Mi chiamo Maya a Roma, con Valeria Solarino e Carlotta Natoli

L’opera prima di Tommaso Agnese pone lo sguardo sul mondo adolescenziale attraverso la fuga di due sorelle e sotto forma di road movie. Prodotto da Rai Cinema e Magda Films, uscirà il 7 maggio

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Si è tenuta ieri alla Casa del Cinema di Roma la conferenza stampa di Mi chiamo Maya, opera prima scritta e diretta da Tommaso Agnese.

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Due sorelle, Niki (Matilda Lutz) e Alice (Melissa Monti), di 16 e 8 anni, dopo la morte della madre (Carlotta Natoli), scappano dalla casa famiglia alla quale erano state assegnate. Affrontano così un viaggio verso un’utopica libertà, che le porterà ad incontrare problematici e caratteristici adolescenti romani. Il difficile percorso le aiuterà ad accettare la morte della mamma e ad iniziare una nuova vita.

Presenti alla conferenza, alcuni dei produttori (di Rai Cinema e Magda Film) parlano di quanto il progetto del regista li abbia convinti. Infatti, nonostante sia un’opera prima, il film, che uscirà il 7 maggio, è costato 900000 euro. Inoltre, sottolineano che “grazie ai vantaggi del digitale la distribuzione sarà indipendente e più libera”, fatta dalla Red Post Production.

Valeria Solarino (La scelta, Smetto quando voglio) veste i panni dell’assistente sociale Cecilia Fornari, l’unica figura di mediazione tra il mondo adolescenziale e quello adulto. Per lei “mettere in scena gli adolescenti non è facile poiché dotati di sensi assoluti, come l’amore e il dolore, che gli adulti sottovalutano“.

La propria pubertà e lavori nel mondo asolescenziale (il documentario La vita così come viene) hanno portato Agnese a realizzare Mi chiamo Maya. Infatti, afferma il regista, che il film è tratto da storie reali e “rappresenta un mondo, quello degli adolescenti, fatto di regole proprie dove gli adulti hanno un ruolo marginale”. Sottolinea, inoltre, che l’assenza di comunicazione è uno dei temi portanti, insieme a quello dell’abbandono: “la società ha abbandonato le nuove generazioni italiane“.

Importante, infine, è il processo di formazione delle due ragazze, sul quale Carlotta Natoli (Braccialetti Rossi) e il co-sceneggiatore Massimo Bavastro si soffermano. Se l’attrice si concentra sul “contenuto” (importanza della libertà e del lasciare andare), il secondo parla della “forma” e di quanto il road movie sia stato il genere più adatto nel raccontare questa storia.

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