#Locarno69 – Controcampo animale: Gorge, coeur, ventre e The Challenge

Lo sguardo di Maud Alpi è tutt’uno col suo materiale e la camera, pur ferma, non nasconde l’emozione; Ancarani è invece più clinico nel puntuale ritratto qatariano attraverso l’arte della falconeria

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Gli animali ci guardano. Lo fanno gli uccelli di João Pedro Rodrigues, che restituiscono lo sguardo dell’ornitologo-santo, lo fanno quelli protagonisti dei due documentari in gara fra i Cineasti del presente, due fra le opere migliori della sezione, quest’anno non propriamente a fuoco. Gorge, coeur, ventre di Maud Alpi e The Challenge –  ambizioso affresco sulla tradizione antica della caccia col falcone nel Qatar, diretto da Yuri Ancarani, ormai un nome noto del circuito festivaliero – non sono indenni dal comune difetto di allungare in maniera un po’ forzata i loro lavori per farli aderire al formato richiesto (e qui dovremmo forse riflettere sull’effettiva utilità di tale distinzione…).
Ma allo stesso tempo, mossi a tratti da spinte centrifughe che rischiano di rendere il prodotto sbilanciato, tentano di percorrere strade non previste, aperti alle contingenze del reale, da non precludere nella narrazione.

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gorge coeur ventre 2Gorge, coeur, ventre (Still Life il titolo inglese) della trentaseienne autrice francese, si addentra nei mattatoi francesi, luoghi asettici e allucinati, raccontandoli con una duplice focale: da una parte Virgile (ma non sapremo mai il nome), giovanissimo addetto alla cura degli animali, che accompagna poi a morire; dall’altra il suo cane, Boston, che si aggira per quegli spazi introducendo uno sguardo alieno e puro su tutta quella morte e quel dolore.
Maud Alpi è fenomenale nel seguire le loro traiettorie, nel cogliere con tempi perfetti le espressioni del cane come figura limite tra umano e animale. Il momento in cui Boston fissa i suoi occhi sul parto dell’agnello, che verrà immediatamente soppresso, è una delle visioni più emozionanti e sconvolgenti del Festival, così come le immagini ossessionanti dei bovini e degli ovini sotto le luci acide dei neon, prima di essere uccisi, che attivano un legame immediato con l’incipit del Bella e perduta di Pietro Marcello, in Concorso l’anno passato.

the challengeSe lo sguardo di Alpi è tutt’uno col suo materiale e la sua camera pur ferma non nasconde l’emozione dell’autrice, Yuri Ancarani è invece molto più clinico nel suo ritratto qatariano, da cui prende garbatamente le distanze.

The Challenge è un’opera che si annuncia visivamente imponente, sin dalla prima sequenza con l’addestramento dei falconi, che si librano in volo fra le volte di un palazzetto mentre s’innalza il solenne commento musicale di Francesco Fantini e Lorenzo Senni.

Seguendo un ricchissimo falconiere nella preparazione e durante una competizione, Ancarani si addentra in un mondo surreale, dove racconta per flash dettagli di un’opulenza estrema, tra giri in Lamborghini per le dune del deserto con un ghepardo seduto accanto, i jet privati dove il falcone appena acquistato viene rimirato come un’opera d’arte, col piglio del collezionista. Un’osservazione fortunata che trova il suo acme nella sequenza dell’asta, con l’occhio immobile alle spalle dei personaggi che alzano il prezzo per impossessarsi dell’ambito predatore, compiendo un volere divino: “C’est Dieu qui l’a volu”, è Dio che l’ha voluto, ripetono.
In questo quadro quasi tutto sugli uomini, Ancarani trova infine nell’epilogo l’inevitabile ribaltamento di campo e prospettiva: è il falcone, adesso, con microcamera legata alla testa, a sorvolare quest’umanità.

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