#MasterChefIT6 – Nulla più come prima

L’edizione più memorabile, sospesa nell’ambiguità tra script studiatissimo e l’abbaglio della sperimentazione. Vince Valerio, il più fantasioso. Nell’attesa da domani di Celebrity Masterchef Italia

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C’è già da catturare l’attimo fuggente nell’ultima puntata di MasterChef Italia 6. In un meccanismo che è migliorato ogni edizione, soprattutto dalla scorsa stagione quando è entrato in squadra, tra i giudici, anche Antonino Cannavacciuolo (forte del successo di “Cucine da incubo”) assieme agli altri tre giudici Carlo Cracco, Bruno Barbieri e Joe Bastianich.

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MasterChef Italia 6 sembra avere qualcosa di unico e irripetibile. Come un copione ben oliato, dove la cucina sembra il pretesto per un plot dove entrano in gioco anche dialoghi molto scritti, quasi pronti per essere recitati dai giudici, ma al tempo stesso anche il tempo e il ritmo, evidente nella preparazione dei piatti.

C’è tensione, gusto ed estetica nel programma. E che quest’ultima edizione sia diventata qualcosa di eccezionale, è dimostrata dal fatto che dall’anno prossimo Carlo Cracco non ci sarà più. E lui è uno dei personaggi più carismatici. Il suo atteggiamento, quando assaggia un piatto, è diventato ormai un refrain. Si avvicina, sguardo sul concorrente, assaggio del piatto, poi altro sguardo e ritorno in postazione. E c’è da dire che ormai sono le reazioni sue e quelle di Cannavacciuolo che lasciano il segno. Più degli scatti e di Barbieri, più del cibo sputato nella spazzatura da Bastanich.

Masterchef 6 forse è stata tra le edizioni più belle. Proprio perché tra le più incerte. Con colpo di scena finale. E con l’abbaglio che l’ultima puntata poteva essere anche quella precedente quando è stata eliminata Margherita, concorrente silenziosa, magari non elegantissima negli impiattamenti ma capace di essere efficace e di poter ambire a giocarsela alla pari.

Vince Valerio Braschi, l’aspirante chef più fantasioso. Se ci fosse stato un ex-aequo, sarebbe stato giusto spartire il premio con Cristina. Lui vulcanico, geniale, caotico. Lei precisina ma mai saccente e antipatica (come Erika nella scorsa edizione), con la freddezza giusta, capace di gestire i tempi alla perfezione nella preparazione in cucina. L’unica nota stonata poteva apparire Gloria che nel corso delle puntato ha sommerso il talento con il talento. Sempre sull’orlo di naufragare ma poi sempre salva. Con gli sguardi taglienti verso gli altri. Come se la sua battaglia personale fosse diventata come quella della Juventus contro le ‘lamentose’ (in ordine cronologico) Inter, Napoli e Milan (e mettiamoci anche la Roma) e che alternava ottimi piatti con preparazioni davvero allucinanti. Che non farei neanche io quando brucio l’uovo nella padella.

masterchef 6 giudiciValerio è sembrato forse fin da subito un predestinato. Per chi ha seguito il programma, ha saltato un anno di scuola per partecipare al programma. A tre anni si è procurato una cicatrice al labbro superiore per un frullatore a immersione. In cucina forse è quello che ha sperimentato di più, soprattutto piatti dal sapore orientale mentre il suo tallone d’achillo sono i dolci. Anche se poi quello preferito sono le lasagne della nonna. Durante l’ultima puntata, ha potuto affrontare l’Invention Test con il vantaggio di poter scegliere quali piatti preparare tra quelli proposti dagli chef, Igles Corelli, Pietro Lehmann e Matias Perdomo, che dovevano valorizzare gli scarti. Ed è risultato vincente il suo menù 18.0 con merluzzo nero, ravioli in salsa udon tipo gelatina e la spuma di plancton.

Nulla sarà più come prima. Dalla prossima edizione. Forse saremo smentiti, ma anche XFactor aveva toccato il culmine nella sesta edizione, quella vinta da Chiara Galiazzo nel 2012. In ogni caso, gi ingredienti sono diventati la materia di una tv/cinema che diventa l’elemento centrale che poi diventa mutante nelle inquadrature e negli impiattamenti. Dove lo spettacolo dovrebbe essere assente. Invece è proprio tutto nelle reazioni, nei contrasti, sfide western tra concorrenti e giudici. E quest’anno ci ha regalato la ‘perla’ con uno dei concorrenti più simpatici, Michele Ghedini. Quando ha presentato il timballo di Gattopardo assieme a Valerio, Bastianich gli aveva chiesto se avesse mai letto il libro di Tomasi di Lampedusa e lui ha risposto: “Più del Gattopardo mi piace un’altra cosa…la fica”. Sorpresa improvvisa di un copione già delineato. O colpo di scena preparato. Sta qui anche la magnifica ambiguità di MasterChef 6.

 

MICHELE, VALERIO E…IL GATTOPARDO

 

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