"Mission: Impossible – Protocollo Fantasma", di Brad Bird


Bird smantella gli schermi della saga più hi-tech di Hollywood e li sostituisce alla retina stessa degli occhi di Cruise e Renner; gioca a ingannare prospettive e percezioni oculari, recupera struttura e atmosfera da grande storia di spionaggio; poi però getta fumo sull'immagine d'insieme, rende difficile la vi(s)ta a Cruise e a Robert Elswit. Tom Cruise, fatelo sapere a Dujardin, si conferma qui il vero artist di un cinema che continua a riflettere incessantemente sulla propria velocità, e sulla propria evanescente “superficialità"

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Se il personaggio di Simon Pegg non fa che lamentarsi dell'assenza delle celebri maschere della serie, che in questo episodio non vengono in sostanza mai utilizzate da alcuno dei componenti della squadra di Ethan Hunt (Pegg ad un certo punto ci prova anche, a costruirne una, ma quella si brucia irrevocabilmente durante la preparazione), è perché, sprovvisto della visuale IMAX fornita allo spettatore, non può vedere come in realtà Brad Bird abbia messo la maschera all'intero film. Con una sensibilità che non può che venirgli dall'aver lavorato nell'animazione in computer grafica, dove non si fa altro che innalzare fondali e coprire il vuoto, Bird smantella (insieme all'intera Agenzia) gli schermi della saga più hi-tech di Hollywood e li sostituisce alla retina stessa degli occhi di Cruise e Renner; gioca a ingannare prospettive e percezioni oculari, come nella strepitosa sequenza del finto corridoio del Cremlino dietro al quale si nascondono gli agenti, che è in realtà un ologramma digitale. Recupera struttura e atmosfera da grande storia di spionaggio (scambi di valigette, agenti doppiogiochisti, esotiche serate di gala, congegni mortali su scala mondiale, raggiri e sotterfugi), ricollegandosi decisamente al prototipo depalmiano (uploadato con la sequenza di Renner sospeso a mezz'aria nel cunicolo strettissimo) e dunque a suggestioni hitchcockiane (che sembrano ben chiare alla partitura di Michael Giacchino); poi però getta fumo sull'immagine d'insieme, rende difficile la vi(s)ta a Cruise e a Robert Elswit.

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Pensiamo alla sequenza nella tempesta di sabbia a Dubai, che per smarrimento di coordinate ci riporta al simile sandstorm dentro cui il satellite perdeva Di Caprio in Nessuna verità di Ridley Scott: solo che stavolta il GPS continua a funzionare, e l'inseguimento prosegue. Sembrano in effetti infallibili e indistruttibili gli i-phone messi in mano agli agenti di Protocollo Fantasma, quasi come unica arma da cui non separarsi mai: ma se Bird da un lato pare portare avanti un film tutto digitale, dall'altro vuole mantenerne ferma e costante l'attenzione sulla componente umana – emblematico è lo scontro finale nel parcheggio verticale con rampe mobili, che sembra davvero quasi un livello di un videogame di quelli in cui i personaggi si affrontano piroettando per aria su piattaforme poste ad altezze differenti, dunque proprio quello che in gergo viene chiamato un platform, tipologia però paradossalmente obsoleta nel mondo videoludico. Come i metodi messi in campo questa volta dal team, che prevedono i cari vecchi camuffamenti e scambi di personalità, anche decisamente rocamboleschi e raddoppiati/incrociati in contemporanea, e pericolosi abbordaggi grazie all'irresistibile fascino femminile di Paula Patton.

E Cruise? Nonostante l'i-phone, è preda anch'egli dei capricci della tecnologia, come nella già leggendaria sequenza in free climbing sulla liscia superficie del grattacielo più alto di Dubai, in cui uno dei due guanti a ventosa grazie ai quali Hunt si aggrappa sui vetri smette a intermittenza di funzionare, finché Ethan non è costretto a disfarsene. Cruise sembra qui riallacciarsi più al Roy Miller di Innocenti Bugie che all'icona dei M:I – sin dalla strepitosa fuga dal penitenziario, in cui dialoga a distanza attraverso le telecamere a circuito chiuso con Simon Pegg mediante gesti e smorfie esagerati, si rivela per essere lui il cartone animato che Brad Bird si ritrova stavolta a dirigere: con il piglio quasi ormai brechtiano che da sempre ricollega i film di Ethan Hunt alle maschere perlacee indossate in Vanilla Sky e Eyes wide Shut, Tom Cruise, fatelo sapere a Dujardin, si conferma il vero artist di un cinema che continua a riflettere incessantemente sulla propria velocità, e sulla propria evanescente “superficialità”: il più grande divo vivente.

Titolo originale: Mission Impossible Ghost Protocol
Regia:
  Brad Bird
Interpreti: Tom Cruise, Jeremy Renner, Simon Pegg, Paula Patton, Michael Nyqvist, Lèa Seydoux
Origine: USA, 2011
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 132'

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