Nebbia in agosto, di Kai Wessel

Il film porta all’attenzione una delle tante orribili parentesi della dittatura nazista ma nonostante questo si avvale di dialoghi didascalici e non restituisce appieno l’atmosfera del tempo

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Nella Germania del Sud, agli inizi degli anni 40, cresce Ernst Lossa, un ragazzino orfano di madre e con un padre che a causa delle sue origini Jenish (popolazione nomade europea), viene spedito prima a Dachau e poi a Flossenburg. Ernst invece viene trasferito da un istituto all’altro poiché a causa del suo carattere vivace è giudicato “ineducabile”.
Nebbia in agosto di Kai Wessel, sceglie questa storia vera per approfondire la vicenda dell’eutanasia nazista che prese le mosse dall’atto del T4, emandato nel 1939, in base al quale chiunque non fosse stato in grado di contribuire alla società sarebbe stato ucciso con la pratica dell’eutanasia. Vennero uccisi più di 200.000 pazienti ospedalieri, poiché chi era considerato incurabile era di conseguenza colpevole di pesare sulle finanze dello stato e sulle risorse degli ospedali sempre più scarse.

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Focalizzandosi sul punto di vista  del piccolo Lossa (che giocò un ruolo chiave nei processi agli ospedali dopo la guerra) il film di Wessel è ambientato nell’Ospedale Psichiatrico di Kaufbeuren, gestito dal Dottor Walter Veithausen (nel film il Sebastian Koch de Le vite degli altri). Il dottor Veithausen fu inventore, fra le altre cose, della “dieta della fame” strategia atta a far si che non ci fossero troppi sospetti riguardo alle cause dei decessi: il brodo di verdure veniva bollito per moltissime ore in modo da perdere ogni tipo di sostanza nutritiva, portando il paziente al deperimento.

nebbia_in_agosto-03-705x469Ruotando intorno agli abitanti dell’ospedale ma anche ai lavoratori interni che combatterono contro la follia nazista, lo spettatore viene a conoscenza del fatto che l’eutanasia diventò un modo per procedere con l’opera di sterminio non solo dei più deboli ma anche dei più vivaci e indisciplinati, dei sovversivi e di chi non sottostava alle regole.  Il film di Wessel ha il merito di portare all’attenzione di tutti quest’orribile parentesi della dittatura nazista.

Ma nonostante l’esattezza della ricostruzione storica, Nebbia in agosto sembra non riuscire a intuire l’atmosfera e l’orrore del tempo. E questo perché per la maggior parte del tempo si avvale di dialoghi didascalici  che sottolineano l’orrore e lo esplicitano laddove non ce n’è bisogno, o meglio laddove un buon lavoro sulle immagini avrebbe fatto meglio. In questo modo lo spettatore apprende, ma non rimane colpito. Nonostante i buoni interpreti (fra cui spicca Ivo Pietzecker nel ruolo del piccolo Ernst) e una storia d’amore che riesce a essere delicata, il film di Wessel lambisce troppo spesso una concezione più adatta ad un piccolo schermo che ad ambizioni cinematografiche.

 

Titolo originale: Nebel im August

Regia: Kai Wessel

Interpreti: Ivo Pietzcker, Sebastian Koch, Fritzi Haberlandt

Distribuzione: Good Films

Durata: 126′

Origine: Germania, 2016

 

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