MANGASIA. La storia del manga in mostra al Palazzo delle Esposizioni

La mostra allestita al Palazzo delle Esposizioni Mangasia ricostruisce la storia del Manga nei diversi paesi asiatici partendo dal Giappone dove questa forma fumettistica è nata e si è sviluppata

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Arriva a Roma in anteprima mondiale al Palazzo delle Esposizioni la mostra Mangasia, presentata e curata dal Barbican Centre di Londra, una raccolta originale di tavole e volumi di fumetti asiatici, che dedica particolare attenzione al background creativo esponendo anche sceneggiature, schizzi e layout delle pagine finite.

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Una delle reti culturali dell’Asia, territorio di straordinaria estensione, è il Manga, una forma di fumetto creata in Giappone, tuttora leader incontrastato a livello mondiale, dalle tematiche più disparate adatte nelle sue deviazioni agli adulti come ai bambini. Il Manga è ormai largamente diffuso in tutto il mondo, in Asia la dispersione capillare è avvenuta approfittando delle guerre di conquista giapponesi, ed nel passato più recenti con le traduzioni ufficiali od illegali, le animazioni e la trasmissione online. L’impianto nipponico va a saldarsi volta per volta con il genere autentico dei vari paesi, dal Cergam indonesiano, al Manhwa coreano, al Komics filippino e la lista potrebbe continuare con India, Cina, Taiwan, Hong Kong, Malesia, Singapore, Bhutan, Cambogia, Timor Est, Mongolia e Vietnam, con il risultato di una ragnatela di segni che compongono l’universo fumettistico asiatico, diversificati nello stile dall’approccio artistico autoctono e dalle influenze esterne, americane ed europee in primis.

La mostra si divide in sei percorsi tematici (Mappare Mangasia, Favole e folclore,  Ricreare e rivisitare il passato, Storie e narratori, Censura e sensibilità, Manga multimediali) che per mezzo della combinazione di storia, folclore e sperimentazione su cui si basano le storie analizza l’impatto di questa produzione su altre forme d’espressione quali film, serie televisive d’animazione, live-action,  musica, videogame, moda e arte contemporanea.

allestOltre alle 281 tavole originali e ai 200 volumi di fumetti, sono presenti anche facsimili digitali in alta risoluzione e oggetti straordinari tra cui la scrivania originale di un mangaka (in lingua giapponese autore e disegnatore di manga), alcuni kaavad (i santuari portatili usati dai cantastorie del Rajasthan), abiti ispirati ai manga e il fantastico Mechasobi, in cui si può ammirare un mecha (i robot presenti in molti manga e anime) interattivo di ultima generazione. In occasione della mostra, infatti, il Barbican Centre ha commissionato una speciale installazione realizzata da Shōji Kawamori, mecha designer di successo, celebre per il suo lavoro in Macross e per il cane robot AIBO della Sony. Il Mechasobi consentirà ai visitatori di pilotare un gigantesco mecha utilizzando la tecnologia del body tracking. La mostra copre due secoli di storia del fumetto e presenta le oper di oltre 300 tra autori di fumetti e film d’animazione.

L’enorme distribuzione del fumetto ha permesso il recupero di leggende e tradizioni del passato popolate di demoni ed eroi, l’architrave della storia di un popolo, o favorito l’accesso al buddhismo, all’induismo o ad altri pilastri del sistema spirituale orientale. Inoltre gioca un ruolo nel racconto delle vicende dei popoli asiatici, gli anni dell’espansionismo coloniale e dell’imperialismo nipponico, l’indipendenza, diventa strumento di pressione dell’opinione pubblica o del mercato, mezzo propagandistico di opposte fazioni, ma anche megafono sulle ingiustizie dovute alla corruzione, ai conflitti dimenticati ed ai diritti negati.

Non mancano gli esempi di manga approdati al cinema, celeberrima la versione trasposta sul grande schermo del maestro Hayao Miyazaki, lui stesso creatore di manga, di Arsène Lupin, creazione di Maurice Leblanc modernizzata in stile fumetto da Monkey Punch (Kazuhiko Katō), Lupin III: Il castello di Cagliostro (1979), il primo lungometraggio del regista. Dalla sua stessa matita sono nati anche Nausicaä della valle del vento e Porco Rosso. modUn altro indimenticabile esempio di sodalizio tra le due arti è Akira (1988) scritto e diretto da Katsuhiro Ōtomo, anime post apocalittico di cui peraltro fu disponibile prima la versione cinematografica, il fumetto fu ultimato e pubblicato soltanto due anni dopo.

Questa è ormai storia, il presente, con le sconfinate risorse fornite dall’animazione, è un connubio sempre più solido e le collaborazioni sono diventate col tempo proficue e numerose (Old Boy,  Ghost in the Shell, City Hunter, Ichi The Killer, giusto per citare qualche titolo) e tutto lascia immaginare che il legame non sia destinato a rompersi ma anzi ad essere sempre più stretto. Un secolo fa i fumettisti si trasformarono in animatori ed il loro linguaggio visivo ebbe il merito di seminare il terreno prima dell’arrivo delle prime pellicole, favorendone la comprensione al grande pubblico anche per merito di un impatto visivo riconducibile ai moderni storyboard. Oggi, si tratti di un film o di una tv series i manga confermano che anche nel live action possono rivestire un ruolo da protagonisti.

Contestualmente alla mostra, il Palazzo delle Esposizioni presenta un ricco calendario di eventi per approfondire il mondo del fumetto e dell’animazione asiatici, attraverso proiezioni cinematografiche e conferenze a ingresso libero, presso la sala Cinema. Negli Incontri a Mangasia, alcuni tra i maggiori esperti, disegnatori, sceneggiatori, editor e traduttori di manga attivi in Italia potranno condividere le loro esperienze, offrendo uno sguardo inedito sull’immaginario asiatico e sulla grande influenza che esercita in Italia. La rassegna Anime – Capolavori del cinema d’animazione giapponese permetterà al pubblico di farsi catturare dall’immaginario sorprendente creato da Miyazaki, Takahata – fondatori della mitica casa di produzione Studio Ghibli – e altri grandi autori nipponici.

Mangasia Wonderland of Asian Comics è al Palazzo delle Esposizioni fino al 21 Gennaio 2018.

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