Maldamore – Incontro con Angelo Longoni e il cast

angelo longoni sul set di maldamore

Presentata questa mattina, presso la Casa del Cinema di Roma, la tragicommedia Maldamore, diretta da Angelo Longoni che uscirà in sala il prossimo 13 marzo. Presenti gli interpreti Ambra Angiolini, Luisa Ranieri, Alessio Boni, Luca Zingaretti e Maria Grazia Cucinotta in veste di produttrice

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Presentata questa mattina, presso la Casa del Cinema di Roma, la tragicommedia Maldamore, diretta da Angelo Longoni. La pellicola, realizzata grazie al contributo di Rai Cinema, Italian Dreams Factory e Trentino Film Commission, uscirà in sala il prossimo 13 marzo. Presenti gli interpreti Ambra Angiolini, Luisa Ranieri, Alessio Boni, Luca Zingaretti e Maria Grazia Cucinotta in veste di produttrice.

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Il tuo cosceneggiatore, Massimo Sgorboni, è laureato in Filosofia. È forse per questo motivo che viene citato un passo del “Simposio” di Platone nel film?

Angelo Longoni: Beh, non c'è bisogno di essere laureati in filosofia per conoscere le opere di Platone. La frase: “ … soltanto l'amante può giurare e avere il perdono dagli dei, se trasgradisce un giuramento: dicono infatti che un giuramento d'amore non ha valore”, citata nel film in chiusura, si riferisce ai giuramenti e le promesse fatti dalla maggior parte delle persone all'inizio di una relazione. Con il passare del tempo le cose cambiano, la vita affettiva delle persone stesse cambia. Solo la maturità aiuta a mantenere un equilibrio nelle coppie. Ho scritto questo film perchè ho visto molte coppie andare in pezzi. Una persona che soffre per amore vista da fuori spesso genera commedia. Credo che non vada escluso l'aspetto buffo del conflitto amoroso. Il giuramento che si fanno due persone all'inizio della loro storia è qualcosa di friabile. Il tempo gioca a sfavore ma ci può rendere anche più maturi, inclini al perdono, alla mediazione. Maldamore non parla solo di tradimento, è la punta dell'iceberg. Le due coppie protagoniste del film erano già minate.

 

 

Cosa ti ha spinto a scegliere di produrre questo progetto?

Maria Grazia Cucinotta: Essendo una società, noi scegliamo insieme. Ognuno di noi ha trovato un pezzo della propria vita all'interno delle sceneggiatura. Abbiamo impiegato un po' di anni per farlo diventare realtà. Mettere insieme un buget oggi è difficile. Bisogna ringraziare la tax credit e gli attori che hanno partecipato ad un film con un buget di produzione basso.

 

 

Sembra che alla fine del film non ci sia un totale rinsavire dei protagonisti. Il tradimento è dunque visto come qualcosa di necessario per far sopravvivere la coppia?

Alessio Boni: Io non credo tanto nella contrattualizzazione del matrimonio. Ho visto cerimonie in giro per il mondo straordinarie ma non credo ci sia bisogno di siglare un accordo o della presenza di testimoni. Non credo neanche ci sia bisogno di tradirsi per far funzionare un matrimonio. In Maldamore si utilizzano situazioni tragicomiche per raccontare una realtà. Il tragicomico, come diceva Molière, fa ridere. Mi piace molto la comicità scritta che gli attori rendono leggera. Mi ricorda i lavori di registi come Risi o Monicelli ma anche pellicole più recenti come Quattro matrimoni e un funerale e Quasi amici.

Luisa Ranieri: Non credo che i rapporti debbano passare per il tradimento. In una coppia bisogna reinventarsi. Come viene detto nel film, bisogna lasciarsi una piccola quota di libertà, anche solo nel pensiero, che è proprio quella che non ti fa tradire.

Ambra Angiolini: La coppia che io e Luca interpretiamo nel film è in profonda crisi. Lei ha perso di vista se stessa e lui, terrorizzato dalle malattie, è pieno di dolori che rappresentano la malattia vera che è del matrimonio. Nella vita, la possibilità del tradimento, è ammessa e sarebbe assurdo non considerarla.

Luca Zingaretti: Non credo che le “corna” siano la cosa peggiore che possa accadere in una coppia. In una quotidianità è peggiore non avere nulla da dirsi. Credo che il film parli anche delle persone che non hanno il controllo della propria esistenza.angelo longoni sul set di maldamore

 

 

Quanto la location del Trentino si è prestata alla commedia?

Angelo Longoni: La città è ecologica e a misura d'uomo. Fare questo film in sei settimane non poteva avvenire se non in un posto del genere. Tutto è più accessibile. Trento ha anche una caratteristica narrativa propria. Non c'è, nel film, una comicità dialettale o contestualizzata all'interno di una città. Gli attori protagonisti del film non nascono come comici. Abbiamo ricostruito una comicità riconoscibile in ogni parte d'Italia.

 

 

Quanto è importante nelle dinamiche attoriali la provenienza teatrale dei protagonisti?

Angelo Longoni: Credo che un attore che non si metta in gioco in teatro sia incompleto. Non volevo comici, volevo attori. Non c'è forzatura nelle loro interpretazioni ma adesione al ruolo.

 

 

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