Muore Kira Muratova

La regista ucraina si è spenta ieri a 83 anni, lasciando tra di sé un’opera rivoluzionaria, stridente e spesso censurata, ma mai silenziata

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Ieri, a 83 anni, si è spenta la regista ucraina Kira Muratova, lasciando un’opera rivoluzionaria, stridente e spesso censurata, ma oggi più viva che mai.

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Tra i suoi film, ricordiamo quelli che hanno stravolto la sua epoca e messo in difficoltà le autorità sovietiche di allora, come Brevi incontri (1967), Lunghi addii (1971) e Alla scoperta della vita (1979), che con l’arrivo della Perestroja e la caduta dell’Unione Sovietica hanno trovato una nuova via d’espressione, perpetuando L’eterno ritorno di una artista che è sempre riuscita a fare sentire la sua voce.

In Italia è stata Fuori Orario a riportare alla vita le sue opere; la regista di Motivi Cechoviani (2002) è stata membro della giuria al Festival di Venezia 1990, vincendo lo stesso anno L’Orso d’Argento alla Berlinale con il film Sindrome Astenica. 

“L’arte stessa è basata sulla compartecipazione e sul gioco dei sentimenti. Noi stessi quando realizziamo un film giochiamo a fare arte”, aveva detto la Muratova in un incontro col pubblico alla Festa di Roma 2012. Arte, illusione o artificio, l’artista ha fatto della sua opera un gioco complesso, rivoluzionario e infinito.

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