Made in China Napoletano, di Simone Schettino

Schettino, all’esordio dietro la mdp, ambienta le vicende in un non luogo e mischia la realtà locale della piccola cittadina di Angri col dramma universale di un mondo in costante trasformazione

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Contrariamente a quanto si possa pensare, quello della commedia è il genere cinematografico che più ha dimostrato la sua fragilità in questi ultimi anni, messo in crisi dalla tendenza degli autori a preferire un vasto numero di gag al contenuto stesso della pellicola.
Con il suo lungometraggio d’esordio, il comico partenopeo Simone Schettino decide di intraprendere una strada non di certo banale, ma comunque azzardata: quella della denuncia sociale. Alla base di questo Made in China Napoletano, infatti, vi è un tema molto caldo come quello dell’imperante globalizzazione ad opera del commercio cinese che sta attanagliando il tradizionale ecosistema di metropoli e paesini di campagna.

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Al contempo, questa ambizione sembra portare verso un’indecisione nello scegliere quale di due universi narrativi trattare. Schettino ambienta le vicende in un non luogo e mischia la realtà locale della piccola cittadina di Angri con il dramma universale di un mondo in costante trasformazione. Inoltre, il desiderio da parte degli autori di osare, spinge la trama ad addentrarsi in territori impervi, come quello della distopia cinese che domina la seconda metà della pellicola, costretta a dimostrare così tutti i limiti imposti dal budget.

Il grande merito dell’operazione, però, è da ricercare nella funzione sociale svolta durante la fase di realizzazione. A fare da teatro alle gag comiche dei vari personaggi, non vi è una città imponente come Napoli, bensì il poco noto paese di Angri, ed i volti che si muovono sullo sfondo delle vicende risultano essere quelli degli stessi cittadini del paese, capaci di donare al lungometraggio un inaspettato spessore sociale.

Purtroppo altrettanta rilevanza non ha il lato prettamente comico. Le genuine gag che attingono al repertorio teatrale dello stesso Schettino, sono inserite in una struttura farraginosa, che mira al colpo di scena più che all’approfondimento psicologo dei vari personaggi.
Il risultato è un film che parte da una premessa attuale e la lascia scivolare nel luogo comune. Il celebre “fondamentalismo napoletano” che ha sempre contraddistinto lo stile di Schettino, perde inevitabilmente la sua carica provocatoria ed arriva a muoversi pericolosamente al confine con la xenofobia.

Regia: Simone Schettino
Interpreti: Simone Schettino, Tosca D’Aquino, Benedetto Casillo, Elisabetta Gregoraci, Yoon C. Joyce, Gino Cogliandro, Angelo Di Gennaro, Rosaria D’Urso, Tommaso Bianco, Maurizio Mattioli
Origine: Italia, 2017
Distribuzione: Easycinema
Durata: 97′

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