Lolo – Giù le mani da mia madre, di Julie Delpy

Il meccanismo da commedia degli equivoci che cerca di colpire la nascente storia d’amore ha un sapore ma non disperde mai sguardo dolce e divertito, che ha la grazia della prima volta

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Anche nei suoi film da regista, Julie Delpy non smette di riverberare una certa tensione emotiva che trova la propria ragione d’essere nel tempo e nel luogo in cui ogni storia d’amore inevitabilmente si viene a collocare. Lo fa però con una levità che è ormai tutta sua, anche quando magari i presupposti sembrerebbero premere per ben altre pulsioni. Nel caso di Lolo – Giù le mani da mia madre, ad esempio, Julie è Violette, donna in carriera ultraquarantenne nel mondo della moda, che si innamora di Jean-René, modesto programmatore informatico di provincia in cerca della grande occasione. E il racconto di questo amore “maturo” porta in dote allo spettatore un senso dell’abbandonarsi reciproco che ha il candore della fanciullezza, fatta del piacere di assaporare i piccoli momenti rubati alla vita “di fuori”, quella – per l’appunto – che incasella in status e renderebbe l’unione dei due tanto improbabile.

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julie delpy loloPoi, però, c’è il vissuto reale, incarnato da Lolo, eponimo figlio di Violette, afflitto da un complesso di Edipo talmente schiacciante, da diventare l’aguzzino di Jean-René, pur dietro i modi affabili del figlio comprensivo che non vuole svelare i propri intenti. Il meccanismo da commedia degli equivoci che cerca di colpire la nascente storia d’amore ha un sapore cartoonesco, dichiarato fin dai bellissimi titoli di testa. Ma tutto questo non disperde mai uno sguardo dolce e divertito, che ha la grazia della prima volta e che regala al tocco di Julie/Violette un incanto che si scontra con il disincanto del figlio adolescente. Lo scarto fra la determinazione del ragazzo e l’incertezza (emotiva e non solo) della madre si sovrappone ai continui rapporti fra gli spazi: quelli che misurano la distanza fra la capitale e la provincia, ma anche quelli interni alla stessa Parigi, divisa fra l’incanto della sua natura di proverbiale città del sentimento e la materialità fatta di strade intasate, ritmi frenetici e palazzi che occludono la visuale. Al loro interno, la guerra familiare assume così il significato multiplo del confronto fra la dimensione ideale e quella materiale, raccontata con intelligenza e sensibilità, in nome dell’amore, nonostante tutto.

Titolo originale: Lolo

Regia: Julie Delpy

Interpreti: Julie Delpy, Dany Boon, Vincent Lacoste, Karin Viard, Antoine Lounguine

Distribuzione: M2 Pictures

Durata: 99′

Origine: Francia, 2015

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