#Locarno70 – La sepoltura celeste: Atomica Bionda, di David Leitch

Il nuovo film del regista di John Wick con Charlize Theron e Sofia Boutella è in Piazza Grande il prossimo 11 agosto. Un’occasione per un confronto incrociato con lo scomodo Nemesi di Walter Hill

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L’LAPD tiene sotto controllo uno stalker che ultimamente sta minacciando Ellen Page in maniera particolarmente efferata con messaggi su Instagram in cui promette di ammazzarla, una volta che avrà tra le sue mani questa “bugiarda canadese”. Per tutto il 2016, Page è andata in giro per il mondo ad incontrare le comunità LGBTQ e scoprire come se la passano con razzismo e integrazione in posti come la Giamaica, il Giappone e il Brasile, per la bella serie di documentari tv Gaycation, prodotta da Spike Jonze.
Se fossimo in un film di Walter Hill, invece di chiamare la polizia di Los Angeles, Ellen si sarebbe già trasformata in un angelo della vendetta lesbian alla ricerca del tipo che ha fatto l’incauta mossa di dichiarare pubblicamente che l’avrebbe uccisa. Ma Nemesi, l’ultimo di Hill, è un film talmente scomodo che festival e distribuzioni continuano a scansarlo, quasi a sperare di non averci mai voluto avere a che fare neanche per un minuto, una proiezione di mezzanotte o un’uscita in sala d’estate.
In patria The Assignment è stato massacrato un po’ da tutti, e in effetti il tono ridanciano con cui Hill se la sghignazza dietro gli inserti da graphic novel e le sparatorie alla hongkonghese del film sembra nascondere una feroce presa in giro di certo progressismo dem. Una sorta di anti-Sense8 che porta alle estreme conseguenze l’approccio openminded sulla gender fluidity mentre moltiplica e affastella le cornici e i codici narrativi (l’interrogatorio, la confessione via webcam, i flashback, i frammenti di violenza impazzita…), davvero quasi ad accogliere la sfida delle Wachowsk

assignment2i per immetterla sui binari old school del precedente Bullet to the head (a quando un crossover tra Sly/Jimmy Bobo e Michelle Rodriguez/Tomboy?).
Non so perché la storia di Ellen Page mi abbia fatto tornare in mente questo remake smascherato di Johnny il bello con Rodriguez nel ruolo del killer Frank Kitchen che lo scienziato pazzo Sigourney Weaver rende chirurgicamente donna per vendetta, e della sua scia di sangue per incontrare la responsabile di questa mutazione imposta.
Probabilmente ha a che vedere con gli effetti pubblici di exploit di questo tipo, il pazzo ossessionato da Page che le scrive su Instagram, e le reazioni social di indignazione e fastidio davanti a come Hill “banalizzi” la questione del gender switch.
Growing up in public with your pants down: la sepoltura celeste tibetana consiste nel dare il corpo scuoiato del defunto in pasto agli avvoltoi (l’ho imparato perché è il titolo e l’ispirazione dell’ultimo mastodontico album degli Zu, Jhator). Nel momento in cui lo spirito abbandona il corpo, le umane spoglie possono generosamente essere donate alla natura per contribuire al ciclo della vita – per Pupillo e soci è probabilmente una maniera di proseguire il discorso “in opposizione al punto di vista occidentale” intrapreso con il precedente, clamoroso Goodnight Civilization, ma per noi è una spinta per tornare alla domanda chiave di Nemesi: il corpo è ancora il centro di queste storie, di queste pratiche, o è soltanto un accessorio?

Der Kommissargif critica 2

Per esempio: Atomica Bionda di David Leitch (tratto, manco a dirlo, da una graphic novel) tenta di fondare interamente il proprio fascino sulle prodezze fisico-balistiche dei mirabolanti stunt ripresi con la prevedibile verosimiglianza dell’esperto in materia (Leitch, com’è noto, ha fatto il cascatore per una vita) in pianosequenza arzigogolati da coreografia “pesante” (la nostra eroina è tutto tranne che infallibile, l’aspetto più inedito è probabilmente la sua fatica, la sua vulnerabilità durante i corpo a corpo, la fragilità del respiro affannato e la poca grazia con cui spacca gli oggetti addosso ai cattivi come risoluzione finale…). Per Charlize Theron si tratta del terzo ruolo di fila nel campo di gioco dei maschietti, dopo Fury Road e Fast and Furious 8 (dove fronteggiava proprio Michelle Rodriguez), e anche stavolta a me viene solo da pensare alle sue vicende biografiche, come quando davanti a Immortan Joe, prima di strappargli via il respiratore gli urlava in faccia “Ti ricordi di me!?!”.
In ogni caso, Atomica Bionda fa di tutto per nascondere il suo interesse primario per il corpo di Charlize quasi assignmentcome se se ne vergognasse, “vestendolo” di una vicenda stracolma di incroci e personaggi di spie e agenti doppiogiochisti in giro per questa Berlino due giorni prima della caduta del Muro che è più che altro un mood, un look, una playlist di hit teutoniche (da Bowie a 99 Luftballons, va senza dire – mentre Nemesi ribatte con uno score di Giorgio Moroder). Proprio come Walter Hill disperde il racconto in decine di rivoli minori, ma qui con il risultato opposto, quello di seppellire l’epidermide sotto i mille strati del giochetto formale, dell’effetto vintage da blockbuster turistico al quale non va mai di dichiarare la propria anima di film di Cynthia Rothrock (…la prima atomica bionda) con budget almeno quintuplicato (anche stavolta, Soderbergh è già stato qui…).
In mezzo a questa confusione di intenti però, Sofia Boutella si conferma visione suadente di difficile se non impossibile categorizzazione, come la sua Mummia nel film di Kurtzman: la ballerina francoalgerina è la spia lesbica che intreccia una storia d’amore con Theron in Atomica Bionda, e nonostante si tratti di un purissimo segno di ammiccamento nei confronti della tendenza attuale hollywoodiana, Boutella regala al suo ruolo un’ambiguità molto potente, che sorpassa la partita di attrazione e bugie tra agenti segreti – davvero, la giovane Sofia avrebbe potuto interpretare il/la protagonista di Nemesi, e su corpi come il suo si fonda probabilmente la resistenza non allineata e trasversale, spigolosa e sfuggente, senza appartenenza e senza patria, ma ancora strenuamente possibile all’interno della narrazione dominante.

Human Nature

boutellaLa traiettoria di Sofia Boutella era già particolarmente illuminante ai tempi del videoclip girato da Wayne Isham nel 2011 per Hollywood Tonight di Michael Jackson. Sofia interpreta il classico ruolo della ragazza che arriva a Los Angeles inseguendo le luci della ribalta: è una grande fan di Jackson, si inginocchia e piange sulla stella dedicata all’artista sulla Walk of Fame. Nell’attesa di essere scritturata sbarca il lunario lavorando come cameriera e go go dancer, e nel frattempo si allena senza posa. Il trionfo arriva con una sorta di flash mob di fronte al celebre Pantages Theater, all’angolo tra Hollywood Boulevard e Vine Street, in cui Boutella si trasforma in un fantasma di Michael Jackson che attraversa le strade del quartiere per rimettere in scena i suoi passi di danza più celebri davanti al teatro. Incarnando in sé l’ombra rinata della figura dai contorni più sfumati di tutta la storia della musica black in un atto potenziato di crossdressing (da cosa e verso cosa?), il corpo e i movimenti della ballerina amplificano la moltitudine di definizioni e di sensi possibili nella mutazione tra carne e immagine.
Sulla ridefinizione dell’umano si basava d’altra parte tutta l’arte e la messinscena pubblica dello stesso Michael Jackson, e l’indicazione reiterata (ricordate Moonwalker?) che la prossima tappa evolutiva sarebbe dovuta partire dal decentrare la prospettiva focalizzata su ciò che consideriamo “uomo” (un po’ quello che ci continuano a dire iharrelson_WAR Transformers, e infatti un gigantesco Autobot è l’ultima metamorfosi di Jackson nel folle film di Moonwalker).
E’ la paura più grande del colonnello McCullough nel terzo Pianeta delle Scimmie di Matt Reeves, il primo personaggio NoVax del contemporaneo: il suo barricarsi con il suo esercito nel rifugio fortificato è un tentativo estremo e folle di evitare che la razza umana venga a contatto con la contaminazione, con il virus dell’ibridazione. Ma gli esseri più evoluti sono quelli che sanno mutare, e ad una gigantesca valanga di neve hai maggiori probabilità di sopravvivere se sei in grado di arrampicarti fino alla cima degli alberi.
Guardando negli occhi il suo nemico Cesare, Woody Harrelson/McCullough esplicita con precisione gli stessi timori dei baluardi delle posizioni di chi rifiuta ogni trasformazione, di chi preferisce non ricalcolare mai le proprie definizioni: “Ci sostituirete”.
L’altro ci mangerà, ma per donare il nostro corpo ad un nuovo ciclo vitale, inedito, inaspettato: d’altra parte, chi può davvero affermare a che sesso appartiene Andy Serkis?

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