My Name is Adil, di Adil Azzab, Andrea Pellizzer, Magda Rezene

In sala 24-25-26 ottobre il film ispirato alla storia vera di uno dei registi, il marocchino Adil Azzab, realizzato a budget zero grazie a un crowdfunding sostenuto da Gabriele Salvatores

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Raccolta di cartoline dai toni pastello. Groviglio di suoni della natura. Sguardo intimo e fugace su una terra dalle proporzioni definite, dove l’orizzonte è segnato come confine spesso invalicabile. Sembra proprio che My Name is Adil nasca direttamente dalle viscere del paesaggio arido che vuole raccontare, un mondo colorato di rosso tramonto, popolato da innumerevoli greggi da vigilare, spesso abbandonato dagli uomini che, ai ventosi campi marocchini hanno preferito la traversata via mare, inseguendo il sogno di un’Italia miracolosa.
Il film è uno spaccato di realtà, quella personale di Adil Azzab, oggi regista per caso, nato “lottatore” per guadagnarsi scatolette di tonno per conto dello zio padrone; ma Adil-bambino avrebbe soltanto voluto giocare, liberarsi dal fardello del gregge, studiare come tutti gli altri ragazzini della sua età, farsi degli amici. Al lume di due candele, Adil impara dalla madre i valori dell’essere un uomo forte e dignitoso: non sfoderare mai violenza, usare autocontrollo e rispettare il prossimo. Avere pazienza, perché «la vita è come il mercato, devi aspettare il momento giusto». E il momento giusto è proprio quello di abbandonare la patria per avventurarsi in altri luoghi, mondi stranieri che accettano con difficoltà la venuta dell’altro. La storia di Adil è quella di un’intera generazione di migranti che taglia per necessità il cordone ombelicale con la terra-Madre, situandosi con crescente disagio in uno spazio di confine tra culture diverse, negli scarti che definiscono o annullano un’individualità.

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Il film rappresenta questo momento di cortocircuito tra luoghi (dal Marocco alla metropoli milanese), colori (passaggio iniziale dalla gradazione pastello al bianco/nero), ma soprattutto tempi, con quell’incastro indiscernibile – rivelato dalla voice over del regista – tra un passato che si conserva in latenza e un presente che ne costituisce la ricerca stessa, lo scavo costante di una radice interiore. Il flusso lineare del racconto verrà, allora, interrotto a intermittenza, per lasciare posto alle immagini del passato, agli incontri rivelatori – la scoperta dell’elettricità che segnerà il futuro del ragazzo -, ai volti lasciati e ritrovati dopo oltre dieci anni di assenza. In mezzo alle parole fuori campo, si apre tutta una poesia di spazio e colore, visioni di un Marocco difficile da dimenticare, terra dove germogliano sogni di evasione e libertà.
Adil oggi è diventato regista, ha raccontato la sua storia con un film – indipendente – semplice ma coinvolgente, ha visto infine il mare così temuto e rispettato dalla sua gente, tuffandosi in acque sconosciute, ma sempre portando dentro il cuore i profumi, i rumori, le lettere stesse della sua identità.

Regia: Adil Azzab, Andrea Pellizzer, Magda Rezene
Interpreti: Hamid Azzab, Husam Azzab, Adil Azzab, Hassan Azzab, Zilali Azzab, Mohamed Atiq
Origine: Italia, Marocco, 2016
Distribuzione: Unisona Live Cinema
Durata: 75′

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