Veronica Pivetti esordisce come regista (“un passo che meditavo da tempo, dopo diversi cortometraggi”, dice) ed è visibilmente soddisfatta di poter presentare al pubblico il suo film. Né Giulietta, né Romeo – in sala dal prossimo 19 novembre – è una commedia che affronta con toni leggeri un particolare spaccato familiare: un figlio adolescente scopre la sua omosessualità e decide di dirlo ai propri genitori separati. Da qui una serie di peripezie e incomprensioni che implicheranno anche una fuga milanese per seguire un concerto, via dalla casa Roma. La regista dice di aver voluto esordire con un “copione che esisteva già da tempo, aveva avuto parecchi rinvii, ma credo che fosse una storia che andava raccontata. Ed è vero che apparentemente è un mondo (quello degli adolescenti di oggi) abbastanza lontano da me che ho 50 anni, ma in fondo le dinamiche familiari e le incomprensioni con i genitori sono una cosa che tutti abbiamo vissuto in varie sfumature. Ti rimangono sempre vivide, a qualsiasi età. Tutti siamo passati da lì”.

Per quel che riguarda il tono con cui raccontare una storia che spazia dall’identità sessuale al bullismo a scuola, Veronica Pivetti non ha dubbi: “i toni a me più congeniali sono quelli della commedia e da lì sono partita. Il tema dell’omosessualità era un qualcosa di cui volevo parlare e la commedia è il mio modo di farlo. Questo è un film che racconta la condizione odierna di molti adolescenti, anche se spesso si tende a non volerne parlare: quando mi dicono ancora un film su un omosessuale? Ce ne sono parecchi!, io rispondo sempre: perché voi vi stancate dei film con storie eterosessuali?. Se ci si stanca così presto di parlarne forse c’è un problema nella nostra società e allora val la pena di farci un film.” A questo proposito la sceneggiatrice Giovanna Gra aggiunge: “come direbbe una protagonista del nostro film er setup de sta società è questo, anche dopo i movimenti, anche dopo gli anni ’70, ecc… l’atteggiamento verso l’omosessualità non è cambiato poi molto. E questo è incredibile”.

Il giovane protagonista Andrea Amato dice “io ho 18 anni e frequento un liceo, proprio come il mio personaggio nel film. Ma vi posso assicurare che le cose stanno molto migliorando, io ho diversi amici dichiaratamente omosessuali e sono persone perfettamente integrate. Non so se la mia realtà è un po’ più fortunata, ma queste difficoltà non le noto tanto nella mia realtà”.

Sul lungo percorso produttivo del film, invece, Veronica Pivetti dice: “inutile nasconderlo, lo sapete tutti, è difficile fare film in Italia oggi. Questo è un progetto nato e morto molte volte, sino a quando improvvisamente ha preso il volo. Fare la regista mi è piaciuto, molto piaciuto, e forse i ritmi televisivi che spesso frequento mi hanno temprato e aiutato. Era una cosa in cui desideravo cimentarmi da anni, ci sono riuscita e son molto soddisfatta. Certo: avevo un po’ d’emozione, ma in fondo il set è un luogo che frequento da tanto tempo ed è talmente complesso fare film oggi che già il fatto di averlo portato a termine mi rallegra. Poi so benissimo che i miei ruoli televisivi probabilmente scateneranno pregiudizi nell’accoglienza di questo mio primo film, ma fa parte del gioco.” Nota a margine: Né Giulietta, né Romeo ha avuto il patrocinio di Amnesty International e la regista non può che concludere: “è la prima commedia ad avere questo riconoscimento, sono molto orgogliosa”.