito, dividendo il lavoro in tre atti più un epilogo: Pawn, Knight, King e Jester.

Il primo blocco è dedicato alla politica di Welles, alla simpatia che nutriva verso la gente comune, la stessa che non ricopre posizioni privilegiate legate a qualunque forma di potere.
Il secondo, forse il più interessante, racconta gli amori del Nostro, attraverso cinque visioni differenti di femminilità: Virginia Nicholson, Rita Hayworth, Dolores Del Rio, Paola Mori e Oja Kodar.
Il terzo analizza i concetti di “potere” e “corruzione” visti da Welles col supporto dei famosi disegni e in cui appaiono i personaggi di Macbeth, Enrico V e Charles Foster Kane.
L’epilogo, infine, viene giostrato sulla beffa tout court con un contatto diretto con lo stesso Welles.

Beatrice Welles, figlia di Orson e Paola Mori, ha aperto l’archivio del padre a Cousins dopo un lungo corteggiamento da parte di quest’ultimo, non nascondendo una certa commozione, forse proprio per aver toccato le corde non ancora esplorate di una figura, ormai, analizzata in qualunque forma, maniera e contenuto.

E così, dopo oltre trent’anni dalla sua scomparsa, siamo ancora in periodo “wellesiano”, vedi il documentario Mi ameranno quando sarò morto, making of di The Other Side of the Wind e questo Sguardo di Orson Welles, sigillando, nuovamente, la bilateralità dell’autore di Kenosha, affidando a Cousins il lato più intimista e, perché no, “paterno” di uno degli artisti “sacri” del secolo breve.

 

Titolo originale: The Eyes of Orson Welles
Regia: Mark Cousins
Durata: 110’
Distribuzione: I Wonder Pictures
Origine: Gran Bretagna, 2018

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