Mimmo Calopresti racconta la sua “Mise en scène”

Aspettando l’inizio della Masterclass di Regia Mise en scène, il 16 marzo, Mimmo Calopresti racconta in prima persona cosa significa per lui la messa in scena e a chi si rivolge il corso

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In attesa dell’inizio della Masterclass di Regia Mise en scène, il prossimo 16 marzo, Mimmo Calopresti – anche protagonista di un ciclo di proiezioni fino al 9 marzo – racconta in prima persona cosa significhi per lui la messa in scena e a chi si rivolge il corso.

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“Perché mise en scène, alla francese? Forse perché la mia formazione, già ai tempi dell’università, è stata influenzata dalla messa in scena particolare della Nouvelle Vague,  da cui ero affascinato, anche se non capivo tutto. E forse lì, col cinema francese, è nato anche un pezzo della mia storia da regista”.

“La messa in scena è il rapporto che intercorre tra la tua sensibilità e tutto ciò che tecnicamente ti permette di esprimerla. Quello che vorrei mettere in scena io, rispetto a chi mi ascolterà, è che cos’è veramente una regia, da dove nasce – non solo nell’aspetto tecnico – ma in maniera più profonda. Da dove parte l’idea di mettere in scena qualcosa, una storia, un’idea, un film…e tutto il lavoro che la messa in scena di questo racconto occupa: il fare i conti con la luce, prima di tutto, i truccatori, gli attori, l’arredamento, i quadri, i costumi… Di queste cose non bisogna avere un sapere cattedratico, ma bisogna considerare il modo in cui si rapportano alla propria sensibilità e al mondo che si intende raccontare”.

Quindi il corso è rivolto a tutti coloro che intendono fare cinema, perché tutti sono coinvolti nella messa in scena: chi scrive non può non capire come muoversi, ad esempio, in uno spazio, anche ora che in sceneggiatura non si indicano più i movimenti di macchina; quasi tutti gli attori che hanno lavorato con me hanno fatto anche dei film da registi dopo, perché volevano lavorare in maniera completa, dietro e davanti la macchina da presa; il direttore della fotografia nel pensare alla luce deve tenere conto degli attori, degli oggetti scenografici…Sono tutti dettagli, ma sono dettagli importanti, perché nell’insieme fanno il film”. 

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