Mune – Il guardiano della luna, di Alexandre Heboyan e Benoit Philippon


Questa storia dai tratti naive, quasi impalpabili, è affidata quasi esclusivamente ai colori saturi e corposi che la plasmano, collocando il Sole e la Luna in una realtà onirica in cui sono in netta opposizione ma che, come per magia, gli concede incontrarsi nella piccola linea d'ombra che li separa, sprigionando un potere talmente intenso da cambiare le sorti del mondo

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 In una terra lontana il Sole e la Luna sono legati da un filo invisibile che alternando luce e buio sulla terra scandisce il ritmo delle stagioni e tiene in vita tutto l’ecosistema. Ogni creatura è profondamente legata al ciclo del giorno e della notte, e tutti gli esseri umani, così come gli animali così e le piante, fondano il loro ciclo vitale e riproduttivo su questo prezioso equilibrio di opposti.

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Ma chi guida il Sole e la Luna?
Al di là delle nuvole, là dove l’occhio umano non potrà mai arrivare, due possenti guardiani vegliano sul giorno e la notte da milioni di anni ma, ormai vecchi e stanchi, stanno per lasciare le redini della terra nelle mani dei giovani prescelti.

Il guardiano del Sole nomina come suo successore l’imponente Sohone, un colosso di ambra arrogante e vanitoso, che si allena da anni per ricoprire questo ruolo, mentre la Luna viene afidata all’inesperto Mune, un piccolo fauno con il potere di infondere la pace del sonno nelle creature e accompagnarle nel mondo dei sogni. La catastrofe è annunciata.  
Da una parte, tra le creature della Luna c'è Mune, che non ha la minima idea di cosa significhi essere un guardiano e in un goffo tentativo di guidare la Luna verso il cielo spezza il filo che la tiene legata alla terra e la lascia volare via, e dall'altra c'è il baldanzoso Sohone, che si fa rubare il Sole sotto gli occhi dalle forze dell'oscurità. La terra piomba improvvisamente nell'ombra e i due guardiani, anche se di malavoglia, sono obbligati unire le forze per ripristinare l'ordine del giorno e della notte. Ma per portare a termine questa eroica missione non possono fare a meno dell'aiuto della graziosa Glim, una fanciulla fatta di cera che vive nello spazio d'ombra tra la luce e il buio e che, grazie alle sue conoscenze di astrologia, accompagnerà i due guardiani in questo straordinario viaggio fino al centro della terra.

La luce e il buio dominano il mondo fantastico creato da Alexandre Heboyan e Benoit Philippon, che dividono la terra in due emisferi nettamente contrapposti, uno dominato dalla Luna e l'altro dal Sole, ma entrambi popolati da creature oniriche multiformi, come piccoli fauni blu, ibis giganti, mostri di pietra e antichi titani.

La luce non può sconfinare nell'ombra e l'ombra non può coprire la luce fino a che i guardiani sono desti, perché a loro è affidato il compito di mantenere salda questa armonia, e sono gli unici a cui è concesso attraversare i due mondi, ad eccezione della piccola Glim, plasmata nella cera, che si congela al buio e si scioglie al sole.

Senza porre limiti alla fantasia, Heboyan e Philipponl intrecciano la mitologia al mondo dei sogni, collocando i personaggi in una dimensione bicromatica, che intensifica la dicotomia tra le due metà della terra, scissa tra i colori freddi dell'emisfero lunare, che coprono tutte le tonalità del blu, e i colori caldi e accesi di quello solare, che abbagliano accarezzando tutte le tonalità del rosso e del giallo.
A questi colori saturi e corposi è affidata la narrazione di questa storia dai tratti naive, quasi impalpabili, ma estremamente evocativa nella celebrazione degli opposti, che per loro natura sono destinati a rimanere fissi nelle loro posizioni, ma che in questo mondo magico riescono incontrarsi nella piccola linea d'ombra che li separa, sprigionando un potere talmente intenso da riaccendere il Sole e riplasmare il volto della Luna.


Titolo originale: Mune, le gardien de la lune
Regia: Alexandre Heboyan, Benoit Philippon
Origine: Francia, 2015
Distribuzione: Notorious
Durata: 90'

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