L’ultimo boy scout – Missione sopravvivere, di Tony Scott

Voleva essere un noir ma Silver lo ha appiattito sugli standard dell’action dell’epoca. La regia di Scott lo ha trasformato in un testamento del suo genere. Giovedì 22, ore 22.55, Premium Energy

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The Last Boy Scout è ambientato nel mondo del football professionistico e tutti i personaggi non perdono occasione di lamentarsi per la fine imminente dello sport. Lo stesso titolo del film preannuncia una nota di malinconia verso un tempo irrimediabilmente perduto e per i suoi valori. Con questi presupposti, non è una coincidenza che la sua discontinua avventura commerciale abbia segnato il declino degli action firmati da Joel Silver. Il suo sodalizio con lo sceneggiatore Shane Black aveva dato vita al franchise di Lethal Weapon ma il produttore aveva anche iniziato la carriera cinematografica di Bruce Willis con Die Hard. La sua iniziale collaborazione con Walter Hill aveva stabilito le regole fondamentali del buddy-movie con 48 Hrs. e il suo patrocinio aveva accompagnato anche Commando e Predator con Arnold Schwarzenegger. La sua età dell’oro si andava ad esaurire con i prodigi del green screen dietro l’angolo ed è difficile trovare un viale del tramonto più emblematico del film di Tony Scott. I titoli crepuscolari riassumono i luoghi comuni di un genere e li portano al livello di esasperazione di un definitivo finale esplosivo.

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l'ultimo boyscout missione sopravvivereShane Black scrisse il copione in uno stato depressivo da post-separazione e cercò di portare il suo nichilismo nel personaggio di Joe Hallenbeck. Il detective privato sta talmente messo male che la moglie lo tradisce con il suo migliore amico e la figlia pre-adolescente lo tratta senza alcun rispetto. Il suo sarcasmo non fa prigionieri e l’intenzione dell’autore è chiaramente quella di trascinare il protagonista nelle atmosfere del noir. Le fasi iniziali ne seguono le leggi alla lettera e l’assegnazione di un caso solo apparentemente semplice si rivela una trappola per incastrare l’eroe. Il suo sforzo di salvare l’anima perduta della spogliarellista/escort Halle Berry è destinato a stritolarlo in un gioco di potere troppo grande. La sua spalla è un ex giocatore di football drogato e corrotto dagli allibratori che non riesce a riabilitarsi dalle catene del suo passato. Tuttavia, gli elementi di una storia senza speranza si esauriscono abbastanza in fretta e tutti gli attori ritornano a fare quello per cui Joel Silver li aveva scelti. Bruce Willis abbandona lo schema chandleriano per tornare in una più confortevole variante di John McClane e Damon Waynes infila le battute e la mimica che lo avevano reso famoso al Saturday Night Live e che avrebbero trovato un format più adatto nella sitcom My Wife and Kids. La loro sintonia è da manuale ma paga l’assenza di un’affinità naturale e solo la presenza scenica del divo aiuta la sua controparte afroamericana a tenere il passo.

l'ultimo boyscout bruce willisLa messa in scena di Tony Scott cerca di mantenere una coerenza stilistica ma il dovere di reggere il disequilibrio consuma le sue energie e limita ogni proposito di andare oltre la professionalità. La capacità del cineasta di assimilare il linguaggio nei suoi tratti più appariscenti concorre ancora di più a fare di The Last Boy Scout un testamento di un decennio che ha lasciato molti rimpianti. Il cinema non poteva permettersi lo sfoggio dell’imperrealismo e Joe Hallenbeck è uno degli ultimi tentativi di costruire un film a partire dal carisma del suo eroe. In questo caso, l’esito è maldestro ma la distanza temporale e la nostalgia hanno agevolato un’indulgenza per la loro misogina complicità virile e la loro ricerca della battuta memorabile.

Titolo originale: The Last Boy Scout

Regia: Tony Scott

Interpreti: Bruce Willis, Damon Waynes, Chelsea Field, Noble Willingham, Taylor Negron, Halle Berry, Danielle Harris

Durata: 105′

Origine: USA, 1991

Genere: azione

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