"Love+Hate", di Dominic Savage

Savage conosce bene il contesto. Così restituisce lucidamente la realtà di una periferia-mondo che potrebbe essere a Roma, Parigi, Madrid. Su un plot collaudato si innesta la qualità del film: non illustrare, non insegnare, non giudicare

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Chi sono quelli che bevono insieme, sfornando sragionamenti su un'etnia altra? Se non fosse per la scena, potremmo dirli colonialisti. Sono diciassettenni inglesi in un pub. Le loro coetanee, in sandali a temperatura polare, aspettano invece l'indiano che le rimorchi. Sono le stesse di qualsiasi cittadina dell'Inghilterra, quelle che in genere rivedi dopo un anno spingere un passeggino con un neonato senza calzini.

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Blackburn, Gran Bretagna, 2007. Savage conosce bene il contesto. Così restituisce lucidamente la realtà di una periferia-mondo che potrebbe essere a Roma, Parigi, Madrid. Spigoli, lampioni, parcheggi vuoti. Buio. Panchine isolate. Solitudini in interno. La fotografia di Barry Ackroyd (Bread and roses) taglia dolcemente i volti – malinconica, sbiadita, rende tutto vicino, palpabile, moltiplica l'empatia. L'improvvisazione funziona, i gesti, i disagi, gli sguardi arrivano veri, senza tracce amatoriali. E se certe cose suonano patetiche, è vero che – da lontano – ogni adolescente lo è.


Eppure arriva puntuale un senso profondo: al vero contatto tra Naseema e Adam sembra davvero di assistere non ad un incontro tra due persone, ma ad un avvicinamento insieme cauto e ansioso di due mondi, di due intere galassie. Eppure, è solo un altro amore di adolescenti…


Su un plot collaudato da secoli – il gioco a chiasmo dei personaggi – si innesta la qualità di Love+Hate: non illustrare, non insegnare, non giudicare. Lei, Naseema, è musulmana; lui, Adam, inglese. Entrambi troppo giovani per non essere condizionati da retaggi lunghi secoli o famiglie più o meno compiacenti nel perpetrare l'intolleranza inter-razziale. Il fratello di lui pesta il padre di lei. Il fratello di lei frequenta la figlia – bianca, inglese – di un collega, una ragazza che lavora con la stessa Naseema. Tutto a carte coperte: così sostenuta, la sceneggiatura scivola veloce verso l'esplosione finale. Che non vedrà trionfare il bene, né soccombere il razzismo: irrisolto nell'ipocrisia del fratello di Naseema, rifiutato e abbandonato dai due protagonisti. Che si amano come due adolescenti, come tali scelgono l'unica via possibile e mettono in moto la propria rivoluzione personale. Certo che potrà apparire: scontata; improbabile; archetipica. Ma quale rivoluzione raccontata non lo è?

Regia: Dominic Savage


Interpreti: Samina Awan, Tom Hudson, Nichela Burley, Mohammed Rafique, Was Zakir, Peter O'Connor


Distribuzione: Istituto Luce


Durata: 86'


Origine: Gran Bretagna/Irlanda, 2005

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